F1. “Se ascoltano Hamilton, la Ferrari diventa inarrestabile”: Montoya lancia l’allarme, ma Leclerc sarà disposto ad aspettare?

F1. “Se ascoltano Hamilton, la Ferrari diventa inarrestabile”: Montoya lancia l’allarme, ma Leclerc sarà disposto ad aspettare?
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Montoya avverte la Ferrari: se ascolta Hamilton, la Rossa può diventare inarrestabile. Ma Charles Leclerc sarà disposto ad aspettare la svolta?
13 novembre 2025

Solamente tre appuntamenti e una Sprint ci separano dal gran finale di Abu Dhabi, dove si concluderà una delle stagioni più complicate della Ferrari. I risultati auspicati all’inizio dell’anno non sono arrivati, e la situazione a Maranello per Lewis Hamilton e Charles Leclerc si fa sempre più difficile. Le dure parole di John Elkann non hanno fatto altro che acuire il clima teso che aleggia nella Scuderia, tanto che non è affatto da escludere – come suggerito da Juan Pablo Montoya – un cambio di rotta improvviso da parte dei due piloti.

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Sono rimaste impresse nella memoria le parole dell’evento di Piazza Castello dello scorso marzo. Dichiarazioni forti sia da parte del team principal Frédéric Vasseur e dei piloti, sia del CEO Benedetto Vigna, sulle ambizioni mondiali: un obiettivo che la Ferrari rincorre dal lontano 2008 per i Costruttori e dal 2007 per i piloti. Anche quest’anno, però, la rincorsa dovrà aspettare la prossima stagione. La realtà si è dimostrata ben diversa, con una SF-25 mediocre, che non ha mai trovato il proprio picco prestazionale a causa di problemi cronici alla piattaforma, non risolti neanche con gli aggiornamenti arrivati in corsa.

Questo ha inevitabilmente compromesso gli animi dei piloti, recentemente accusati dal presidente John Elkann di essere più concentrati a parlare con i giornalisti che a risolvere i problemi di performance in pista. Il vero problema della Rossa, però, non sono i piloti: Hamilton e Leclerc stanno infatti cercando in tutti i modi di estrarre prestazioni da una vettura che, di fatto, non ha capacità di vincere Gran Premi. Lo dimostrano gli sforzi di Charles Leclerc, capace di portare la Ferrari sul podio ben sette volte, ma anche quelli di Lewis Hamilton, che deve affrontare più sfide contemporaneamente: dall’adattamento a un mondo, quello di Maranello, completamente diverso dalla Mercedes, alla perdita di fiducia nella guida con l’attuale – ormai conclusa – generazione di monoposto.

In questo contesto, le parole di Montoya trovano un’eco ancora più chiara: “Charles guida la Ferrari da così tanto tempo che è abituato a pilotare una macchina mediocre, ed è per questo che sta battendo Hamilton”. Ma a confermare l’immenso potenziale dell’inglese arrivano anche commenti esterni sulla sua capacità di fare la differenza se messo nelle condizioni giuste: “Prima [la Ferrari] ascolterà Hamilton su come migliorare la macchina, meglio sarà per il team a lungo termine. Se dai a Lewis gli strumenti giusti e la macchina giusta, diventa inarrestabile”. Quanto ancora il monegasco potrà sopportare di guidare vetture incapaci di conquistare il tanto agognato titolo mondiale? L’età avanza anche per lui – 28 anni lo scorso mese – mentre piloti più giovani, come Lando Norris e Oscar Piastri, sono in lotta per la corona iridata, e una nuova generazione si sta affermando sempre più rapidamente.

Non capisco perché tutti pensassero che la Ferrari sarebbe stata competitiva. Hanno avuto una macchina nella media per anni e non è cambiato nulla. Il prossimo anno potrebbe essere davvero positivo per la Ferrari, ma se non saranno competitivi, quanto ancora potremo aspettarci che Charles Leclerc rimanga? Come può essere contento di finire costantemente al terzo posto?”, ha aggiunto Montoya. Per Leclerc e Hamilton, il countdown verso Abu Dhabi non è solo una corsa verso la bandiera a scacchi, ma una prova di resilienza. E per la Ferrari, il vero esame comincia ora: dimostrare di poter lottare per il titolo nella nuova generazione del 2026.

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