Iveco Freccia VBM, difesa assoluta per l'Esercito Italiano. Lo abbiamo provato

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Matteo Valenti
  • di Matteo Valenti
Una giornata a bordo dell'inarrestabile Iveco Freccia VBM, un 8X8 da 27 tonnellate pensato per garantire una sicurezza assoluta agli uomini del nostro Esercito
  • Matteo Valenti
  • di Matteo Valenti
20 febbraio 2017

La natura ha spesso ispirato il mondo dell'uomo nel corso della sua storia. Ed è probabile che gli uomini della IVECO Oto Melara si siano ispirati proprio alla natura per creare il Freccia. Un enorme “bruco meccanico”, a otto ruote motrici, capace di andare praticamente ovunque. In una parola un mezzo inarrestabile, proprio come un millepiedi.

Un blindato per la sicurezza assoluta

L'Iveco Freccia VBM – acronimo per Veicolo Blindato Medio – è lungo 8,5 m e, per via della robusta blindatura, pesa 27 tonnellate. Tutte le ruote sono motrici, ma grazie a tre assi sterzanti il mezzo, nonostante le dimensioni, è realtivamente agile. Questo veicolo così particolare è stato progettato per trasportare in tutta sicurezza gli uomini dell'Esercito.

È il primo mezzo in dotazione alle nostre Forze Armate ad essere completamente digitalizzato

In più è il primo mezzo in dotazione alle nostre Forze Armate ad essere completamente digitalizzato. Questo significa che il Freccia può fungere da “ponte” sul terreno operativo in modo tale da mettere in comunicazione gli uomini trasportati a bordo con la base operativa.

Dietro la corazza c'è tanta tecnologia

Il Freccia può trasportare, oltre al pilota che ha una sua propria postazione di comando, due membri dell'equipaggio in torretta e altri otto all'interno della “pancia”, a cui si accede per mezzo di un robusto portellone idraulico. Questo 8x8 è in grado anche di trasformarsi in una capsula perfettamente sigillata, capace di proteggere per diverse ore gli uomini all'interno in caso di attacco chimico, nucleare o battereologico.

Gli uomini della Iveco hanno pensato di ricorrere ad un poderoso motore

In questi casi il pilota si cala nell'abitacolo e può continuare a condurre il mezzo per mezzo di alcuni iposcopi, simili a quelli dei sommergibili, ma soprattutto grazie a tutta una serie di telecamere ad alta risoluzione che circondano il perimetro dello scavo. Le immagini catturate da questi obiettivi servono anche a visualizzare eventuali ostacoli nella zona delle ruote ma anche per assicurarsi che tutti gli uomini siano usciti dal vano posteriore in caso di sbarco.

Per muovere un mezzo così imponente gli uomini della Iveco hanno pensato di ricorrere ad un poderoso motore. Si tratta di un V6 turbo diesel da 12.9 litri (!) in grado di produrre 550 CV e 2.000 Nm di coppia massima. 

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