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Monaco è famosa nel mondo per le sue strade piene di supercar e hypercar, ma pochi sanno che qui il portare la cintura di sicurezza non è imposto dalla legge. La giustificazione ufficiale? Limiti di velocità bassi, tradizione locale e un’idea di libertà al volante che resiste da decenni.
Tuttavia, per molti residenti e esperti di sicurezza stradale, questa peculiarità è sempre più difficile da giustificare. Con le strade strette e tortuose della Principauté, anche una velocità di 50 km/h può diventare pericolosa, soprattutto quando ci si trova accanto a bolidi capaci di accelerazioni impressionanti.
Il dibattito si è riacceso con il nuovo progetto di legge sulla sicurezza stradale. Diverse consigliere nazionali, tra cui Jade Aureglia e Mathilde Leclerc, sostengono che Monaco non può più fare a meno di discutere sull’obbligo della cintura.
Alcune proposte includono persino l’imposizione della cintura nelle ore serali, quando i rischi aumentano a causa di alcol e distrazioni. Il presidente del Consiglio nazionale, Thomas Brezzo, ha sottolineato che queste posizioni restano minoritarie, ma il tema è ormai al centro dell’attenzione pubblica.
Secondo Patrick Rinaldi, presidente della Prévention routière monégasque, la situazione è un errore monumentale. In Principauté mancano controlli rigorosi su velocità e alcol alla guida, con record di eccessi oltre i 100 km/h nel tunnel del Fairmont. Nel 2023, sei persone hanno perso la vita sulle strade locali, un bilancio che ha rilanciato la questione della prevenzione.
Rinaldi insiste sull’educazione dei giovani e sulla responsabilità dei passeggeri: “Una persona che ha bevuto non percepisce il rischio, è agli altri intervenire”. Tra libertà e sicurezza, Monaco sembra destinata a un confronto inevitabile con la realtà delle proprie strade.