F1. Per Fred Vasseur la doppietta della Ferrari in Messico è sfumata per una bandiera blu

F1. Per Fred Vasseur la doppietta della Ferrari in Messico è sfumata per una bandiera blu
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Secondo il team principal della Ferrari, Fred Vasseur, il bottino della Rossa nel Gran Premio del Messico 2024 di Formula 1 avrebbe potuto essere ancora più lauto, se non fosse stato per un doppiato
28 ottobre 2024

“Per noi è fantastico se vi concentrate su Max e Norris, Toto e Christian, Zac e Christian o chicchessia. Restare sottotraccia ci consente di concentrarci esclusivamente su quello che stiamo facendo, sul team, sui piloti. È una situazione ideale per noi. Credo che avrete molto da dire su Max e Lando. I titoli saranno su di loro, ed è meglio per noi”. Nonostante la Ferrari si sia nuovamente presa la ribalta nel Gran Premio del Messico 2024 di Formula 1 grazie alla vittoria di Carlos Sainz, Fred Vasseur cerca di spegnere i riflettori. 

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Per noi è fondamentale non avere distrazioni – ha spiegato il team principal della Ferrari dopo la gara a Città del Messico - lo dico da mesi che bisogna concentrarsi su quello che stiamo facendo, sulla gestione del team, procedendo gara per gara senza preoccuparsi della visione di insieme. E credo che questa strategia stia pagando”. I numeri, dopotutto, sostengono la tesi di Vasseur: la Rossa dopo le convincenti prestazioni di Austin e Città del Messico ha staccato la Red Bull di quindici lunghezze e si trova a 29 punti dalla testa del mondiale Costruttori, nelle mani della McLaren.

Merito di una corsa che, come sottolinea Vasseur “senza entrare nel merito dei dettagli tecnici”, “si gioca sulla gestione, e non si tratta di un esercizio semplice”. “Carlos, però, ha svolto un ottimo lavoro sin dal principio. Restando in aria pulita per tutta la gara, per lui è stato più semplice gestire la situazione. Charles non era contento del suo quarto posto in qualifica, ma ha comunque disputato una buona gara". "Sono un po’ arrabbiato per la questione della bandiera blu, ci è costata la seconda posizione - spiega riferendosi al tempo perso da Leclerc a causa di Lance Stroll -. È andata così, e ora dobbiamo concentrarci sulla prossima gara”.

Tornando al vincitore della gara, Vasseur spende parole lusinghiere nei confronti di Sainz. “Il suo - riflette - è stato un weekend convincente sin dall’inizio. È stato forte dalle FP1, e si è confermato sia sul giro secco che nel passo gara. Ha svolto un ottimo lavoro in gara, ed è sempre rimasto in controllo della situazione. È stato molto intelligente a ridare la posizione nel primo giro, ed è la prova della sua sicurezza di sé. Solo la fiducia gli ha permesso di lasciar passare Max, sapendo di poterci riprovare il giro successivo”. E quando Carlos ha chiesto di rallentare il ritmo, in un momento in cui Leclerc era tallonato da Norris, “gli abbiamo fornito i dati, e ha capito perfettamente la situazione”.

La Ferrari porta a casa un doppio podio in una corsa in cui, come sottolinea Vasseur, serve un compromesso per preservare i componenti vitali della monoposto, viste le criticità date dalla rarefazione dell’aria in quota. “Il Messico è una gara strana, condizionata dalla necessità di raffreddare e gestire la corsa. È questione di capire quanto rischiare per la gara, e la scelta condiziona il ritmo in qualifica”. E in effetti le scelte audaci della Rossa a vantaggio dell'efficienza aerodinamica possono davvero aver costituito la chiave per cui Sainz si è preso la pole sabato.

E così, anche Città del Messico dopo Austin ha costituito una prova dell’efficacia degli aggiornamenti apportati alla Ferrari SF-24, a tutto vantaggio della lotta mondiale della Rossa. ”Ero un po’ frustrato dopo Baku e Singapore – confessa Vasseur - perché avevo il sentore che il passo ci fosse. Siamo stati in grado di batterci per la pole position e anche di più, ma non c’è stata un’esecuzione perfetta del weekend. Se si vuole fare bene, serve per prima cosa una buona macchina, e successivamente bisogna fare un buon lavoro”.

Riavvolgendo il nastro della stagione, “abbiamo faticato dopo Monaco, e sapevamo di dover fare meglio. Negli ultimi due o tre weekend, ho avuto il sentore che il team avesse il pieno controllo della situazione, dalla partenza alle soste, passando per la strategia. Certamente quando c’è il passo è tutto più semplice, ma credo che abbiamo svolto un ottimo lavoro questo weekend”. Una condizione necessaria per alimentare le speranze mondiali della Ferrari.

“La lotta è decisamente serrata, e siamo tutti al limite. Per uno o due decimi si passa da un ottimo weekend a uno molto difficile. Questo perché in gara non viaggiare in aria pulita è tutta un’altra storia, e a volte quando si portano aggiornamenti serve un paio di weekend per adattare il bilanciamento della macchina. L’ultimo pacchetto sostanzioso lato nostro risale a Monza. All’inizio non eravamo sicuri della sua efficacia, pensavamo che potesse essere legata alla pista. Sono seguite due piste cittadine, Baku e Singapore, e solo ad Austin siamo tornati a un circuito più convenzionale, che ci ha consentito di riscontrare il nostro miglioramento”.

Vasseur ragionerà anche gara per gara, ma ha un quadro molto lucido della situazione. Lo si capisce chiaramente da come risponde a una domanda sul circuito che tra i restanti appuntamenti del mondiale sembra il più ostico. “Sulla carta il Qatar non è la pista ideale per noi, ma in qualifica qui non avremmo dovuto poter lottare per la pole position, e invece… È la dimostrazione che è tutto aperto, e l’importante è fare il miglior lavoro possibile in Qatar. Che sia lottare per la vittoria, il terzo posto o il quinto, la cosa fondamentale è saper massimizzare il risultato”. E in fondo la costanza è la vera arma vincente in un mondiale ricco di emozioni. 

Da Moto.it

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