Dakar 2024. Bomba Al Attiyah: Lascia Toyota!

Dakar 2024. Bomba Al Attiyah: Lascia Toyota!
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Momento di grande turbolenza. Dove andrà il Principe del Qatar? Non solo Toyota, non solo Al Attiyah a tenere banco. Per Audi è l’ultima chance prima di votarsi anima e… portafogli alla F1. Prodrive particolarmente aggressiva…
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
25 luglio 2023

Teruel, Spagna, 23 Luglio. Tra le pieghe della Baja España Aragón c’è tanta onesta felicità, è il sesto successo, un po’ di istrionica tristezza, l’ultima Baja, e un po’ di istintiva rabbia, il Pilota che se ne va. È l’effetto della miscela esplosiva della bomba Al Attiyah lanciata a fine corsa, addirittura sul podio (ecco il comprensibile plus di rabbia da parte del Team). Le chiacchiere avevano già dilagato, e dilavato un terreno piuttosto arido di colpi di scena di “mercato” (se si eccettua il colpo, anche giustamente, almeno un po’ “vendicativo” di Nani Roma passato a condurre le danze dell’arrivo sulla scena di Ford M-Sport).

Nasser Al Attiyah, e di conseguenza Mathieu Baumel, il navigatore storico, lascia Toyota. Dopo 6 anni e 3 Dakar vinte. Sul palco della Baja il Principe del Qatar ha annunciato che è l’ultima Baja disputata con Toyota, e che il Desafio Ruta 40, Argentina, 26 Agosto - 1 Settembre sarà l’ultimo con i colori e l’Hilux del Team Gazoo Racing. Il 52enne Nasser Salih Nasser Abdullah Al-Attiyah, vincitore di 5 Dakar e di altrettanti Titoli di Campione del Mondo (and counting…), bronzo alle Olimpiadi di Londra nello Skeet (6 edizioni dei Giochi disputate) Mondiale Produzione e WRC2 World Rally Car, recordman MERC, e cosi via… ha deciso di cambiare casacca e carrozzeria. Al Attiyah ha vinto la Dakar con Volkswagen, Mini e Toyota, ora dice – e non dice – che intende raccogliere il guanto di sfida di un “progetto giovane”!

L’affermazione è esplosiva e clamorosa, un’autentica bomba, ma è altrettanto sibillina. Se si eccettuano le partecipazioni di Mini (ora in una fase di inerzia poiché Sven Quandt è alla guida del Team Audi Dakar), tutti gli attuali progetti Dakar possono essere considerati giovani. Lo è quello di Ford, l’ultimo arrivato (ma non “l’ultimo arrivato” perché ci son di mezzo zio Malcolm Wilson e Nani Roma). Lo è quello di Prodrive, prima Nani-centrico e poi trampolino dell’urgenza di successo di Sébastien Loeb (il quale ha già annunciato il “trasferimento” verso Dacia dell’attuale sviluppo tecnico-sportivo). E lo è, per quanto se ne sia tanto parlato che sembrano dieci anni, il faraonico impegno Audi, che arriva alla terza, e annunciata ultima, partecipazione alla Dakar, per poi concentrare anima e portafogli nella Formula 1.

E allora, dove va, o dove potrebbe andare a parare il volo di Al Attiyah? La strada, in realtà, sembra piuttosto disseminata di indizi abbastanza chiari, ma per amor di ufficialità aspetteremo che il Principe, o chi per lui, esca allo scoperto con l’annuncio che non dovrebbe tardare troppo. Ci piace, tuttavia, disegnare nell’aria due grandi scenari che incastoneremmo volentieri in un contesto di fantasia, o di fantascienza, mettendo ipoteticamente a confronto due possibilità: Prodrive e… Audi. Partiamo da quest’ultima.

Questa ci piacerebbe. Stando alle scadenze, la Dakar 2024 è l’ultima possibilità per Audi di chiudere il progetto con un successo o con il fallimento. Non ci sono vie di mezzo. E, allora, perché non fare al Principe del Qatar una proposta indecente? Un bel mucchio di soldi, due piccioni con una fava: il campione in carica sull’”elettrica” e, di conseguenza, o come detonatore, l’avversario più importante annientato portandolo a casa. Di solito a Peterhansel, che è abbastanza puntiglioso, va bene quasi tutto, poi ci pensa lui a sistemare le gerarchie, e con Sainz, col quale non sono mancate le dispute su più piani, anche accese, non è mancata anche una forma di grande rispetto e, a suo tempo, anche di collaborazione. Ekstrom? In fondo è un habitué della Casa e un posto di consolazione, ipotesi tre auto alla Dakar 2024, lo troverebbe sempre.

Seconda ipotesi, Prodrive. Hunter. Non ci sono dubbi, la macchina è decollata con l’introduzione del Regolamento che avvalla le T1 Plus, i problemi di base sono stati risolti, l’affidabilità è questione delicata ma in via di netto miglioramento, e la performance c’è. E così, a quanto pare, ci sono le risorse. Anzi, per David Richards potrebbe essere un momento incredibilmente favorevole per confluenza astrale di sponsor. Renault, Red Bull, Bahrain, qui c’è davvero il rischio di sguazzare nell’oro, e un Al Attiyah sarebbe un altro magnete, oltre che un’arma, importante. C’è da strutturarsi ampliando i tendoni, da dare un senso logico alle “diversificazioni”, accontentare nomi di Costruttori, di Paesi e, certamente, di Piloti. Ma se ci son le possibilità… alla fine proprio il nome del Costruttore che arriva per ultimo, si affida alla struttura inglese e coinvolge subito Loeb deve essere considerato come il piede più per terra di tutte le congetture sin qui fantasiosamente espresse.

Chi vuole scommettere chi? Io ho già puntato… (dopodiché scommetteremo sui nomi nuovi di Toyota)

© Immagini Red Bull Content Pool, W2R Championship – QMMI - DPPI – Toyota – BRX

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