Blocco dei diesel, i sindaci di Roma, Milano e Torino non rispondono alle richieste di chiarimenti

Blocco dei diesel, i sindaci di Roma, Milano e Torino non rispondono alle richieste di chiarimenti
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Ippolito Fassati
  • di Ippolito Fassati
Le tre amministrazioni comunali non rilasciano dichiarazioni sulla questione diesel nei centri cittadini, contribuendo a incrementare allarmismo e dubbi tra i consumatori
  • Ippolito Fassati
  • di Ippolito Fassati
7 maggio 2018

Automoto.it da mesi è impegnato in una campagna di informazione che ha l’obiettivo di fare chiarezza sulla questione della mobilità presente e futura dei veicoli a motore nei centri urbani, per dare agli automobilisti un quadro chiaro della situazione, evitando che le recenti dichiarazioni rilasciate da alcune giunte comunali, creino falsi allarmismi. Dato per assodato che tutti ci stiamo impegnando per avere un futuro ad emissioni tendenti a zero, non è giusto discriminare e considerare obsolete tout court alcune tecnologie - come il diesel - che hanno raggiunto livelli di prestazioni molto elevati e che sono tutt’altro che nocive, rischiando così di bloccare il mercato e di dare anche una cattiva informazione sui temi di inquinamento ambientale e sostenibilità.

Abbiamo già raccolto pareri autorevoli di professori universitari, di dirigenti di alcune delle principali case automobilistiche e del presidente UNRAE Michele Crisci. Ciascuno di loro ha voluto dare la propria versione sullo stato di fatto delle motorizzazioni e sul loro futuro, concordando sulla necessità di non creare falsi allarmismi che frenino gli automobilisti dall’acquistare l’una o l’altra tecnologia. Purtroppo all’appello mancano le risposte di tutte tre le amministrazioni comunali che abbiamo interpellato. Chiara Appendino, Virginia Raggi e Giuseppe Sala, i Sindaci che nel corso degli ultimi mesi hanno ripetutamente “dichiarato guerra” ai diesel, senza distinzioni. Noi abbiamo rivolto le stesse domande alle tre giunte per ottenere maggiori dettagli sulle loro dichiarazioni che appaiono troppo drastiche, poco scientifiche e che si abbattono sui cittadini dei tre Comuni creando un effetto panico. Purtroppo, dopo oltre un mese, non abbiamo ancora ottenuto una sola risposta, solo temporeggiamenti inutili.

Noi abbiamo rivolto le stesse domande alle tre giunte per ottenere maggiori dettagli sulle loro dichiarazioni che appaiono troppo drastiche, poco scientifiche e che si abbattono sui cittadini dei tre Comuni creando un effetto panico. Purtroppo, dopo oltre un mese, non abbiamo ancora ottenuto una sola risposta, solo temporeggiamenti inutili

I Comuni di Milano, Roma e Torino fanno fronte unico, le telefonate e le richieste di interviste – di seguito riportiamo gli screenshot di una piccola selezione delle email inviate - al Sindaco Giuseppe Sala e a Marco Granelli Assessore a Mobilità e Ambiente del comune di Milano, al Sindaco Virginia Raggi e a Linda Meleo Assessore alla Città in Movimento del Comune di Roma e infine al Sindaco di Torino Chiara Appendino e al suo portavoce Luca Pasquaretta, sono tutte ancora in attesa di risposte.

Ci sembra un atteggiamento del tutto controproducente, anche perché, se una decisione è stata presa, deve essere stata ben ponderata e dunque non si capisce perché non venga naturale spiegare alla stampa le motivazioni di tali scelte. Così facendo, al contrario, si alimenta un clima di ancora maggiore incertezza e incomprensione che non fa che peggiorare una situazione già critica, fornendo un disservizio ai cittadini dei Comuni coinvolti che in questo modo non capiscono cosa fare delle proprie automobili e perché.

Sicuramente questo silenzio ci spinge a proseguire nella nostra inchiesta e quindi torneremo presto con nuove notizie sull’argomento.

