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Il campionato 2024 di Formula 1 ha ormai avuto inizio con la i test prestagionali in Bahrain, giunti quasi ormai al termine. Tuttavia, questa pausa invernale è stata più movimentata che mai. Tra le inchieste aperte su Toto Wolff, chiusa in un nulla di fatto, e Christian Horner, ancora in corso, la vera bomba di mercato è arrivata il 1° febbraio, ancora prima che le monoposto scendessero in pista. L’addio di Lewis Hamilton alla Mercedes ha scombussolato tutti gli assetti del Paddock. La destinazione lascia ancora più spiazzati. Sono anni che nel corso della Silly Season le voci di un approdo in Rosso del sette volte campione del mondo si susseguono. Adesso, però, è tutta realtà. Con la bandiera a scacchi del Gran Premio di Abu Dhabi 2024, ultimo appuntamento della stagione, Lewis Hamilton diventerà un pilota della Scuderia Ferrari a tutti gli effetti. Ecco la motivazione della sua scelta, nonché una breve analisi sulla sua ultima monoposto Mercedes, la W15.
“La W15 è un work in progress” ha esordito Hamilton in conferenza stampa. “Sicuramente è migliorata, ma credo che tutti lo siano perché stiamo svolgendo la stessa sequenza di lavori. La macchina è ancora rigida, saltella un po’ come tutte queste generazioni di monoposto. Il team ha comunque fatto un buon lavoro nell’inverno. In estate ho firmato il contratto con Mercedes e in quel momento vedevo il mio futuro con loro. Però si è presentata questa opportunità a fine anno ed ho deciso di coglierla. È stata ovviamente la decisione più difficile che credo di aver mai dovuto prendere perché sono stato con Mercedes per tanto tempo, sono 26 anni che mi danno il loro supporto ed è stato un percorso incredibile quello che abbiamo intrapreso insieme. Abbiamo scritto pagine di storia in questo sport ed è una cosa che mi rende molto orgoglioso per tutti i traguardi che abbiamo raggiunto. Alla fine, credo che io debba scrivere la mia di storia ed ho pensato che fosse arrivato il momento giusto per iniziare un nuovo capitolo”.
“Chiaramente per ogni pilota da ragazzino che guarda alla storia pensa a Michael Schumacher all’apice della sua carriera. E credo che probabilmente tutti noi, quando vediamo un pilota vestito di rosso, pensa a come sarebbe andare al Gran Premio di Monza, con la tuta della Ferrari e i tifosi. Puoi solo stare in ammirazione, in soggezione. È un team che non ha ottenuto dei successi enormi dai giorni di Michael o dal 2007 quantomeno e la vedo come una sfida enorme. Chiaramente anche da ragazzino giocavo ai videogiochi con il ruolo di Schumacher, con quella macchina, quindi era un sogno. Sono davvero entusiasta della mia scelta”.
“Non sono mai stato a Maranello, ho comprato la mia prima Ferrari credo nel 2010. È stato il primo regalo che ho fatto a me stesso. Ora non ce l’ho più però non ho mai avuto la possibilità di andarci perché ero con la Mercedes e non mi sembrava una gran bella cosa. Ho un ottimo rapporto con Vasseur, ho corso per lui in Formula 3 ed abbiamo avuto successi straordinari anche in GP2. Lì abbiamo costruito le basi del nostro rapporto. Siamo sempre rimasti in contatto ed ho pensato che sarebbe diventato un team manager incredibile anche in Formula 1. In passato non pensavo che fosse interessato a me. È stato bello vederlo crescere in Alfa Romeo e poi in Ferrari. Quando ho saputo che avrebbe sostituito Binotto ero davvero felicissimo per lui. Sono grato di ritrovarlo e sono contento di vedere il lavoro che sta facendo e quindi vedremo”.
“In tutti questi anni non sono mai riuscito ad imparare un’altra lingua, ma sicuramente ci proverò. Ricordo che quando correi nei kart in Italia ero riuscito ad imparare qualche frase quindi spero di ricordarmele tranquillamente. Ma prima di passare a questo nuovo capitolo, ce n’è un altro che devo completare e sono al 100% concentrato sul lavoro che devo fare per il mio team quest’anno per cercare di chiudere nel modo migliore. È un obiettivo importante per me. Ho piena fiducia in tutta la squadra e del lavoro svolto da ognuno e spero che in qualche modo riusciremo a chiudere il divario con la Red Bull”.