CIR 2013. Ricognitore Speciale. Paolo Andreucci ci guida sul percorso del Rally Adriatico

CIR 2013. Ricognitore Speciale. Paolo Andreucci ci guida sul percorso del Rally Adriatico
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Eccoci al “rituale” appuntamento di lusso con Paolo Andreucci, Campione antologico del CIR con 7 Titoli all’attivo. Il Pilota ufficiale Peugeot Sport Italia ci racconta il prossimo Rally Adriatico, terza prova della stagione 2013 | <i>P. Batini</i>
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
15 maggio 2013

A Brescia Paolo Andreucci, Pilota ufficiale Peugeot Italia, ha registrato un record rilevante, quello dei 50 arrivi di gara consecutivi. Tradotto in soldoni, soprattutto alla luce della messe di Titoli, non c’è miglior indice di affidabilità. È un doppio piacere parlare con Andreucci alla vigilia dell’imminente “trilogia” di Rally su Terra, perché la passione del Campione toscano per questo tipo di terreno traspare evidente.

 

Ti piacciono le gare su terra?
«Certamente, le gare su terra mi piacciono molto. Oddio, mi piacciono anche quelle sull’asfalto, e per dirla tutta soprattutto mi piacciono le gare italiane, che sono tutte belle. È un privilegio di cui godiamo noi italiani».

 

Parliamo dunque della terza prova del CIR 2013, in programma questo fine settimana, nella “scheda by” Paolo Andreucci.

«L’Adriatico è un bel Rally. Un Rally su terra, ma su una terra “bella”. Se lo paragoniamo per esempio al Sardegna, la cui terra è più “dura”, l’Adriatico è un Rally mediamente veloce, e relativamente più facile. È difficile forare, e questo è un vantaggio generale importante, perché elimina buona parte dei problemi legati alle gomme. La “stratificazione” del terreno, duro sotto e ricoperto di “ghiaino”, fa sì che i primi a partire sono svantaggiati, perché spetta a loro l’ingrato compito di “pulire” la pista. Almeno per il primo giro, dunque, partire tra i primi è un fatto negativo. Lo stesso vale, in rapporto e se parliamo di gara “asciutta”, anche per i primissimi, dal 1° al quinto/sesto, che soffrono a scalare dello stesso problema».

andreucci peugeot 208 r2 2
Il Rally dell'Adriatico è il primo appuntamento con la terra per la Peugeot 208 R2

 

«Tre le prove speciali, da ripetersi, più una prova prologo/spettacolo particolare. Il venerdì sera, infatti, si corre su asfalto, ma con gomme da terra. La conseguente minore aderenza porta i Piloti a mandare in scena dei veri e propri numeri, ed è logico che ne guadagni molto lo spettacolo. È inoltre una prova più aperta, con lunghi tratti visibili, per cui per gli spettatori è una buona occasione per seguire lunghi scorci della gara. Un'altra caratteristica dell’Adriatico è che il Rally è valido per il CIR e per il Trofeo Terra, una doppia validità importante che produce un parco partenti particolarmente sostanzioso. Insomma, sicuramente una gara da seguire».

 

L’angolo dei ricordi...

«Ho due ricordi bellissimi, che mi legano in particolare al Rally Adriatico. Il primo è quello, bellissimo, datato del 2001. Quell’anno, proprio all’Adriatico, Anna ed io abbiamo vinto il nostro primo Campionato, con la Ford, da privati, battendo Piloti e macchine ufficiali. È stata una grande gioia, per noi e per la nostra Squadra, tutti protagonisti di una grande stagione».

Ho due ricordi bellissimi, che mi legano in particolare al Rally Adriatico. Il primo è quello, bellissimo, datato del 2001. Quell’anno, proprio all’Adriatico, Anna ed io abbiamo vinto il nostro primo Campionato, con la Ford, da privati, battendo Piloti e 

 

«Un altro bel ricordo è quello legato alla stagione 2009, segnato dal passaggio alla Super 2000 Peugeot. Partivamo da Numana, e c’era naturalmente molta attesa. Abbiamo stravinto, conquistando un podio entusiasmante che ci ha aperto la porta ai seguenti, stupendi 4 anni di successi. Il ricordo meno bello è quello del 2010, quando mi sono scontrato con un quad infiltratosi nella pista della prova speciale».

 

Il Rally Adriatico è anche il battesimo della… terra per la Peugeot 208 R2, appena provata nel corso di un test in Toscana. Risultato?

«La nuova macchina va molto bene, ed è ben bilanciata. Ho solo fatto un po’ di fatica a “capirla”, perché naturalmente è una vettura diversa da quella con cui correvo l’anno scorso, e la caratteristica delle due ruote motrici è che si mettono meno di trasverso e bisogna adattarsi a questo fatto. Il bilancio del test è stato comunque eccezionale. La 208 R2 ha sospensioni da WRC, e grazie al passo più lungo, un’incredibile stabilità. Test eccellente, ho capito la mia nuova 208 R2 anche sul tipo di terreno che mi attende nelle Marche, e quindi in Sardegna e san Marino».

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