"Aiuto! sono in riserva": quanto si può viaggiare con la spia accesa?

"Aiuto! sono in riserva": quanto si può viaggiare con la spia accesa?
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La risposta più frequente è "circa 50 km", che indicativamente è la distanza giusta, ma c'è molto altro da considerare... e anche qualche consiglio per aumentarla
8 aprile 2023

La spia della riserva della propria macchina può causare comportamenti a dir poco diversi fra loro. Qualcuno si fa prendere dal panico e inizia a viaggiare a 30 km/h diretto verso il distributore più vicino, altri invece se ne escono con la tipica frase divertente ma fondata sulla realtà: "Niente paura, conosco la mia macchina". Oppure può capitare che ci troviamo in autostrada e la spia si accenda proprio dopo aver superato un distributore, l'autonomia residua dichiarata dal computer di bordo inizia a segnare i classici trattini "---" e ci si comincia a chiedere se si arriverà o no alla pompa successiva.

In ogni caso, meglio tener presente una serie di fattori che permettono agli automobilisti di rimanere relativamente sereni con la spia della riserva accesa... ma anche qualche dettaglio che ci spinga a fare il pieno il prima possibile, soprattutto per le vetture a gasolio. Ora vediamo perché.

Quanti chilometri posso fare veramente con la spia riserva accesa?

Tendenzialmente a questa domanda rispondiamo tutti con "circa 50 km". Un fondo di verità c'è in questa frase, perché solitamente la spia della riserva si accende quando nel serbatoio rimangono circa 5 litri di carburante - che spesso e volentieri, in un'auto media di Segmento C, corrisponde a circa il 10% della capacità totale del serbatoio.

In effetti, un'auto a benzina di media grandezza e media cilindrata può abilmente anche superare i 50 km con cinque litri di carburante, perché significherebbe segnare un consumo medio di 10 km/L quando ormai le percorrenze facilmente si attestano sui 15 km/L. Per questo motivo, 5 litri di benzina dovrebbero in realtà garantire anche 75 km di autonomia prima di rimanere completamente a secco. Diciamo che 50 km è una stima prudenziale, ma quasi tutte le auto possono arrivarci.

Come migliorare l'autonomia residua in riserva?

Può sembrare ovvio a molti, ma quando ci troviamo in riserva ogni goccia di benzina può essere fondamentale - soprattutto in autostrada dove la distribuzione non è capillare come può esserlo in città e nell'extraurbano.

La pima cosa da considerare è di moderare la velocità: se ci troviamo in città possiamo solo concentrarci sull'ammorbidire la nostra guida per ridurre le accelerate brusche e le frenate che disperdono preziosa energia cinetica, mentre in situazioni extraurbane e autostradali ricordiamo che mediamente l'efficienza migliore di un'auto si ottiene viaggiando non oltre i 100 km/h circa... e naturalmente vanno evitati i sorpassi che richiedano forti accelerazioni. In questo modo miglioreremo la percorrenza chilometrica per ogni litro e, dunque, l'autonomia residua con i famosi 5 litri della riserva.

Ciò però non toglie che l'autonomia sia sempre limitata: se ci troviamo in autostrada, normalmente i distributori sono posizionati in modo tale da poter sempre raggiungere il successivo se la spia della riserva si dovesse accendere appena ne abbiamo passato uno. In media in Italia c'è una stazione di rifornimento ogni 26 km ma, appunto, è una media e in alcune zone più periferiche potrebbero distare di più. Potrebbe essere consigliabile uscire dall'autostrada per trovare distributori più vicini grazie a una diffusione più omogena delle stazioni di rifornimento e in questo caso ci può venire facilmente in aiuto una app per il telefono o anche il navigatore di bordo, se aggiornato. Diverso il caso se si cercano stazioni di servizio che abbiano il GPL o il metano, che non sono sempre disponibili. 

Perché il computer di bordo non segna più l'autonomia?

Ci sono vari motivi per cui, quando entriamo in riserva, il computer di bordo smetta di dichiarare un'autonomia plausibile, e si limiti a segnare i trattini ("---") o accendere un'avviso di allarme (tipo "fare rifornimento" o "fuel low"). Considerate che l'autonomia dichiatrata dal computer proviene da una lista di calcoli fra i litri rimanenti nel serbatoio, il consumo istantaneo, quello medio e così via. Quando il serbatoio si avvicina al vuoto, rimanendo appunto con circa 5 litri, diventa anche difficile per il galleggiante ottenere dati sicuri per un calcolo indicativamente corretto.

In questo modo poi si spinge il guidatore ad avere "paura" di restare a secco (tra virgolette), perché non avendo più un riferimento al di sotto dei 50 o 100 km residui tenderà a preoccuparsi sempre di più, e fara il pieno senza esitazioni e senza neanche raggiungere il vuoto vero e proprio. Una sorta di tutela sia per il conducente, sia per l'auto.

Sì, anche per l'auto è una tutela, soprattutto se parliamo di motori diesel: è infatti risaputo che il gasolio depositato nel serbatoio con gli anni tenderà a formare depositi e alghe capaci di galleggiare in superficie. Finché non si arriverà al fondo del serbatoio le alghe non creeranno grandi problemi, ma se il gasolio dovessero finire queste impurità - che in base alla quantità presente potrebbero anche far credere al galleggiante di avere ancora del gasolio e segnarlo sul nostro indicatore sul cruscotto - verrebbero aspirate dalla pompa del carburante, con conseguente sforzo e rottura di quest'ultima e intasamento dei vari filtri. 

Dunque, anche l'auto stessa tende a tutelarsi dalle impurità potenzialmente depositate nel serbatoio semplicemente non garantendo un'autonomia dichiarata che poi di fatto sarebbe poco precisa, e in più con il rischio di intasare pompe e filtri nei motori a gasolio.

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