Mazda6 restyling

Mazda6 restyling
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Matteo Valenti
  • di Matteo Valenti
La Mazda6 è il modello di punta della Casa di Hiroshima. Grazie a un’estetica aggiornata e più elegante, ma soprattutto a un livello tecnologico di altissimo profilo è pronta a dar battaglia alle migliori competitor tedesche, anche premium
  • Matteo Valenti
  • di Matteo Valenti
27 febbraio 2015

La Mazda6 è l'ammiraglia della Casa di Hiroshima, il modello di punta, che deve incarnare il meglio della filosofia costruttiva Mazda. Un ruolo divenuto ancora più pesante da rivestire da quando Mazda si è messa in testa di diventare il primo costruttore premium giapponese.

 

Non è un mistero infatti che la Casa dalle ali di gabbiano stia gradualmente alzando il tiro, proponendo modelli sempre più ricchi e sofisticati, con l'obiettivo di conquistare la fascia alta del mercato. Quale occasione migliore di un restyling quindi per dimostrare di essere diventata un'auto capace di vedersela per davvero con le più blasonate rivali tedesche?

 

A tre anni dal lancio e dopo 275.000 unità vendute in tutto il mondo (65.000 in Europa), la terza generazione della Mazda6 si ripropone sia nella versione sedan che Wagon in una veste parzialmente nuova, che porta al debutto una serie di novità consistenti, pensate per fare un ulteriore salto di qualità.

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Le novità maggiori sono davanti

Dal vivo: com'è fuori

Ma andiamo con ordine e cominciamo a vedere cos'è cambiato all'esterno. Rispetto al passato il frontale si rinnova in maniera significativa, con forme che preferiscono la strada dell'eleganza a quella della sportività. Forme e proporzioni divengono più filanti e raffinate, mentre la calandra gioca a fare la sofisticata con una conformazione a listelli cromati. Sopra ai fendinebbia poi si fanno notare due curiose ali ispirate in maniera fin troppo evidente a quelle delle nuova MX-5.

 

Come sulla CX-5 restyling poi anche in questo caso spuntano nuovi gruppi ottici full led (abbaglianti e fendinebbia compresi!), per di più adattivi, che regalano alla Mazda6 uno sguardo più ricercato. La fiancata mette in mostra inediti cerchi in lega con misure fino a 19 pollici (per chi non vuole esagerare ci sono anche quelli da 17”), mentre al posteriore sono stati aggiornati i gruppi ottici con una firma luminosa più distintiva, che in parte si affida alla tecnologia led. La gamma colorazioni infine si arricchisce con la nuova tinta Sonic Silver.

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Il nuovo display da 7 pollici 

Dal vivo: com'è cambiata dentro con il restyling

I cambiamenti più evidenti in ogni caso li incontriamo una volta saliti a bordo. La rinnovata Mazda6 infatti ha rivoluzionato la plancia e altri dettagli cercando di eliminare i più grossi limiti riscontrati in passato. Prima di tutto il display centrale è divenuto più grande (7 pollici) ed è stato posizionato più in alto, in stile tablet, come vuole la moda del momento. Il sistema multimediale MZD Connect si aggiorna con importanti novità come i comandi vocali e i feed audio di Twitter e Facebook per una migliore integrazione del proprio smartphone.

 

Ripensate completamente anche le bocchette di ventilazione, che ora assumono un design più accattivante, mentre raffinati rivestimenti in pelle impreziositi con cuciture a vista e finiture in alluminio lucido dicono addio ad alcune plastiche non troppo entusiasmanti che avevamo visto in passato. Debuttano nuovi materiali più morbidi anche per il cruscotto e per gli elementi con cui si entra in contatto più frequentemente, come il volante, mentre la leva del cambio automatico abbandona l'anacronistica configurazione a scatti per assumere il più moderno azionamento lineare con cuffia in pelle.

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Sparisce la leva del freno a mano

Al passo coi tempi e qualità eccellente

Sparisce l'ormai obsoleta leva del freno mano, sostituita dal tasto del freno di stazionamento elettrico. Una soluzione che ha permesso di riordinare la console centrale - ora molto più pulita e razionale – dove si trova la manopola Commander, unico strumento attraverso cui interfacciarsi con il sistema di infotainment. I progettisti giapponesi hanno anche ripensato i sedili, progettando una nuova struttura in grado garantire maggiore contenimento e comfort, ma anche servendosi di un nuovo materiale pensato per assorbire meglio le vibrazioni.

