Dakar 2021. E questa volta Loeb s'infuria!

Dakar 2021. E questa volta Loeb s'infuria!
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Cinque minuti di penalità per un “eccesso di velocità” da qualche secondo e “certificato” non per colpa sua. Alla fine anche la flemma iper professionale del fuoriclasse per definizione viene meno. E “Seb” non le manda a dire!
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
7 gennaio 2021

Riyadh, Arabia Saudita, 6 Gennaio. Alla fine di ogni giorno i commissari della Dakar… mangiano, poi passano al vaglio tutte le irregolarità della corsa. Si riuniscono, ascoltano testimonianze, spulciano tabelle e tracce GPS, giudicano, sanciscono, stendono verbali. Quando sono sicuri che tutti siano a letto fissano con le puntine da disegno alla bacheca di gara i verdetti. L’immagine è figurata, oggi va tutto su Sportity.

Così il Pilota, il Manager, l’Assistente, tutti vengono a sapere dalla suoneria di notifica dello smartphone, se è impostata e se c’è ancora carica di batteria.

Sebastien Loeb l’ha saputo prima. Era ancora sveglio. E in ogni caso dopo si è svegliato di più, come poche altre volte nella sua immensa carriera.

Altra cosa che dovete sapere, è che nei Rally sono stati introdotti dei… limiti di velocità. Sono tratti a velocità controllata per sicurezza, degli Equipaggi e… degli spettatori. Tipicamente sono tratti pericolosi o frequentati, come negli attraversamenti o in prossimità dei centri abitati. È una soluzione, inventata in Italia per la verità, per la sicurezza, non vessatoria, non è una trappola.

In una di queste circostanze Loeb ha passato il limite e ha preso cinque minuti di penalità. Cinque minuti quando sei quarto assoluto, e per un vantaggio di una manciata di secondi, è da stupidi, oppure… sei caduto in una trappola.

Così, apparentemente è stato, e la trappola non è intenzionale bensì da attribuire a un malfunzionamento del sistema di allarme che avrebbe dovuto avvertire l’Equipaggio della BRX Hunter del nove volte Campione del Mondo Rally. Non ha funzionato, e a quanto pare i tecnici dei sistemi GPS hanno testimoniato e “certificato” il difetto possibile. Niente da fare. Dello stupido a Loeb, e anche a Daniel Elena, che è in Macchina anche per questo. Si vede che i commissari erano al dolce.

Ora, Loeb è un professionista come nessun altro. E un appassionato come pochi al Mondo e la sua ultima passione è la Dakar. Dimenticavo: la sua grandissima passione è vincere, e alla Dakar partecipa per questo, non per fare il furfante!

Per tutto questo sono convinto che Loeb abbia ragione. Penso che sia una faccenda incredibile, penso giusto che Loeb perda per una volta le staffe denunciando l’incompetenza dei giudici e dei “vigili”. Penso che, dopo l’amaro, i giudici riusciranno a riflettere più di intelletto che di pancia, e vedrete che quella penalità, come per incanto, svanirà!

Sebastien Loeb. “In tutti questi anni avete imparato a conoscermi un po’, e raramente mi lascio a uno sfogo. Ma stasera ho bisogno di condividere con voi l'incompetenza del Collegio dei Commissari di un evento mitico come la Dakar. Siamo appena stati penalizzati di cinque minuti per il superamento della velocità in una zona controllata. Durante tutte le mie partecipazioni, durante tutte le tappe e durante tutte le zone di controllo della velocità, ho sempre fatto del mio meglio per rispettare questa regola. Alla sola condizione che il sistema GPS, tramite un allarme, ci comunichi quando entriamo in queste zone “invisibili”. Oggi, nella zona di cui stiamo parlando, l'allarme non ha suonato nel momento in cui siamo entrati nell’area. Quindi non ho potuto rallentare in tempo.

Nonostante le nostre spiegazioni, e soprattutto nonostante l’ammissione del fornitore del sistema GPS di una preoccupazione per la sua attrezzatura nella nostra macchina (cosa che ovviamente può succedere), la giuria degli steward non ne ha voluto sapere e ha deciso, da vigliacco seduto dietro alla scrivania con l'unico rischio di rovesciare la tazza del caffè quando noi rischiamo la vita ogni giorno in macchina, di infliggerci una penalità ben maggiore del vantaggio che il “bug” GPS ci ha dato… due o tre secondi a essere generosi. Sono un appassionato ma soprattutto un concorrente. E oggi, se sono in una gara come la Dakar, è prima di tutto per ottenere ciò per cui mi sono impegnato: un risultato pari alle ambizioni della squadra e all'altezza delle mie. Per questo non c'è spazio né per l'incompetenza né per gli incompetenti!”

© Immagini: “Nani” Roma Media, BRX, Red Bull Content Pool, X-raid, Toyota Gazoo Racing, ASO, KTM, Honda, Rally Zone, Francesca Gasperi

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