F1. È Sergio Perez la vera misura della forza di Max Verstappen

F1. È Sergio Perez la vera misura della forza di Max Verstappen
Pubblicità
È Sergio Perez a dare la vera misura della forza di Max Verstappen, poleman in Olanda per soli 21 millesimi su Charles Leclerc
3 settembre 2022

21 millesimi di secondo, con tutta probabilità, sono molto meno di un battito di ciglia. E se si dice che l’anima pesa 21 grammi, verrebbe da pensare i 21 millesimi che hanno permesso a Max Verstappen di battere Charles Leclerc siano il frutto delle speranze dell’armata oranje presente sugli spalti di Zandvoort. In realtà, volendo essere meno romantici e più pragmatici, la partenza al palo numero 17 della carriera di Verstappen è arrivata grazie a un piccolo errore da parte di Leclerc. Una sbavatura impercettibile in curva 10 che ha finito per fare la differenza.

La misura della forza di Verstappen, in realtà, si era vista nella Q2, quando il campione del mondo in carica ha stampato un giro con gomma usata decisamente convincente. E si vede anche e soprattutto nel confronto con Sergio Perez, lontano sette decimi dal compagno di squadra. Ha concluso le qualifiche nella ghiaia, Sergio, tormentato da una monoposto il cui sviluppo ha preso una deriva lontana dalle sue preferenze. 

Perez predilige le monoposto leggermente sottosterzanti, e soffre invece l’instabilità del retrotreno. Verstappen, invece, ha uno stile di guida più efficace con macchine leggermente sovrasterzanti, con un posteriore che gli consente di pennellare le curve in modo più efficace. Per replicare le performance di Max, o quantomeno avvicinarsi, Perez dovrebbe adattarsi alle peculiarità della RB18, saperla prendere. Ma non ci riesce. Il risultato è il distacco che vediamo. 

Pensare che la Red Bull si pieghi alle volontà del suo pilota di punta con lo sviluppo della macchina rappresenta un’ipotesi sensata. Ma la verità è che la filosofia di guida di Max – simile, per certi versi, a quella di Leclerc – è la più efficace con le monoposto frutto del nuovo regolamento, decisamente performanti con un assetto leggermente sovrasterzante, a patto di essere in grado di farle scorrere sui binari, come riesce a fare Verstappen.

Tra i due piloti in lotta per il mondiale, non è Verstappen lo specialista del giro secco, bensì Leclerc. Oggi, però, ha saputo fare la differenza, senza sbavature. La buona notizia per la Ferrari, però, è che su una pista ad alto carico come Zandvoort si è fatta luce dopo la notte fonda di Spa. I riscontri sul passo gara, dopotutto, sono incoraggianti. La cattiva novella è che, contando sul roboante fattore campo di Verstappen, domani potrebbe non bastare. 

Pubblicità