F1 Spa 2013: il commento alle qualifiche del Belgio

F1 Spa 2013: il commento alle qualifiche del Belgio
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Paolo Ciccarone
Le qualifiche del Belgio hanno messo in luce il talento di Hamilton, la perfezione della Red Bull e le incertezze della Ferrari. Ecco il commento del nostro inviato | <i>P. Ciccarone, Spa-Francorchamps</i>
24 agosto 2013

Spa-Francochamps - Una pole e una preghiera. La prima ottenuta ringraziando il cielo per non avergli fatto commettere nessun errore. La seconda per il cane Roscoe, afflitto da una polmonite fulminante e ricoverato in una clinica veterinaria di Londra.

In Belgio qualifiche lotterie

Lewis Hamilton sorprende e stupisce nelle qualifiche lotterie del GP del Belgio, azzeccando una pole da brivido davanti al duo della Red Bull Vettel e Webber, beffati alla bandiera a scacchi, mentre per le due Ferrari la beffa nasce da lontano, da un testacoda al primo giro di Alonso che lo ha di fatto uscire da quell’ultimo giro determinante. Nono e decimo, questo il bilancio della Ferrari in Belgio. 

 

Bisognava azzeccare un giro solo, l’ultimo della sessione fra bagnato e asciutto, con strisce di umido. E Hamilton lo ha fatto egregiamente, tanto da portare a casa la quinta pole della stagione. Grande talento, improvvisatore e determinato, capace di sciogliersi per un cagnolino che aveva pure il pass per accedere ai box di F.1, ma si vede che i gas di scarico non sono l’ideale per la bestiola che ora soffre in un letto d’ospedale, privato per la cronaca, e manda in crisi l’animo di Hamilton.

Hamilton affranto per il cane Roscoe

«Quando sono uscito per l’ultimo giro – dice Hamilton – ho visto che con le Mercedes eravamo settimi e ottavi e mi son detto, o mio Dio, qua bisogna inventarsi qualcosa per battere tutti, poi ho tagliato il traguardo e ho visto che ero primo, ma devo dire che sono stato anche molto fortunato a non sbagliare nulla. Sono affranto per Roscoe, pregate per lui» l’appello scritto sul suo profilo twitter con tanto di foto del cagnolino ammalato.

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Lewis Hamilton nell'ultimo giro delle qualifiche ha fatto un vero e proprio capolavoro, conquistando la pole

 

E Vettel? Ha tutto da perdere nel rischiare in questa gara? «No, c’è sempre molto da guadagnare, quando ho visto Hamilton arrivare veloce nell’ultimo giro ho capito che potevo rischiare di più, ma ormai era fatta». Come dire che in gara cambia la musica e su questa nuova musica conta anche Alonso.

Alonso: tutta colpa di un testacoda

Per cinque secondi, il tempo di passare sul traguardo, quel giro buono è stato negato allo spagnolo. Sarà pure una lotteria ma, come dice qualcuno, la vincono sempre gli altri. La Ferrari non ha partecipato all’estrazione finale perché nel primo giro dell’ultima sessione Alonso è finito in testacoda: «Mi sono girato alla curva 14 – ha detto lo spagnolo – ho ripreso ma non sono poi riuscito a fare il giro giusto quando ha smesso di piovere».

Si accusa la sfortuna e le circostanze, ma è anche vero che Mercedes e Red Bull non hanno sbagliato nulla nei momenti che contano

 

Il giro giusto lo ha mancato per cinque secondi, il ritardo accumulato per quell’escursione fuori pista che gli è costata 13 secondi di ritardo nel primo giro delle prove. «Un peccato, perché la macchina era andata bene nella Q1, ero primo, e secondo nella Q2, quindi per quell’errore posso dire di aver perso la pole position, perché la pole la facevo io. Ora dobbiamo analizzare cosa è successo con attenzione, dobbiamo recuperare una partenza dalla quinta fila e passare il primo giro senza danni, cosa che qua, come dimostrato in passato, diventa fondamentale».

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La Ferrari si è resa protagonista dell'ennesima qualifica da dimenticare

Ferrari: sfortuna o errore?

Insomma, si accusa la sfortuna e le circostanze, ma è anche vero che Mercedes e Red Bull non hanno sbagliato nulla nei momenti che contano. «Ti viene la rabbia a vedere le cose che vanno in questo modo – dice il responsabile Domenicali – ma quando si tratta di sfortuna pura non c’è nulla da fare».

 

«Quando hai la macchina migliore e finisci 9 e 10 – continua Alonso – è chiaro che qualcosa non ha funzionato come dovrebbe». Chiamiamola sfortuna, forse più banalmente un errore. Di sicuro gli altri non ne commettono e non si appellano alla jella.

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