F1, GP Spagna 2017: Hamilton-Vettel, botte da orbi

F1, GP Spagna 2017: Hamilton-Vettel, botte da orbi
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Paolo Ciccarone
Il Gran Premio di Spagna ha definito le carte in tavola per il resto della stagione. Ecco perché
14 maggio 2017

MONTMELO' - Botte da orbi, sorpassi con due ruote nell'erba, strategie aggressive da un lato, difensive dall'altro. E poi l'arrivo quasi in volata. Con Hamilton davanti a Vettel, i 66 giri di corsa del GP di Spagna sono volati via con la certezza che questa è stata la gara che ha definito il mondiale F.1. La classifica generale vede Vettel davanti ad Hamilton, vero, ma quello che è accaduto ha delineato le gerarchie future.

Al via Raikkonen si è ritirato dopo una collisione multipla in cui prima è stato toccato da Bottas all'interno ed è finito addosso a Verstappen all'esterno, provocando il ritiro di entrambi. Ebbene, con una situazione di classifica del genere, con Vettel ancora a podio, il ruolo di Kimi è quello di spalla. Punto. Secondo argomento: Bottas. Al via non ha brillato, nonostante la toccata con Raikkonen la sua Mercedes ha retto e occupava la terza posizione ma il motore ha ceduto a tre quarti di gara. Era il primo motore che aveva quattro gare alle spalle, come quello di Vettel.

L'essersi fermato ha chiarito la situazione in squadra alla Mercedes, perché con Hamilton in lotta per il mondiale il ruolo di Bottas sarà quello di Raikkonen, ovvero aiutare il compagno di squadra. E lo si è visto chiaramente quando dopo il pit stop Vettel è finito dietro a Bottas per tre giri di fila, perdendo tutto o quasi il vantaggio accumulato fino a quel momento su Hamilton. Meccanica: il motore Ferrari è meglio di quello Mercedes. Perché quello di Vettel, alla quinta gara, non solo non si è rotto ma ha retto fino ala fine con tempi eccellenti, quindi sull'affidabilità (al di là dei 4 turbo montati in 5 gare) la Ferrari ha vinto il confronto diretto. Altra vittoria Ferrari l'aver cambiato poco la macchina a fronte degli interventi massicci della Mercedes.

Botte da orbi, sorpassi con due ruote nell'erba, strategie aggressive da un lato, difensive dall'altro. E poi l'arrivo quasi in volata. Con Hamilton davanti a Vettel, i 66 giri di corsa del GP di Spagna sono volati via con la certezza che questa è stata la gara che ha definito il mondiale F.1

E' vero, ha vinto Hamilton grazie a una strategia indovinata: quando è entrata la safety car virtuale, era dietro di 7,5 secondi con Vettel che, nei doppiaggi ne perdeva oltre 2 o 3, e con Hamilton che al pit stop mollava le gomme bianche per montare quelle gialle riusciva a fare un giro velocissimo e a portarsi addosso alla Ferrari quando anche Vettel ha cambiato le gomme (ma a velocità da gara e non con le limitazioni della safety car virtuale). Risultato, i 7,5 secondi si sono ridotti a 5 decimi con la Ferrari che con gomme più dure della Mercedes (e quindi meno veloci) riusciva miracolosamente a stare davanti, complice anche un sorpasso di Sebastian che ha pure mollato una ruotata ad Hamilton.

Roba per palati fini, come quando Vettel ha superato Bottas con una manovra di imperio, mezza macchina nell'erba a 320 all'ora! Numeri da campioni, numeri 1 in assoluto e quindi la battaglia si è spostata sulla gestione delle gomme. Morbide per Hamilton, che nonostante il degrado ha sparato il giro più veloce alla fine, e gomme dure per Vettel che però è arrivato in scia. La Ferrari, dopo una partenza a razzo dalla prima fila e un primo giro da primato di Vettel era davanti, non è durata, ma da quanto si è visto in gara il mondiale sarà faccenda a due (e lo si era capito) solo che dalla Spagna i numeri 2 dovranno fare i gregari. La classifica parla chiaro. Punto e tutto il resto non conta. Con un Ricciardo che ha ereditato la terza posizione ma staccato di 1'19 secondi (un giro in gara è sul 1'23...) si capisce che per il mondiale la Red Bull deve solo pensare al prossimo anno...

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