Antitrust: sanzione da 936 milioni a sei compagnie petrolifere per intesa sui biocarburanti. Coinvolte Eni, Esso, Ip, Q8, Saras e Tamoil

Antitrust: sanzione da 936 milioni a sei compagnie petrolifere per intesa sui biocarburanti. Coinvolte Eni, Esso, Ip, Q8, Saras e Tamoil
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L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha inflitto una sanzione complessiva di 936.659.087 euro a sei tra le principali compagnie petrolifere operanti in Italia: Eni, Esso, Ip, Q8, Saras e Tamoil
29 settembre 2025

L’istruttoria, avviata grazie alla segnalazione di un whistleblower, ha rilevato una presunta intesa restrittiva della concorrenza nella determinazione del prezzo della componente bio inserita nel carburante per autotrazione.

Secondo l’Antitrust, le aziende avrebbero coordinato i prezzi della componente bio, obbligatoria per legge, tra il 1° gennaio 2020 e il 30 giugno 2023. In questo periodo, il valore della componente è passato da circa 20 euro al metro cubo del 2019 a circa 60 euro al metro cubo nel 2023.

L’Autorità segnala che gli aumenti di prezzo sono stati in gran parte coincidenti, facilitati anche dalla pubblicazione dei valori della componente bio su “Staffetta Quotidiana”, noto quotidiano di settore, sulla base di informazioni fornite direttamente da Eni.

Nel dettaglio, le sanzioni per singola compagnia sono così ripartite:

  • Eni: 336.214.660 €

  • Esso: 129.363.561 €

  • Ip: 163.669.804 €

  • Q8: 172.592.363 €

  • Saras: 43.788.944 €

  • Tamoil: 91.029.755 €

Non sono state invece sanzionate Iplom e Repsol.

La replica di Eni

In risposta al provvedimento, Eni ha espresso “profonda sorpresa e il più fermo dissenso”, definendo l’impianto accusatorio “artificioso” e sostenendo che le comunicazioni tra operatori erano legittime e non hanno mai condizionato il mercato. La società sottolinea inoltre che la componente bio incide solo per pochi centesimi al litro sul prezzo al consumo e che la decisione dell’Antitrust rischia di penalizzare gli investimenti nella transizione energetica.

Eni ha annunciato che tutelerà le proprie ragioni in ogni sede competente, citando anche precedenti sanzioni relative ai biocarburanti, annullate dal Consiglio di Stato dopo oltre cinque anni.

Il provvedimento dell’Antitrust mette in luce la crescente attenzione dell’Autorità verso pratiche commerciali potenzialmente anticoncorrenziali nel settore dei carburanti. La sanzione record di quasi 940 milioni di euro rappresenta un segnale chiaro per le compagnie operanti in Italia: la vigilanza su prezzi e componenti obbligatorie è strettamente monitorata, anche alla luce della transizione energetica in corso.

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