Le domande che abbiamo rivolto ai tre Sindaci di Roma, Torino e Milano

E’ certamente condivisibile ritenere che il traffico sia tra i responsabili dell’inquinamento delle città e che due terzi di tale responsabilità venga attribuita ai veicoli mossi da motore diesel. E poiché la sua è una delle Amministrazioni Comunali più impegnate nel voler gradualmente bandire i diesel dalla città che governa, con la volontà di eliminarli definitivamente entro pochi anni, nell’interesse dei suoi cittadini e di quello dei nostri lettori, vorremmo chiederle alcune precisazioni in merito al vostro programma.

1) Confrontando le tonnellate di gasolio consumate nell’ambito urbano da tutti i mezzi alimentati a gasolio, è facilmente verificabile che il traffico merci, i veicoli per il trasporto pubblico, quelli della nettezza urbana e delle macchine movimento terra, contribuiscono molto di più - quanto a inquinamento - delle vetture diesel private. In totale, l’apporto dei diesel privati (tutte le classi) non supera il 20% del totale benzina + gasolio. Poiché ci risulta che abbiate annunciato i blocchi solo per le vetture private, avete valutato la ridotta efficacia in termini di abbassamento dell’inquinamento che avrebbe questo specifico intervento? Se invece doveste estenderlo anche agli altri veicoli, avete stabilito delle priorità di tempi tra le diverse tipologie di mezzi?

2) All’interno della classe delle vetture private, il diverso contributo alle emissioni di particolato fra quelle dotate di Fap (alcune Euro 3 e quasi la totalità delle Euro 4) e quelle senza, è enorme (circa 6 a 100). Data questa disomogeneità in termini di emissioni che esiste tra un motore Euro 0, 1, 2, 3, 4 senza Fap, e i più moderni diesel, non pensate che sarebbe fondamentale, in nome proprio dell’igiene ambientale e della sicurezza, evitare di parlare genericamente del tipo di motore? Perché il cittadino non si senta tradito dalle Istituzioni – dopo che ha acquistato un veicolo in regola con le norme vigenti -, non ritenete che sarebbe corretto specificare il limite di emissioni consentito, per i veicoli commerciali, per quelli pubblici e per le vetture private? E giustificare scientificamente quali risultati si vogliono ottenere imponendo limiti e restrizioni, anziché parlare di Diesel in generale?

3) Oggi la stragrande maggioranza delle città italiane, inclusa la vostra, non è ancora dotata di infrastrutture capaci di garantire la circolazione dei veicoli elettrici. Tuttavia troppo spesso vengono lanciati proclami altisonanati in tema di mobilità ecologica. Ricordiamo Formigoni, che nel 2000 aveva annunciato che dal 2005 Milano avrebbe avuto solo auto a idrogeno o elettriche in circolazione. Nulla di ciò è avvenuto. Se, nel 2027 o 2030 si ripresentasse il problema sulle auto elettriche, mentre le vostre dichiarazioni oggi mettono definitivamente al bando una tecnologia come il diesel, che al momento attuale è al massimo della sua efficienza, non rischiate di voler forzatamente anticipare i tempi, costringendo i cittadini a investire subito sui veicoli elettrici, più costosi degli altri e con minore autonomia e con grandi implicazioni per l’Italia e l’Europa, per la produzione e lo smaltimento delle batterie e la sudditanza dall’estero per le materie prime e i componenti?

4) Creando un panico ingiustificato nei consumatori, completamente disorientati da informazioni che fanno, ad esempio, del diesel un problema unico, senza distinzioni (anziché annunciare un piano dettagliato di divieti rivolto al tipo di emissione), non si rischia di ostacolare, anziché agevolare, le condizioni per generare un progressivo ricambio di vecchie (e realmente inquinanti) motorizzazioni, con nuove e più virtuose, indipendentemente dalla tecnologia adottata?

5) Per gli stessi motivi, creando una lotta al diesel, non temete che il danno economico creato al settore, ma anche sul vostro territorio (col bando totale della tecnologia più diffusa oggi, migliaia di concessionarie andrebbero in crisi, si genererebbe un blocco dell’usato anche tra privati, ecc.) sarebbe importante e ingiustificato, dato che in termini di inquinamento non è la tecnologia in sé da bandire, quanto il livello emissioni (CO2, NOx, Polveri sottili)?

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