Raffinati rivestimenti in pelle impreziositi con cuciture a vista e finiture in alluminio lucido dicono addio ad alcune plastiche non troppo entusiasmanti che avevamo visto in passato


Ripensate anche alcune finiture del bagagliaio, che in passato avevano fatto sollevare più di una critica. Sulla Mazda6 restyling troviamo finalmente un tendalino a livello di un'auto di questo calibro e persino apposite leve per abbattere con facilità i sedili con frazionamento 60:40. La capacità resta di 480 litri per la berlina e di 522 litri per la versione Wagon.

 

A questo proposito occorre precisare che la Mazda6 Wagon continua a scontare qualche litro di capacità in meno rispetto alle dirette competitor (la VW Passat Variant garantisce 650 litri). Un deficit da addebitare senza dubbio al design molto filante della zona posteriore. In ogni caso abbattendo i sedili si possono arrivare ad avere fino a 1.644 litri e uno spazio di carico utile in lunghezza fino a 1.873 mm (Wagon).

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I fari full led adattivi ALH (Advanced Led headlights)

Tecnologia da ammiraglia

Con il restyling si allarga anche la famiglia di tecnologie i-Activesense pensate per migliorare la sicurezza. Oltre ai già citati fari full led adattivi (Advanced Led headlights – ALH), davvero difficili da trovare su questo segmento di vetture e in questa fascia di prezzo, i clienti possono avere il Blind Spot Monitoring per il monitoraggio degli angoli cechi, ma anche il Lane Keep Assist che previene l'abbandono involontorio della propria corsia di marcia.

 

L'elenco dei dispositivi di sicurezza però comprende soprattutto lo Smart City Brake, in grado di effettuare frenate automatiche in casi di emergenza e basse velocità, anche in retromarcia, e lo Smart Brake Support, capace di frenare automaticamente tra i 15 e i 145 km/h quando i sistemi rilevano una potenziale collisione con il veicolo che precede. Con il restyling arriva anche il Driver Attention Alert, che monitora l'affaticamento del conducente, suggerendo quando effettuare una sosta, e il comodissimo cruise control adattivo. Chiude l'elenco una vera sfiziosità: sulla Mazda6 restyling debutta l'head-up display (che abbiamo già conosciuto sulla nuova Mazda3), che riproduce a portata di sguardo una serie di informazioni fondamentali durante la guida (a partire dalla velocità).

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Tutti i motori sono dotati della tecnologia Skyactiv

Motorizzazioni: i benzina anche in Italia

A livello motorizzazioni si fa sentire la voglia di puntare all'Olimpo del mercato. I vertici Mazda infatti hanno deciso di importare anche in Italia i motori a benzina, fino ad oggi riservati ai mercati lontani dai nostri confini. A fianco del collaudato 2.2 turbo diesel Skyactiv-D nelle versioni da 150 e 175 CV quindi si schierano i benzina aspirati 2.0 Skyactiv-G da 165 CV (che diventano 160 sulla versione integrale) e 2.5 Skyactiv-G da 192 CV. Il cambio fornito di serie rimane il classico manuale a sei marce, ma i più esigenti possono continuare a scegliere il più sofisticato automatico Skyactiv-Drive con convertitore di coppia, disponibile su tutte le versione ad eccezione della versione 2.0 Skyactiv-G a benzina da 165 CV.

Per essere premium devi avere l'integrale: detto fatto

Come avranno di certo notato i più attenti abbiamo citato una versione integrale. E non si tratta di un errore di battitura perché la Mazda6 restyling saluta per davvero (e per la prima volta) l'arrivo della trazione AWD, che rimane riservata alla sola versione Wagon 2.2 diesel da 175 CV

 

Per puntare al cuore del segmento premium è diventato fondamentale affiancare una versione a quattro ruote motrici alla classica anteriore

