Formula 1 Belgio 2014: le pagelle del GP di Spa

Formula 1 Belgio 2014: le pagelle del GP di Spa
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Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
Se in Belgio Ricciardo risplende alla massima potenza, delude il comportamento di Rosberg, mentre Vettel continua a versare lacrime amare. Torna ad emozionare Raikkonen, Alonso contiene i danni e Bottas fa sognare la Williams (a differenza di Massa)
  • Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
25 agosto 2014

Nessuno si faccia illusioni: dopo la pausa estiva la F1 è ripartita da dove era rimasta, con la Mercedes più veloce di tutti gli altri di oltre un secondo al giro. Però anche nel team tedesco qualche problemino c'è, e non solo di affidabilità: il contatto tra Rosberg ed Hamilton ha rovinato la gara a entrambi, fatto perdere alle Frecce d'Argento una doppietta sicura e innescato un terremoto i cui effetti si vedranno solo nelle prossime gare. Ad approfittarne, come sempre finora, è stato Daniel Ricciardo: sovrastato in qualifica da Vettel, in gara ha compiuto l'ennesima impresa, guidando con quel mix di velocità e rispetto delle gomme che caratterizza i campioni veri. Una vittoria meritatissima, la sua, che lo consacra definitivamente come un top driver e ormai vero punto di riferimento della Red Bull, almeno per questa stagione. Voto 10 e lode quindi, e solo perché di più non si può dargli.

Vettel smarrito, Raikkonen ritrovato

Mastica ancora amaro invece Vettel, che dopo un qualifica da urlo sulla pista dei campioni sperava probabilmente in una gara finalmente al centro dei riflettori: invece il tedesco commette quasi subito una sbavatura e Ricciardo lo infila senza pietà, poi semplicemente lo lascia lì, saluta e se ne va all'attacco, verso la vittoria. Tutte cose già viste in Red Bull, solo che in passato era Vettel a correre così, ma ora il tedesco non ci riesce più. Certo pesano i guai nelle prove libere e il motore meno evoluto, che secondo la squadra pagava 2 decimi al giro, ma il distacco tra i due ieri era ben più ampio. Voto 5 quindi, nonostante la splendida qualifica. Smarrito.

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La Red Bull si ritrova con un pluri campione del mondo smarrito e un giovane all'arrembaggio


E smarrito appariva anche Rosberg sul podio, con la faccia del bambino che si è divertito, ma sa anche di averla combinata grossa. Il contatto con Hamilton, nella dinamica, è il classico incidente di gara senza vere colpe: Roberg cerca il sorpasso all'estero, l'inglese giustamente tiene giù ma gli lascia anche spazio, il tedesco prova ad affiancarlo ma capisce che deve desistere, si accoda e le traiettorie si incrociano. Un errore di valutazione di pochi centimetri nel mezzo di in duello ad altissima velocità: cose che possono capitare, ma non al 2° giro con il tuo compagno di squadra e con tutta una gara davanti per passare l'avversario.

Rosberg: scarsissima saggezza

Un eccesso di foga agonistica - in fin dei conti in F1 corrono i piloti, non i ragionieri - più che un errore o una scorrettezza, che però avrà pesantissime ripercussioni nei rapporti con l'inglese e all'interno della squadra, dove comunque Rosberg - fresco di rinnovo - è un punto fermo. Di sicuro il tedesco ha buttato una vittoria, dovendo anticipare la prima sosta e cambiare il musetto, e un altro errore - questo lo è di sicuro - lo commette quando rovina l'anteriore sinistra in un tentativo di sorpasso, con il risultato di dover cambiare strategia al volo. La rimonta finale è emozionante quanto inutile. Resta il fatto che ha guadagnato comunque 18 punti su Hamilton e anche se è troppo presto per limitarsi ad amministrare, ancora una volta quello che dovrà prendere dei rischi - ed esporsi alle possibili conseguenze - sarà l'inglese. Così, l'unica cosa da incorniciare resta la pole position del sabato. Voto 4 per la (poca) saggezza, anche se la classifica gli sorride.

Chi per una volta sorride invece è Raikkonen, che nella "sua" pista ha finalmente mostrato un po' dello smalto dei tempi migliori


Non ha niente da rimproverarsi invece Hamilton: in qualifica commette una serie di errorini nel momento decisivo e perde la pole, ma parte bene e alla prima curva è già in testa. Il resto, come si dice, è storia. Per l'inglese nessun voto, perchè la sua gara dura troppo poco per essere giudicata, e l'auspicio che questa ennesima tegola non incida sulla sua lucidità, come è già capitato in passato. Chi per una volta sorride invece è Raikkonen, che nella "sua" pista ha finalmente mostrato un po' dello smalto dei tempi migliori: in qualifica, sull'acqua, non è un fulmine (non lo è mai stato) ma è comunque più che dignitoso, in gara però azzecca tutto: strategia (bravi al muretto) e ritmo di gara. Nel finale non riesce a tenere il 3° posto a causa dei cronici limiti dell'auto, ma l'avrebbe meritato. Voto 9: bentornato Kimi.

