CIR 2015, Paolo Andreucci: «Un grande Ciocco!»

CIR 2015, Paolo Andreucci: «Un grande Ciocco!»
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Paolo Andreucci + Anna Andreussi + l’evoluzione naturale della Peugeot 208 T16: è ancora il “pacchetto” da battere. Ma il Pilota di casa ci parla soprattutto di un grande Rally del Ciocco
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
26 marzo 2015

Il Ciocco, 25 Marzo. Vinta la prima Prova Speciale, è chiaro che i tifosi erano già pronti a spellarsi le mani per applaudire Paolo Andreucci e Anna Andreussi in una vittoria che ritenevano scontata. Ma quel guaio della seconda speciale, il pedale del freno bloccato per l’intrusione grottesca di un “corpo estraneo”, la pinza bloccata e il principio d’incendio, e tutto il primo giro da “turisti” senza i freni anteriori, aveva non solo ricondotto la faccenda ad una dimensione di più “umana” incertezza, ma addirittura rischiato di mandare tutto a monte con un ritiro che sarebbe stato almeno sconcertante. Invece, rimessa in ordine la macchina al termine della prima tornata di Speciali, se il risultato assoluto era comunque andato, con i parziali il “pacchetto” era tornato al ritmo insostenibile di sempre.

 

Sei prove speciali vinte una dietro l’altra, più la prima, erano lì a dimostrarlo. Poi mettici anche quel paio di “disgrazie” altrui consistenti, i ritiri di Scandola e Basso, ed ecco che anche il risultato finale, pur fuori dal podio, assumeva un valore relativo eccellente. Un bel cambiamento di umore, tra i meno 11 punti del mattino del sabato e i più sei della domenica a ora di pranzo, e tutto di nuovo a posto.

 

«Beh, era la gara di casa mia. Sulle mie strade e in quelle condizioni di fondo, di variabilità e di viscido, condizioni che Basso soffre un po’, un piccolo vantaggio almeno me lo devo riconoscere. Diciamo anche, per la verità, che ero partito “pieno”, al massimo. La sfortuna ha voluto che fossi tagliato fuori dalla vittoria finale, ma mi ha fatto un grande piacere riconoscere che siamo stati da subito competitivi e abbiamo ottenuto dei buoni tempi. Fa piacere».

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Paolo Andreucci e Anna Andreussi a bordo della Peugeot 208 R5

 

Parliamo della gara. La tua gara, ma anche una bella dimostrazione di talento da parte degli organizzatori, che hanno spinto sull’acceleratore dell’evento e l’hanno portato su un gradino più in alto.
«Una bella gara davvero. Mi sono sentito di dover fare i complimenti agli organizzatori e glieli rifaccio volentieri. Ho rivisto un pubblico che erano anni che non si vedeva, anche perché hanno costruito un percorso che consentiva agli spettatori di vedere più passaggi. Nei punti più spettacolari c’era davvero una marea di gente. Gara impegnativa dal punto di vista logistico, ma congegnata attorno a un’eccellente idea. Così è stata anche la partenza da Forte dei Marmi. Con il “casino” provocato dal meteo non è stato più possibile disputare la piccola prova cittadina, ma il concetto e l’attrattiva della partenza dal Forte non cambia. Un’altra grande idea è stata la doppia prova della Coreglia sommata alla Tereglio della domenica mattina, hanno disegnato una prova speciale davvero completa e molto interessante, con tutti quei cambi di ritmo, strade strette e larghe, una prova lunga e molto impegnativa, ma anche molto bella e spettacolare. Mi è piaciuta moltissimo. Devo dire, insomma, che è stato un grande Rally. Ma non lo dico solo io, lo hanno riconosciuto anche i Piloti e l’ha detto la gente che è venuta a vederlo. Una gara costruita molto bene. Il Ciocco è sempre stato un Rally duro e selettivo, anche negli standard attuali del CIR che impongono un chilometraggio ridotto, ma all’interno di questo standard gli organizzatori hanno saputo muoversi creando una prova che è un vero Rally. In ogni caso, per sintetizzare, potremmo dire che il Ciocco si è dato da fare non solo nella direzione della logistica e dell’organizzazione specifica della gara, ma anche e soprattutto nella direzione dello spettacolo e del pubblico. Prove belle, molto varie, e agevole accessibilità. Stando fermi in uno dei numerosi punti strategici della gara, gli spettatori potevano assistere anche a quattro passaggi».

 

Passano gli anni, ma si riesce a fare l’abitudine a correre il Rally di casa, o ti emoziona sempre?
«Diciamo che quando corro, quando parte la prova speciale, non penso a nient’altro, e riesco ad astrarmi dalle condizioni emotive della situazione specifica. Diciamo anche, però, che nel contesto generale la gara di casa, e un Ciocco come questo e con tutta quella gente ai bordi delle strade, riescono sempre ad emozionarmi un poco. Sì, possiamo certamente dire che un po’ emozionato lo sono stato anch’io».

 

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La Peugeot 208 R5 di Andreucci durante il Rally del Ciocco

 

Avversari…
«Degli avversari, che dire? Sempre forti. Come avevo previsto è stata una gara con molti Piloti e molte macchine vicine a battagliare per le prime posizioni. Tutte vicine così, credo che per l’evoluzione della gara e soprattutto per il pubblico sia stata una bella sorpresa. Non solo i primi tre, quelli già in lotta lo scorso anno per la vittoria del CIR, ma anche gli altri che si sono infilati nella classifica e che l’hanno scalata senza timori reverenziali. Gli outsider come Perico, che ha vinto, ma anche Michelini e Caldani, Albertini sempre in lotta. Per il CIR è una crescita evidente, malgrado le acque difficili in cui naviga, un aspetto che lo rende più interessante che mai. Devo dire che Perico ha fatto veramente una bella gara, perché comunque è rimasto sempre vicino a Basso e, a venti secondi l’altro è sempre stato a rischio di un errore, che poi ha fatto».

 

E la Peugeot 208 T16?
«Della macchina, neanche a dirlo, siamo molto contenti, perché durante l’inverno è stata oggetto di tante piccole migliorie che hanno dimostrato di funzionare. Piccole variazioni, niente di grosso naturalmente, ma tutte orientate nella direzione giusta. Nessuna novità, grazie anche alle norme restrittive del nuovo regolamento R5, ma grandi affinamenti. Che la macchina è buona e molto competitiva lo dimostra anche la vittoria di Perico, anche lui in gara con una nuova Peugeot 208 R5. Il regolamento è stato studiato bene, per contenere i costi, per offrire sicurezza, per la reperibilità dei ricambi al livello di costo dei ricambi “tradizionali”. Il risultato penso che scaturisca in modo evidente dalle nostre prove. La Peugeot 208 T16 va forte e si guida molto bene, fa vincere e divertire, chi la guida e chi le vede passare».

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