Del resto per puntare al cuore del segmento premium è diventato fondamentale affiancare una versione a quattro ruote motrici alla classica anteriore (Audi docet) e gli ingegneri giapponesi non hanno perso tempo, adattando alle esigenze della Mazda6 il sistema di trazione integrale della SUV CX-5. 27 sensori si occupano di rilevare istante per istante le condizioni di guida e la forza motrice viene distribuita di conseguenza alle ruote che ne hanno più bisogno. In questo modo si migliora la motricità su terreni insidiosi come fango o neve, ma ne trae beneficio anche la dinamica di guida in curva.Per essere premium devi avere l'integrale: detto fatto

Prezzi: aumentati (di poco), ma il gioco vale la candela

I prezzi, è vero, sono leggermente cresciuti rispetto al passato (+ 350 euro o + 650 euro a seconda degli allestimenti), ma considerata l'iniezione di tecnologia a cui è stata sottoposta la rinnovata Mazda6 si può considerare un peccato veniale. Il listino per il mercato italiano si apre con i 28.950 euro della versione base Essence 2.2 diesel da 150 CV manuale per crescere fino ai 40.300 euro della versione top di gamma Wagon con trazione integrale AWD, cambio automatico, motore 2.2 diesel da 175 CV e allestimento top di gamma Exceed. Si possono scegliere anche alcuni pacchetti come l’Evolve Pack (1.350 euro) che comprende fari full led, radio digitale, Blind Spot Monitoring, Rear Cross Trafic Alert e sensori parcheggio. Il cruise control adattivo costa 500 euro, mentre per avere pelle e tetto panoramico servono altri 2.000 euro.

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La Mazda6 nella versione AWD

Le nostre impressioni di guida

Abbiamo scelto di mettere alla prova la Mazda6 Wagon nella versione 2.2 Skyactiv-D da 175 CV con cambio manuale, nella nuovissima variante Wagon AWD, quindi con trazione integrale. L’abitabilità davanti è eccellente (peccato solo per la regolazione dei sedili a scatti tramite leva presente sul nostro esemplare), ma anche dietro, dove non mancano bocchette di ventilazione dedicate e due passeggeri viaggiano in prima classe (il terzo come sempre è più sacrificato) con tanto spazio per distendere le gambe.

 

Premiamo il tasto start, che ora è stato elegantemente collocato nella parte alta della plancia. Il turbo diesel giapponese si dimostra fin da subito, persino a freddo, incredibilmente silenzioso e assolutamente privo di vibrazioni. Anche portandolo su di giri, fino ad affondare il piede sul pedale del gas, lo Skyactiv-D continua a non alzare la voce. Ma quello che ci sorprende di più è ancora una volta il suo carattere.

2.2 Skyactiv-D: che diesel!

Oltre ad avere grinta da vendere e uno spunto davvero interessante persino in ripresa con le marce alte, il 2.2 Mazda non rivela quella ruvidità quasi inevitabile sui quattro cilindri a gasolio. Lo Skyactiv-D è molto pastoso, dolce e in definitiva piacevole da guidare, con un’erogazione corposa tra i 2.000 e i 3.000 giri/min. Ci ricorda i migliori diesel a quattro cilindri della concorrenza tedesca e rimane certamente uno dei motori a gasolio più interessanti del mercato con questo frazionamento.

Oltre ad avere grinta da vendere e uno spunto davvero interessante persino in ripresa con le marce alte, il 2.2 Mazda non rivela quella ruvidità quasi inevitabile sui quattro cilindri a gasolio

 

Dal momento che avevamo già apprezzato le ottime qualità dell’automatico Skyactiv-Drive sulla CX-5 restyling, abbiamo scelto di guidare una versione manuale della Mazda6. Lo Skyactiv-MT a sei marce è complessivamente un buon cambio, specialmente per l’escursione della leva piuttosto ridotta. Gli innesti sono precisi e abbastanza decisi, peccato solo per un po’ di ruvidità di troppo. Se non avessimo avvertito qualche impuntamento lo avremmo promosso di certo a pieni voti come abbiamo fatto con l’automatico che quindi, resta una scelta consigliatissima anche su Mazda6.