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Un weekend sottotono per Alonso


Voto 7,5 ad Alonso: ottimo in qualifica, in gara si trova a subire una serie di situazioni che gli impediscono di esprimersi al meglio. Prima la penalizzazione, poi il prolungato duello con Magnussen, infine il leggero contatto con Vettel nel quale rovina l'ala. Bravissimo comunque a mantenere il controllo con due ruote sull'erba a 300 km/h allora: l'esito poteva essere una marmellata di carbonio (o peggio). Comunque combattivo.

Bottas fa sognare la Williams. Massa no

Chi sorride ancora invece è Bottas, nuovamente a podio, sempre in lotta con i grandi senza timori reverenziali: veloce ed esente da errori, insieme al motore Mercedes è il vero valore aggiunto della Williams di quest'anno. Voto 10. Risplende molto meno l'altra metà del box Williams, con Massa che in qualifica sul bagnato rimedia oltre 1 secondo da Bottas e in gara conclude fuori dai punti, a causa di un detrito della gomma forata di Hamilton che si incastra nella sua auto facendogli perdere oltre 2 secondo al giro. La motivazione regge (una volta rimosso il pezzo durante la seconda fermata ai box, quando ormai era tardi, il brasiliano subito abbassa di molto i suoi tempi), però Enzo Ferrari diceva che nelle corse la fortuna e la sfortuna non esistono e questa ennesima pagina del libro selle scuse di Massa lascia un po' sconcertati. Così, fidandoci del giudizio del Drake, non riusciamo proprio a dargli la sufficienza: voto 5.

Sconcertante è stata anche la manovra di Magnussen che ha spedito Alonso sull'erba in piena velocità


Sconcertante è stata anche la già citata manovra di Magnussen che ha spedito Alonso sull'erba in piena velocità: la penalizzazione stavolta è sacrosanta, ed è un peccato perché fino a quel momento il danese aveva corso benissimo, sovrastando in prova e in gara Button e difendendosi coi denti - ma sempre lealmente - dagli attacchi di chi era nettamente più veloce di lui. Un eccesso di foga grave, ma che ci sta considerando la sua ancora scarsa esperienza. Per questo voto 7 comunque, ma a condizione che certe manovre non si ripetano più... Voto 7 però anche a Button, per i motivi opposti: meno veloce di Magnussen, rinviene bene nel finale e alla fine fa valere tutta la sua esperienza per conquistare un buon 6° posto.

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Il circuito di Spa si conferma uno dei più affascinanti del Mondiale

Kvyat sorprende, Hulkenberg e Perez a punti

Finisce solo 9° ma è una mezza vittoria visto il mezzo a disposizione Kvyat, sempre davanti al più esperto compagno di squadra Vergne su una pista che esalta le doti di pilotaggio.  Il giovane russo continua il suo apprendistato e porta altri punti alla Toro Rosso: cos'altro si potrebbe chiedergli? Voto 9, sorprendente.

 

Torna a convincere - e a conquistare punti - Perez: più redditizio di Hulkenberg in qualifica, in gara si vede poco ma ottiene un buon 8° posto: non è un risultato clamoro, ma in belgio il messicano si dimostra efficace. Voto 7,5. Chiude la zona punti Hulkenberg, che si fa perdonare l'errore in Q1 con una gara anche in questo caso poco appariscente ma concretissima: rinviene bene dal fondo (considerando anche che non guida una Mercedes) e aggancia la zona punti. Voto 6,5 quindi per come sa rimediare al pasticcio del sabato.


Infine, voto 10 a Spa Francorchamps, sempre affascinante come nessun altro circuito del Mondiale, e voto 0 a questa F1 che spende e spande salvo inventarsi regole mortificanti per lo sport in nome del risparmio: sentire Hamilton chiedere via radio di potersi fermare per preservare il motore per la prossima gara - cosa in teoria vietata - e leggere le scuse del team su una presunta perdita di carico aerodinamico (ma non aveva fatto il giro veloce appena uscito dai box dopo l'incidente?) per giustificare il ritiro è semplicemente patetico. E la colpa, sia chiaro, non è dell'inglese o della Mercedes, che fanno giustamente i propri interessi, ma di un regolamento che fa acqua da tutte le parti, anche quando si corre sotto il sole.

Le pagelle del GP del Belgio 2014

Ricciardo: 10 e lode

Bottas: 10

Circuito di Spa-Francorchamps: 10

Raikkonen: 9

Kvyat: 9

Alonso: 7,5

Perez: 7,5

Button: 7

Magnussen: 7

Hulkenberg: 6,5

Massa: 5

Vettel: 5

Rosberg: 4

Formula 1: 0

Hamilton: non classificato

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