F1, GP Australia 2018: le pagelle di Melbourne

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Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
I promossi e i bocciati di Melbourne nelle pagelle del Gran Premio d'Australia 2018
  • Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
26 marzo 2018

Quasi a sorpresa, l’inizio del Mondiale di F1 si tinge di rosso, ma guai a parlare di fortuna perché le corse sono fatte anche di episodi. L’importante è saperli sfruttare e i campioni in queste circostanze fanno sempre la differenza, fiutando la vittoria quando nessun altro ci crederebbe. E così a Vettel è bastato un giro, quello giusto, per mettere a tacere le solite voci che da quando è in Ferrari si levano ogni volta che non vince, o almeno che non riesce a stare davanti a Raikkonen. Che poi sarebbe anche ora di finirla, quando questo accade, di parlare sempre dei demeriti del tedesco piuttosto che del talento di Kimi. Certo, fino al pit stop il weekend di Vettel era parso buono ma niente di eccezionale, con un distacco grande come una voragine da Hamilton al sabato, l’altra macchina rossa lì davanti e un avvio di gara a ritmo veloce ma niente di più. Poi l’opportunità, il pulsante magico che i campioni hanno nella testa e non sul volante, una squadra perfetta nel differenziare le strategie e il resto della gara a condurre in testa con un’auto forse più lenta, ma con la certezza che “quello” non sarebbe comunque mai passato. E allora voto 9, uno squalo.

Voto 9 però anche a Hamilton, la cui unica colpa a ben guardare - in un fine settimana altrimenti straripante - è quella di non essere mai riuscito a costruire un vero tentativo di sorpasso quando si è trovato alle spalle di Vettel. Anzi, quando stava per farlo ha pasticciato con i comandi sul volante, è andato dritto e lì sono finiti i suoi sogni di gloria. Poi sono finite anche le sue gomme posteriori, così l’inglese ha passato gli ultimi giri soprattutto guardando gli specchietti retrovisori. Disorientato.

Sì perché ancora un paio di giri e pure Raikkonen l’avrebbe - agonisticamente parlando - sbranato: invece il finlandese è “solo” terzo, e nell’avverbio c’è tutto il fine settimana del finlandese, sempre veloce e incisivo: dal sabato quando agguanta la prima fila alla prima parte di gara, condotta sempre e comunque a ridosso di Hamilton. E allora voto 8,5 a Kimi: quest’anno però vogliamo vederlo sempre così!

Un voto 8 meritatissimo è anche quello che diamo a Ricciardo, autore di un’ingenuità al venerdì e comunque non così efficace al sabato, finisce 8° in griglia con la pressione di correre in casa e di avere nel box un compagno di cui per tutto l’inverno si è parlato come se fosse il nuovo profeta delle piste. Poco male, l’australiano parte sereno come solo uno forte davvero può essere in una situazione del genere e mentre il profeta di cui sopra sollevava tutte le zolle d’erba di Melbourne lui si arrampica fino a pochi decimi dal podio. Tostissimo.

Un altro che forte lo è davvero, e ogni volta che ne ha i mezzi ce lo ricorda, è un certo Alonso: 5° grazie anche agli errori altrui, ma come sempre capace di tirare fuori il massimo dall’auto a disposizione, che a dispetto delle attese ha retto fino alla fine e che quest’anno ha pure un motore di F1... Lo spagnolo si divertirà e ci farà divertire: voto 8.

Dietro di lui il già citato Verstappen, che doveva fare meraviglie e forse ci ha creduto un po’ troppo anche lui: certo vederlo uscire in controsterzo da ogni curva è stato uno spettacolo, finchè è durato, ma gli anni Settanta sono finiti da un pezzo e spesso tra fare il fenomeno o una figuraccia la differenza è questione di attimi: come andare in testacoda rischiando di essere travolti dal gruppo alle spalle. L’escursione fuori pista di qualche giro dopo, poi, dimostra che l’olandese è talentuoso ma fatica ancora a imparare la lezione. Voto 5, testone.

Molto meno spettacolare, ma come sempre concretissimo Hulkenberg, buon 7° con una Renault competitiva: nel team il tedesco è sempre una certezza. Voto 7,5: mastino.

La vera delusione della gara è invece stato Bottas, che al sabato stampa la macchina all’inizio delle Q3 e in gara parte con le gomme più morbide per rimontare come una furia ma resta impantanato nel gruppone. Con il missile che aveva tra le mani, un demerito quasi peggiore dell’errore in qualifica. Voto 4, irriconoscibile.

A punti, ma onestamente senza esaltare davvero Vandoorne, che in qualifica si colloca subito alle spalle di Alonso ma in gara non riesce a correre con la stessa intensità del compagno di squadra. Voto 6,5: compitino.

Chiude la zona punti Sainz, che corre con generosità una gara travagliata, tra un “lungo” che gli costa la posizione su Alonso e problemi di nausea nel finale. Voto 6: avrà modo di rifarsi.

Fiori dai punti la coppia della Force India, Perez e Ocon (rispettivamente 6,5 e 6), che quest’anno farà assai più fatica ad arrivare a certe posizioni.

Voto 6,5 (di incoraggiamento) anche a Leclerc, a un decimo da Ericsson al sabato su una pista mai vista e bravo a chiudere 13° - davanti a Stroll - con una monoposto che con tutto il rispetto sembra ancora più una Sauber che una leggendaria Alfa Romeo. Il francese deve imparare, ma non ci impiegherà molto.

Per il resto, Williams e Toro Rosso ben al di sotto delle attese e - per motivi diversi - delle possibilità, ma alla prima gara della stagione un po’ di pazienza (e di cautela) è d’obbligo, anche nelle pagelline.

GP Australia 2018, i voti

Vettel 9

Hamilton 9

Raikkonen 8,5

Ricciardo 8

Alonso 8

Hulkenberg 7,5

Vandoorne 6,5

Perez 6,5

Leclerc 6,5

Ocon 6

Sainz 6

Verstappen 5

Bottas 4

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