F1, GP Spagna 2019: le pagelle di Barcellona

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Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
I promossi e i bocciati di Barcellona nelle pagelle del Gran Premio di Spagna
  • Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
13 maggio 2019

Un conto è tirare fuori dal cilindro un giro magico, un altro martellare in gara giro dopo giro, schiacciando ogni velleità altrui. Hamilton lo ha spiegato molto chiaramente a Barcellona: scattato meglio di Bottas, ha preso la testa alla prima curva, ma soprattutto ha corso su un ritmo insostenibile per il compagno di squadra, soprattutto nei primi giri. Un modo nemmeno tanto velato per ribadire che il numero uno è sempre lui. Messaggio ricevuto: voto 9, imprendibile.

Eppure Bottas era stato davvero fenomenale al sabato, prendendosi un’altra pole position con un distacco insolitamente elevato sull’inglese. Peccato per la brutta partenza, che il finlandese ha attribuito ad un problema alla frizione. A quel punto però Bottas non ci ha nemmeno provato a inseguire Hamilton, e del resto Barcellona è la pista più sbagliata per iniziare un duello ad alto rischio con una monoposto uguale alla propria. Voto 7,5, in chiaro-scuro.

Voto 8,5 invece a Verstappen, che non solo sembra avere davvero imparato a usare la testa, oltre che il piede destro, ma soprattutto in questo momento sta facendo chiaramente la differenza in Red Bull. In qualifica è arrivato ad un soffio da Vettel e in gara il suo 3° posto, conquistato al via non è mai stato in discussione. Ora gli manca solo una monoposto al top.

Voto 7 a Vettel, che ha il grande merito di averci provato sempre: in qualifica, dove almeno ha colto la terza piazza, e al via quando ha tentato l’impossibile per passare una Mercedes. Gli è andata male, finendo per danneggiare il primo set di gomme, ma va detto che in questo caso non aveva niente da perdere. A parte il 3° posto si dirà, ma viste le premesse del campionato fa davvero differenza tra un 3° o un 4° posto?

Voto 6 a Leclerc, un po’ in affanno in qualifica e in gara veloce solo a sprazzi. La verità è che tutti si aspettano dei miracoli dal monegasco, ma forse è un po’ presto, soprattutto con una monoposto così problematica. Disarmato.

Quinta posizione per Charles Leclerc in Spagna
Quinta posizione per Charles Leclerc in Spagna

Un altro che ha bisogno di tempo è Gasly, perché è vero che non ha commesso errori, però in qualifica ha preso ancora una volta una vita da Verstappen e in gara anche di più. Il francese sta uscendo demolito dal confronto con Verstappen e urge una svolta. Nel frattempo, voto 6: minimo sindacale.

È andato forte invece Magnussen, in qualifica e soprattutto in gara, dove con il solito mix di ritmo e grinta ha tenuto dietro tutti “gli altri”, confermandosi uno dei piloti più concreti del circus. Voto 8, sempre sul pezzo.

In rimonta Sainz, dopo un’altra qualifica alle spalle del debuttante compagno di squadra: in gara però l’esperienza conta, soprattutto su una pista complessa come Barcellona, e così lo spagnolo può festeggiare un altro arrivo a punti. Non un granché, ma sempre e comunque davanti alla Renault che lo aveva scaricato. E anche queste sono soddisfazioni, voto 7.

Buon 9° posto per Kvyat, che continua a correre a corrente alternata: a Barcellona era in buona e quando è così il russo è un brutto cliente per tutti. Come diciamo spesso nel suo caso, peccato che non corra sempre in questo modo. Intanto comunque voto 7.

Chiude la zona punti Grosjean: veloce in qualifica, in gara ha perso tempo prezioso nei duelli ravvicinati, anche e soprattutto con il compagno di squadra, con cui ha rischiato anche l’incidente. Eppure dovrebbe aver imparato a conoscere ormai il carattere malleabile del biondino nel suo box… Passano gli anni ma il francese fatica sempre a concretizzare tutto il suo potenziale. Voto 6,5, sprecone.

Un punto per Grosjean in Spagna
Un punto per Grosjean in Spagna

Barcellona però è anche il momento in cui fare un primo mini-bilancio per i team, e allora voto 10 e lode alla Mercedes, semplicemente perfetta e inarrestabile, e voto 4 alla Ferrari, che in 3 mesi ha dilapidato un vantaggio tecnico importante, in modo francamente inspiegabile. A meno che i riscontri invernali non siano stati falsati da qualche fattore. Intanto con l’arrivo in Europa il distacco dalle frecce d’argento non è diminuito, anzi è aumentato, e c’è il rischio concreto di diventare la terza forza di campionato dopo la Red Bull. Rossi sì, ma come i gamberi. L’unico aspetto su cui ci sentiamo di difendere Binotto & C. è nelle strategie, perché un paio di giri per capire se è il caso o meno di dare un ordine di squadra ci sembrano un tempo ragionevole, a costo di perdere qualche decimo. In fondo in questi casi non si tratta semplicemente di premere un pulsante: ci sono da gestire soprattutto due piloti, le loro emozioni e motivazioni, i loro ego.

E voto 4 alla Renault, perché per un costruttore impegnato ufficialmente c’è solo una cosa peggiore che ritirarsi per un doppio guaio tecnico, come era accaduto ad esempio in Bahrain: finire la gara con entrambe le monoposto dietro ad un team clienti fino allo scorso anno allo sbando.

Voto 5 comunque a questa Formula 1 che continua a rimanere complessa da capire, con troppe mescole in circolazione, con comportamenti troppo simili. E meno male che Stroll ogni tanto pianta un casino in pista per ravvivare un po’ la situazione, altrimenti sarebbe soprattutto Formula Noia.

GP Spagna 2019, le pagelle

Mercedes 10 e lode 

Hamilton 9

Verstappen 8,5

Magnussen 8 

Bottas 7,5

Vettel 7

Sainz 7

Kvyat 7

Grosjean 6,5

Leclerc 6 

Gasly 6 

Formula 1 5

Ferrari 4

Renault 4

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