Formula 1 Spagna 2014: gli highlights del GP di Barcellona

Formula 1 Spagna 2014: gli highlights del GP di Barcellona
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Paolo Ciccarone
La Mercedes domina il mondiale e gli altri inseguono. Per cambiare le cose intano i team pensano di assumere Genny A' Carogna... | <i>P. Ciccarone, Barcellona</i>
10 maggio 2014

Montmelò – Hanno qualcosa in più, si era capito da tempo. Adesso la faccenda diventa imbarazzante perché ritrovarsi ancora davanti quei due lì, Hamilton e Rosberg, con gli altri staccati di oltre un secondo (Ricciardo) o addirittura a due (vedi Raikkonen e Alonso) fa venire in mente qualche soluzione drastica per cambiare la situazione.

Niente colpi di scena

Senza clamorosi colpi di scena, l’interesse per il mondiale F.1 sarà destinato a calare ancora. «Eppure non è stato facile – dice Hamilton – per stare davanti a Nico ho dovuto sudare, solo all’ultimo giro ci sono riuscito, lui è un avversario durissimo da battere».

Per contro Rosberg ha fatto buon viso a cattivo gioco: «Speravo di farcela ma Lewis è stato bravissimo nel soffiarmi la pole proprio all’ultima curva, domani sarà battaglia in gara fin dalla prima curva». E con la speranza che fra i due avvenga qualcosa, il resto della truppa si adagia su propositi di attesa.

Lo dice Ricciardo«Ho spinto al massimo ma vedere come vanno le Mercedes ti fa capire che se non hai il mezzo non puoi farcela» alle attese della Ferrari di Alonso «dobbiamo fare una buona partenza e portare a casa dei punti. Qua alcune modifiche hanno funzionato, altre no, siamo tornati quindi al GP di Cina perché noi abbiamo fatto dei piccoli passi avanti, gli altri pure quindi non è cambiata la situazione. Abbiamo un poco di carico in più rispetto a prima, ma la pista è più scivolosa e quindi si è visto poco, dobbiamo rivedere alcune cose nei prossimi test per trarre il massimo».

Ferrari: bisogna già guardare al 2015?

Come dire che il mondiale, per la Ferrari, dopo appena cinque gare è già finito, meglio mettersi l’animo in pace. E allora, proviamo la provocazione: qua ci vuole Genny A’Carogna per far cambiare le cose. Altro che trattative con gli ultras, qua il signor Genny potrebbe mettere ordine a Maranello. "Avite fà chillo che vi dico io…" e lo farebbe col tono di colui al quale si deve cieca obbedienza.

genny a carogna
Scelte tecniche che non tornano, investimenti folli e una squadra che domina sulle altre. Per riequilibrare la situazione servirebbe Genny 'A Carogna

Ci vuole Genny A' Carogna

Mica avere James Allison, il responsabile tecnico, che da settembre del 2013 sta “lavorando alla macchina del 2015” come ha detto il presidente Montezemolo. Ma come, non hanno capito una beata mazza della macchina del 2014, che si becca vagonate di distacco, e questo lavora a un futuro lontano senza avere capito cosa non va sulla macchina attuale? Ecco, il signor Genny A’Carogna avrebbe fatto chiarezza, avrebbe inculcato quel timore reverenziale per far sì che lo slogan made in Napoli “A cà nisciun è fess”, sarebbe stato messo sulle divise al fianco di quello dello sponsor.

Ma soprattutto il signor Genny A’Carogna avrebbe evitato quel senso di ridicolo che circonda la F.1 attuale. La Mercedes, che ha fatto la pole, è andata più piano di 4 secondi e mezzo rispetto all’anno prima, la Ferrari addirittura di 5,9 secondi al giro. Alla fine, e questo è uno scandalo, le prime 10 vetture della GP2 si sono qualificate meglio delle ultime cinque monoposto di F.1. Anzi, uno come Kobayashi col tempo che ha segnato in F.1, sarebbe partito in 14.posizione nella gara di GP2.

E per andare così piano hanno speso 65 milioni di euro contro il milione e mezzo che serve per fare la categoria cadetta. Strano che nessuno, in ambito federale, si vergogni di questo andazzo. Ecco perché ci vorrebbe un Genny A’Carogna, perché servirebbe cattiveria e disciplina per non farsi prendere per i fondelli da chi millanta conoscenze e tecniche, da chi fa i regolamenti senza capire che si svilisce una storia, si rendono le macchine più lente ma più costose e si fanno le figuracce di beccarsi il pagone da macchine, come quelle della GP2, che costano 262 euro al km contro i 7000 euro della F.1.

Perché spendere di più per andare di meno?

E allora, perché spendere tanto di più per andare molto di meno? E perché se la Mercedes ha indovinato tutto, il regolamento impedisce agli altri di recuperare, mettendo limiti assurdi alle norme e chi lo fa presente, si sente dire da chi conta che lo fanno perché sono indietro. No, chi è dietro ha il diritto di lavorare per cambiare le cose, se la FIA non lo capisce o non lo hanno capito le squadre, dateci un Genny A’Carogna. Là dove non arriva la ragione, forse ci arriva la forza. Di volontà, ovviamente…

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