Dakar 2015. Cyril Despres, il pischello della Peugeot

Dakar 2015. Cyril Despres, il pischello della Peugeot
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Piero Batini
  • di Piero Batini
In un colpo solo, con la nona tappa, Cyril Despres ha fatto un salto in avanti. Un salto notevole. Entra nei primi dieci superando una serie di “esami” | <i>P. Batini, Calama</i>
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
14 gennaio 2015

Calama, 14 Gennaio 2015. Giornata particolare in seno al Team Peugeot-Total, scandito dai sobbalzi della gioia e della paura, del sollievo e, infine, della soddisfazione. La 2008 DKR, debuttante osservata speciale, è stata revisionata ed è pronta per la seconda parte della Dakar, quella conclusiva, quella psicologicamente più lunga. Ogni giorno che passa è una conquista, ma quelli che restano aumentano la pressione. Comunque si può partire.

Stephane Peterhansel parte sciolto, affronta le dune di Iquique con piglio, ma senza forzare. Quando entra nella parte più dura del percorso, la 2008 DKR è nella lotta tra cinque macchine, Peterhansel ha fatto della costanza di rendimento una delle armi migliori della sua carriera, quindi basta che alzi appena il ritmo e, alla lunga, gli effetti si fanno sentire. Alza un poco, e a due terzi di Speciale è in lotta per il primo podio della debuttante Peugeot 2008 DKR. Questa è gioia.
Proprio nel momento meno opportuno, quello dell’assalto si direbbe, ma mi direte voi quando vi è un momento opportuno per quello che sta per succedere, la 2008 DKR si inabissa in una pozza di fesh-fesh e quando ne esce un rumore che viene dall’avantreno dice che bisogna fermarsi.

Questa è la paura. Paura del ritiro. “Peter” e Jean-Paul Cottret scendono dalla macchina.

Un mozzo è danneggiato. Si può riparare, ma per farlo bisogna aspettare gli attrezzi che sono sul camion in corsa. Questo è rammarico, proprio ora che… ma è anche sollievo, perché la 2008 DKR resta in gara. Con tre ore di più sulla tabella di marcia di una tappa che poteva anche risolversi in un’apoteosi, ma con un giorno di più di esperienza e la certezza di averne un altro ancora.

 

Dakar Peugeot  (6)
Lo sfortunato stop di "Peter". La sua 2008 DKR è ancora in gara, non troppo distante dai primi

 

Dall’altra parte c’è Cyril Despres, giovane Pilota di auto ma già un “senatore” con le moto. Anzi, tra tutti quelli che sono qui in giro, il più titolato con cinque Dakar vinte. Il debutto con la Peugeot è il suo sogno fortunato realizzato. Una Macchina ufficiale, l’impegno di una Casa, nessuna pressione, nessuna. Solo il compito di imparare, e per di più con una Macchina che deve imparare anch’essa. Non credo che ci sia modo migliore per fare la Dakar, chiedete a Diocleziano Toia che sta passando le notti al camion della casse dei ricambi.
Allora via nella nona. Le dune di Iquique Despres le conosce, e lascia scorrere la 2008, non le aggredisce, sarebbe un errore. Funziona anche con la Macchina, e la 2008 DKR se la cava benissimo.

Le dune scivolano via. Una foratura, il cambio della gomma, con delle ruote da 50 chili o quasi è un esame anche quello. Arriva il duro, ancora via liscio, senza forzare, altro compito consegnato. Despres si ferma per vedere se può dare una mano al compagno di Squadra, ma Peterhansel lo rispedisce in pista a finire la “sua” Speciale.

La 2008 DKR entra nella zona del famigerato waypojnt nascosto in una nube di fesh-fesh. Ci pensa Gilles Picard, che al primo tentativo, dopo una digressione trascurabile, scioglie l’indovinello.
La macchina taglia il traguardo di Calama e entra nei primi dieci. Bene sulle dune, sul misto veloce, sul duro, bene il Navigatore e, naturalmente, bene tutto il personale di bordo della Peugeot 2008 DKR.

Questa è la soddisfazione, il gran finale di una giornata di tensioni varie, che alla Dakar sono come noccioline. Ci sta anche una bella intervista televisiva, come ai vecchi tempi facendo un po’ lo splendido. Quando ci vuole, ci vuole.

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