F1. McLaren, Oscar Piastri svela il motivo del suo crollo: “Tutto è iniziato a Monza, per colpa di...”

F1. McLaren, Oscar Piastri svela il motivo del suo crollo: “Tutto è iniziato a Monza, per colpa di...”
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Dopo settimane di calo prestazionale, Oscar Piastri rompe il silenzio e racconta cosa è successo davvero. Tutto è iniziato a Monza, tra ordini di scuderia e tensioni interne in McLaren: ecco le parole che spiegano il suo improvviso crollo
13 novembre 2025

Il 2026 è ormai ufficialmente iniziato con la presentazione della livrea di Audi, la prima della sua storia in Formula 1. Ma la stagione 2025 è tutt’altro che conclusa. Mancano ancora tre appuntamenti – di cui uno con la Sprint – e il titolo Piloti è ancora da assegnare, con un finale che si preannuncia più acceso che mai. Lando Norris comanda la classifica, ma Oscar Piastri spera ancora di poter riconquistare la leadership, mentre all’orizzonte incombe il ritorno di Max Verstappen.

Foto copertina: ANSA

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Fino al rientro dalla pausa estiva, la corsa al titolo sembrava una passerella per Piastri. L’australiano era andato in vacanza con un vantaggio di 104 punti su Verstappen e poco più di trenta su Norris, ma da Monza in poi la pista gli ha restituito un brusco riscontro. Le sue prestazioni sono calate, favorendo un recupero impressionante dei suoi diretti rivali. Le cause? Diverse: dal feeling perso con la vettura su circuiti a basso grip – poco congeniali al suo stile di guida – fino alla pressione interna in McLaren, diventata difficile da gestire. A riconoscerlo è stato lo stesso Piastri, che ha individuato proprio negli ordini di scuderia a Monza la scintilla che ha acceso il periodo più complicato della sua stagione. Fino a quel momento, era stato pressoché inarrestabile.

Riavvolgendo il nastro e tornando alla cornice dell’Autodromo Nazionale di Monza, Piastri aveva pagato le caratteristiche del tracciato a basso carico aerodinamico, che avevano messo in difficoltà la MCL39, favorendo invece la rinascita della RB21 di Verstappen. In quell’occasione Norris, a differenza del compagno, era riuscito a scavare più a fondo nella prestazione disponibile, scattando al fianco dell’olandese e restando in scia fin dai primi giri. Piastri, invece, non aveva potuto far altro che accodarsi alla vettura gemella, sperando in qualche opportunità nel corso della gara. Un’opportunità è arrivata, ma non si è rivelata favorevole.

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Reduce dal k.o. tecnico di Zandvoort, Norris era determinato a riscattarsi, ma un pit stop estremamente lento a Monza – chiamato ai box subito dopo Piastri – ha complicato la situazione. Nel post gara, Andrea Stella ha spiegato che la scelta di fermare prima l’australiano, nonostante fosse dietro, era dovuta all’arrivo di Charles Leclerc, per evitare che la Ferrari conquistasse la terza posizione occupata dal numero 81. L’errore umano del meccanico all’anteriore sinistra sulla monoposto di Norris ha però ribaltato le posizioni, consegnando la seconda piazza a Piastri.

Il muretto, consapevole della colpa accumulata dopo i problemi tecnici di Zandvoort, ha deciso di neutralizzare la situazione, ordinando a Piastri di restituire la posizione al compagno senza lottare. Una scelta che, secondo l’australiano, ha cambiato le regole del gioco. Fino a quel momento, errori o pit-stop sbagliati erano considerati parte delle corse e non soggetti a “compensazioni” interne. A peggiorare le cose, il weekend successivo di Baku, dove un errore in qualifica – replicato poi in gara – gli è costato uno zero pesantissimo in chiave mondiale.

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Parlando del suo calo di rendimento, Piastri ha spiegato: “In definitiva, è stata una combinazione di diversi fattori. Ovviamente la gara precedente era Monza, che non ho ritenuto un weekend particolarmente positivo in base alla mia prestazione, e poi c'è stato quello che è successo con i pit stop. Ma anche Baku stessa è stata dura: venerdì le cose non funzionavano, stavo esagerando. Non ero molto contento di come stavo guidando e probabilmente ho cercato di rimediare troppo sabato. Abbiamo avuto un problema al motore nelle FP1 che ha un po’ destabilizzato il weekend, poi non ho guidato bene. Le gomme C6, difficili da gestire, non hanno aiutato. Ci sono state tante piccole cose che si sono sommate. È stato il peggior weekend che abbia mai avuto, ma probabilmente anche il più utile sotto certi aspetti”.

Piastri, dunque, non ha puntato il dito apertamente contro la McLaren o presunti favoritismi verso Norris, ma ha ammesso che il “rumore di fondo” nato da Monza lo ha condizionato, soprattutto in una fase in cui la fiducia nelle proprie prestazioni ha iniziato a vacillare. Una condizione difficile da gestire, tanto più alla guida di una monoposto come la MCL39, la più performante del lotto ma anche – come ammesso dagli stessi piloti – la più complicata da portare al limite. Ora, con 24 punti di ritardo da Norris e 25 di vantaggio su Verstappen, e con tre Gran Premi e una Sprint ancora in calendario, l’australiano dovrà resettare tutto per affrontare un finale di stagione che può ancora cambiare completamente il destino del Mondiale.

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