F1. Da fanalino di coda a Cenerentola: la metamorfosi della Haas

F1. Da fanalino di coda a Cenerentola: la metamorfosi della Haas
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Habitué delle ultime posizioni da tempo, la Haas si è ritrovata al top della "classe B" della Formula 1. Ed è un risultato che viene da lontano
22 marzo 2022

Dopo il Gran Premio del Bahrain di Formula 1, la Haas si trova al terzo posto nel mondiale costruttori. Un dato di fatto che non può che spiazzare, anche con l’attenuante del ruolo del doppio zero della Red Bull nel cogliere questo risultato. L’ottimo quinto posto ottenuto da Kevin Magnussen al ritorno in F1 dopo un anno sabbatico lontano dal Circus ha consentito al team americano di installarsi alle spalle di Ferrari e Mercedes, precedendo per un solo punto l’Alfa Romeo. 

Sarebbe stato difficile immaginarsi un inizio di stagione del genere qualche settimana fa, quando, all’indomani dell’inizio delle ostilità russe in Ucraina, la Haas ha deciso di spogliare la VF-22 dei colori dello sponsor Uralkali. Di lì a poco sarebbe arrivato un doppio divorzio, dall’azienda e da Nikita Mazepin, approdato nel team proprio grazie alla società di cui il padre Dmitry è amministratore delegato. 

A ben vedere, però, l’ottimo slancio della Haas in questo inizio di stagione è un risultato che viene da molto lontano. Molto prima di essere tormentata dalla rescissione del rapporto con il proprio title sponsor e dai problemi logistici che le hanno impedito di scendere in pista da subito nei test in Bahrain, la Haas nel 2019 visse un momento di forte difficoltà per via di un problema aerodinamico che le impediva di essere incisiva in gara, nonostante fosse competitiva sul giro secco.

La soluzione era stata trovata in tempo per la stagione successiva, ma l’arrivo del COVID-19 mise a dura prova la Haas, che si ritrovò a dover annullare gli aggiornamenti già pianificati per il 2020. Con il rinvio del nuovo regolamento tecnico, inizialmente previsto per il 2021, la Haas decise di non sviluppare quella che di fatto era una monoposto ormai vecchia di un paio di anni per concentrare tutte le proprie risorse sul progetto 2022. 

Ad aiutare la Haas nello sviluppo della VF-22 hanno pensato il tempo extra in galleria del vento e di analisi CFD rispetto ai team di prima fascia. Secondo le normative attuali, il numero di ore consentite è inversamente proporzionale alla posizione in campionato. Ne consegue che i fanalini di coda della classifica – negli ultimi anni, Williams e Haas – hanno beneficiato di un maggior tempo per sviluppare la propria vettura. 

Molti definiscono la VF-22 una “Ferrarina”. E se le sinergie con la casa di Maranello sono più che evidenti, non si può non fare un plauso a Simone Resta, il papà della filosofia aerodinamica di questa vettura. Resta, in prestito dalla stessa Ferrari, ha supervisionato i lavori in una struttura a Maranello, ma separata da quelle della Rossa, in un’ottica di minor dipendenza da Dallara. E che la VF-22 fosse frutto di uno studio accurato lo si intuiva sin dal debutto in quel di Barcellona. 

Una volta superati i problemi di gioventù, l’efficace VF-22 ha potuto sfruttare al meglio la performante power unit Ferrari, Superfast di nome e di fatto. La Rossa è riuscita a colmare completamente il gap nei confronti degli altri motoristi. E il raffronto tra il salto dei motorizzati Ferrari e il tonfo dei clienti Mercedes suggerisce un sorpasso prestazionale sulle unità di Brixworth, senza minare l’affidabilità.  

Il terzo posto della Haas è bugiardo. Mercedes, pur con le sue difficoltà, è già un gradino sopra il centro classifica. Ma la forza della scuderia americana è vera. È lei la vera Cenerentola di questo mondiale, capace di subire una metamorfosi che l’ha catapultata dalle retrovie alle posizioni di rincalzo dietro i team di prima fascia. Sarà una delle protagoniste della classe B della F1 2022. E Kevin Magnussen e Mick Schumacher sorridono. 

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