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L'abitacolo della versione berlina

Tanto comfort. Ora anche a trazione integrale

Con il restyling i tecnici giapponesi sono intervenuti poi su una serie di dettagli per migliorare comfort e piacere di guida. La nuova insonorizzazione, più ricca di materiali fonoassorbenti e affidata a guarnizioni più spesse ha permesso di ridurre la rumorosità del 25%. E si sente visto che rispetto al passato scompare del tutto quella rumorosità di fondo dovuta a fruscii aerodinamici e rotolamento delle ruote lasciando il posto a viaggi avvolti nella massima silenziosità, in un ambiente totalmente ovattato rispetto a quello che accade all’esterno dell’abitacolo.

 

Ripensate anche le sospensioni (MacPherson all’anteriore e raffinato MultiLink al posteriore): davanti spuntano nuovi pistoni e boccole, mentre dietro sono stati montati ammortizzatori di diametro maggiorato. Lo smorzamento su buche, dossi e avvallamenti è sensibilmente migliorato anche ma la Mazda6 rimane un’auto con un assetto piuttosto reattivo, merito anche dell’ottimo telaio, che trasmette piacevoli sensazioni tra le curve.

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La wagon e la berlina insieme

 

La presenza della trazione integrale è stata una piacevole sorpresa. La Mazda6 AWD diventa più efficace nella guida dinamica, quando si ha un po’ di fretta per intenderci, garantendo una migliore motricità in curva. Consigliata quindi non solo per chi va spesso in montagna, magari sulla neve, ma anche per coloro che cercano un pizzico di piacere di guida in più.

 

L’assenza di modalità di guida selezionabili per variare la risposta di sterzo, sospensioni e cambio però ci è sembrata una grave mancanza. Soprattutto su un’auto di questo livello che ha tutte le carte in regola - a livello qualitativo e tecnologico - per giocarsela veramente con i mostri sacri del segmento premium. La mancanza dei comandi Sport o Eco, divenuti quasi due must della concorrenza, si sente e il restyling sarebbe stata l’occasione perfetta per introdurli. (per la verità una modalità Sport è offerta con il 2.5 a benzina, che per ovvie ragioni però non è molto indicato per il mercato italiano)

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Il Cx varia da 0,26 a 0,28 a seconda delle versioni

Consumi: la cilindrata non deve spaventare, anzi!

Nonostante il 2.2 diesel rappresenti quasi un tabù in Italia (del tutto ingiustificato peraltro visto che il bollo si paga in base ai kW e le assicurazioni sono molto più interessate alla potenza che ai CV fiscali rispetto ad un tempo), non ci stancheremo mai di raccontare le eccezionali qualità in termini di consumi ridotti di questo grande motore. Nel corso della nostra prova, dove non ci siamo di certo risparmiati con il pedale del gas, siamo riusciti a scendere fino a 6,3 l/100 km (quasi 18 km con 1 litro!). Un risultato eccezionale per una station di questo segmento, per di più dotata di trazione integrale! Il merito è senza dubbio dell’ottimo propulsore, ma anche dell’aerodinamica (0,26 - 0,28 Cx a seconda delle versioni) e soprattutto del peso particolarmente ridotto, grazie al raffinato telaio. L’ago della bilancia per una Mazda6 Wagon oscilla infatti dai 1.305 kg della versione benzina di ingresso fino ai 1.485 della versione AWD automatica più potente. Valori eccezionali - siamo in ogni caso sempre sotto la soglia di 1,5 tonnellate - e molto più bassi rispetto alle dirette competitor (VW Passat 1.430 kg)

Conclusioni

La Mazda6 restyling ritorna sul mercato ancora più agguerrita di prima, pronta a dare filo da torcere alle migliori competitor tedesche, anche di fascia premium. Il merito è di un’estetica aggiornata e più elegante, ma soprattutto di un livello tecnologico di altissimo profilo (i fari full led adottivi parlano da soli). Davvero pochissime le note stonate, mentre convincono di gran lunga motore 2.2 diesel, cambio automatico, telaio e la presenza della trazione integrale.

Pregi

- Qualità: è eccellente

- 2.2 Skyactiv-D: silenzioso, corposo e poco assetato

- Cambio automatico Skyactiv-Drive

- Ora anche a trazione integrale

Difetti

- Disponibilità motori: è piuttosto limitata

- Modalità di guida assenti

- Cambio manuale Skyactiv-MT: un po’ meno ruvidità lo renderebbe perfetto

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