F1. Buon compleanno Max Verstappen: i 25 anni del ragazzo che visse mille volte

F1. Buon compleanno Max Verstappen: i 25 anni del ragazzo che visse mille volte
Pubblicità
Il 30 settembre Max Verstappen compie 25 anni. Ma quante esistenze ha già vissuto un solo quarto di secolo?
29 settembre 2022

Max Verstappen finalmente sorride. Presenza magnetica, a tratti perfino torva in passato, oggi si muove per il paddock con una certa leggerezza. Gli spigoli del suo carattere ci sono ancora, beninteso. “Devi studiarti meglio le regole”, ha apostrofato un giornalista a Monza che, in preda alla confusione sulla composizione della griglia, nutriva dubbi sul fatto che dovesse partire quarto e non settimo. Aveva ragione Max: sarebbe scattato settimo. Ma c’è qualcosa di diverso, quasi di giocoso, anche in queste uscite. Un’ironia frutto di una nuova consapevolezza. È come se, dopo una vita passata con i muscoli contratti da un desiderio dalle origini lontane, li avesse finalmente rilassati. 

È facile intuire cosa possa aver sciolto la corazza di Verstappen. Quel primo titolo mondiale atteso da una vita non solo da lui, ma anche dal padre, Jos, che ha scelto di vivere per interposta persona dei successi che, da pilota mediocre, ha potuto solo sognare, e nemmeno lontanamente accarezzare. Quante esistenze ha già vissuto Max Verstappen in un misero quarto di secolo? Max figlio d’arte, Max talento sfacciato e precocissimo, Max alla ricerca della maturità agonistica, Max campione. Finalmente. Verstappen ha vissuto pochissimo, e tantissimo allo stesso tempo.

L’intensità dei suoi primi 25 anni è sublimata nel suo attuale stato di grazia. “È come se la mia monoposto viaggiasse sui binari”, ha commentato di recente. Ma la verità è che la sua tagliente RB18, con quell’anteriore precisissimo e il posteriore che, scivolando il giusto, gli consente di pennellare le curve, è una belva che in pochi potrebbero domare. Ci vuole un pilota speciale per estrarre tutta la performance nascosta in una configurazione i cui rischi, nelle mani sbagliate, sarebbero superiori ai benefici.

Verstappen riesce a far sembrare semplici anche le cose più complesse. Lo si capiva già ben prima che vincesse il suo primo GP a diciott’anni. Appena arrivato in F1, da irripetibile minorenne, si produceva in manovre audaci, come se l’avesse sempre fatto, come se fossero nel suo DNA. Il resto – gli errori, l’eccesso di foga, l’aggressività – si poteva aggiustare. Ma quel diamante grezzo aveva già un valore inestimabile, per quanto dovesse limare gli spigoli di un talento ancora acerbo. Fu un debutto talmente sfrontato da indurre la FIA a muoversi affinché non potesse più accadere. Irripetibile, come lui. 

Se ieri Max stupiva per la sua audacia, oggi lo fa per la naturalezza con cui fa sembrare un gioco da ragazzi ogni rimonta, ogni sorpasso, ogni vittoria. E in questo ricorda tanti grandi, a cominciare da quel Lewis Hamilton con cui ha combattuto in maniera sporca, imperfetta, in un 2021 consegnato alla storia. Come tutti i campioni, però, Max è unico nel suo genere. Si dirà che con una monoposto come la RB18 vincere è un gioco da ragazzi. Ma Sergio Perez, come tanti prima di lui, dà la misura del talento di Verstappen. Max riesce a spremere la RB18, portata nella direzione di sviluppo più efficace nell’era dell’effetto suolo. Sergio no. 

Max Verstappen compie 25 anni, e finalmente sorride, con l’animo apparentemente più leggero. Si è tolto dalle spalle il peso delle aspettative di un padre ingombrante e di una scuderia con cui potrebbe inaugurare un ciclo vincente. Ha fatto così tanto in un quarto di secolo, Max, da rendere impossibile pensare a cosa possa ottenere nella maturità della sua carriera. Molto dipenderà dalle fortune delle scuderie in cui militerà. È legato fino al 2028 alla Red Bull, è vero. In F1, però, essere una vera bandiera è un caso più unico che raro. Ma se c’è qualcuno capace di andare oltre i limiti, immaginandosi ciò che altri non osano neppure pensare, quello è Max Verstappen, il ragazzo che visse mille volte. 

Da Moto.it

Pubblicità