Dakar 2013, Tappa 8. Vincono Barreda (Husqvarna) e Chicherit (SMG) in una giornata rocambolesca

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Piero Batini
  • di Piero Batini
Dakar 2013. Ottava tappa. Caos prima, durante e alla fine. Le vittorie di Joan Barreda e Guerlain Chicherit arrivano al termine di una serie impressionante di colpi di scena e rovesciamenti di fronte | <i>P. Batini</i>
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12 gennaio 2013

San Miguel de Tucuman, 12 gennaio. Passate le Ande e arrivederci al Cile, qualcosa è cambiato. A parte gli scenari agonistici, influenzati da piccoli e grandi colpi di scena (ma è niente in confronto con quello che sta per succedere), l’Argentina subentra al Cile, e la Cordillera al deserto di Atacama nella gallery stratosferica di scenari tra i più belli del pianeta. La temperatura scende (per poco) e… piove. Fortissimo nella provincia di Salta, dove ha reso impraticabili piste solitamente asciutte e polverose.

 

La tappa marathon, ovvero senza possibilità di intervento delle assistenze, assume una nuova fisionomia. Nella notte gli organizzatori hanno deciso di “tagliare” la prima parte della Speciale Salta-San Miguel de Tucuman, spostando la partenza a Punta de Balastro e riducendola drasticamente per moto e auto dagli iniziali 491 chilometri ad un veloce sprint di meno della metà, e di annullare quella dei camion che vanno dritti al bivacco della giornata di riposo. Raddoppiato il trasferimento iniziale, 300 chilometri, e mantenuto quello finale di oltre 200.


Cyril Despres, fortunosamente al bivacco per i problemi al cambio della sua KTM, ha effettuato lo "swap" del suo motore con quello del polacco Marek Dabrowski, Franco Picco ha deciso di ritirarsi per sorvegliare e gestire meglio l’assistenza del suo Team, che resta in gara con il tostissimo Fabio Mauri, e Jordi Viladoms è riuscito a raggiungere il bivacco a notte fonda e sotto la pioggia, a riparare e a rimanere in gara. Autentico Iron Man e grande professionista! A fatica, i ranghi sono compattati. A San Miguel de Tucuman, dove si consumerà la fatidica e caotica, brevissima giornata di riposo, i concorrenti potranno tirare un bel sospiro di sollievo.

Kurt Caselli parte in testa ma sbaglia subito strada

Kurt Caselli, vincitore della settima tappa, parte per primo e apre la pista. Al primo esame di navigazione in solitario l’americano sbaglia dopo appena 30 chilometri, si allontana dalla pista corretta e perde venti posizioni. Cose che capitano. L’errore fa parte del gioco, ed è un rischio cui si sottopongono i più veloci, Joan Barreda, Francisco Lopez, Olivier Pain e… Cyril Despres, che non si può permettere il lusso di rimandare e attacca continuando a forzare. Olivier Pain, veloce e “sicuro” davanti al plotone, resiste e concede pochissimo del suo patrimonio di leader.

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La rocambolesca tappa di oggi ha provocato numerosi stravolgimenti in classifica

 

I distacchi restano contenuti, e sembrano relegare quella che era in origine una tappa chiave al ruolo di un ininfluente passaggio interlocutorio. Ma questa è la storia della prima parte della Speciale. Poi arriva l’imprevisto, il colpo di scena. Intorno al KM 120 la “muta” in fuga sbaglia, e questa volta tocca anche ai “professori”. Fantastico! Un solo aggettivo polivalente per indicare stupore, incredulità, ironia, irrealtà. In sostanza un disastro. Cambia quasi tutto, leader di ieri che si ritrovano alle spalle di outsider, classifiche stravolte, distacchi abissali. È come se la Dakar iniziasse oggi, con handicap casuali distribuiti a caso. La dinamica è “classica”.

 

Cala la concentrazione per un attimo, uno davanti si infila in un corridoio e tutti dietro. Come deficienti. Quando poi il gregge si accorge che qualcosa che non va e fa dietro front, sono quelli più indietro che, avendo percorso meno strada, si trovano avvantaggiati, e ancor di più lo sono quelli partiti con maggiori ritardi al mattino. Ci vuole un ragioniere per stilare una classifica inimmaginabile solo 24 ore prima. Sfogliamo dai suoi confusi appunti.

 

Una classifica inaspettata

Joan Barreda, remi in barca fino a ieri, vince a mani basse con un vantaggio considerevole. Alle sue spalle Johnny Campbell e figure di secondo piano come lo slovacco Jakes, il portoghese Bianchi Prata, il francese Guindani, e sulla sua testa, come su quella di altri Piloti, il dubbio che abbia saltato un way point, al momento per fortuna fugato. Il primo nome noto, un quarto d’ora dopo Barreda, è quello di David Casteu, che diventa interessantissimo nella proiezione della classifica generale. Il Pilota Yamaha, terzo al termine della settima tappa, balza al comando della Dakar, provvisoriamente davanti a Despres, che è partito oltre la ventesima posizione per attaccare e ha pescato un altro jolly partecipando solo in parte al “tour” degli sventurati apripista. Despres è a 9 minuti da Casteu, ma deve ancora pagare i 15 del cambio di motore e scendere in classifica, giusto e ancora dietro a Olivier Pain, “ultrasettantesimo” con oltre mezz’ora di ritardo che crolla dalla prima alla quarta posizione.

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Il Buggy Qatar Red Bull si riconferma ancora una volta competitivo ma la tappa se l'aggiudica il francese Chicherit


La nuova, incredibile classifica che i Piloti allibiti si gireranno tra le mani per tutta la giornata di riposo è questa: primo David Casteu, secondo Ruben Faria, il portatore d’acqua di Despres, a 11 minuti, e terzo è Francisco “Chaleco” Lopez, un altro minuto di ritardo. Alessandro Botturi lascia la top ten (ci auguriamo provvisoriamente) e vi entrano Jakes, Svitko, Pizzolito, Przygonski.

 

Credo proprio che su questa tappa così rocambolesca si dovrà tornare a ragionare. Roba da non credere, mi ricorda quando durante la Dakar del 1988, il giorno del mio compleanno, fecero sparire la Peugeot di Ari Vatanen al bivacco di Bamako. E a proposito di auto e di colpi di scena, analogamente non si può dire che la gara delle quattro ruote sia filata liscia come l’olio e senza spunti interessanti, alcuni dei quali al limite del colpo di scena.

Nelle auto vince Chicherit

Il primo di questi è, naturalmente, la confermata competitività di Al-Attiya e del suo Buggy, pronti-via in testa alla tappa. Il Principe del Qatar mantiene la testa della corsa fino a metà della Speciale, poi la gara cambia, e a condurre passa il francese Guerlain Chcherit al volante della SMG. Al-Attiya scende in quinta posizione, ma Peterhansel è ancora più indietro e in ritardo, tanto che da qual momento deve virtualmente abdicare e lasciare lo scettro provvisorio della Dakar nelle mani dell’avversario diretto.

 

Dalla speciale escono nell’ordine Chicherit, Orlando Terranova (BMW) e Robby Gordon (Hummer), con Peterhansel poco più indietro. Al-Attiya non è ancora arrivato, e intanto esce il comunicato laconico con il quale l’organizzazione comunica di aver deciso di tagliare via dalla speciale anche gli ultimi 30 chilometri della Speciale, disastrata dalle piogge e definita “dantesca”. Dantesca la Tappa o machiavellica l’Organizzazione?

Classifiche

Leggi la classifica generale e l'ordine di arrivo dell'ottava tappa della Dakar 2013

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