Aston Martin DBR22: niente tetto e parabrezza, e il telaio stampato in 3D

Dal 19 al 21 agosto Aston Martin "ruba" la scena alla Monterey Car Week con il suo prototipo DBR22 una due posti concept per celebrare i 10 anni della Divisione Q (ovviamente il riferimento è alla saga dei film di James Bond e al leggendario Agente Q - l'attore Desmond Lewellin). Il design di riferimento è stato quello delle Aston da corsa DBR1 e DB3S, ma introducendo delle tecniche di costruzione che vanno oltre il consueto.

Il telaio dell'area posteriore della DBR22 è realizzato di numerose parti di alluminio realizzate in 3D da un'apposita stampante. Le parti vengono poi incollate alla sottostruttura di carbonio conservando la piena rigidezza. C'è un chiaro vantaggio di peso in questa tecnica, adatta per produzione di piccolissime serie con costi inferiori e maggior solidità rispetto alle più moderne tecniche di pressofusione. A capo della divisione tecnica di Aston Martin c'è Roberto Fedeli.

La DBR 222 sarà un modello prodotto in piccolissima serie come la Valkyrie o la Vulcan e preannuncia uno zero-cento in 3,4 secondi e una velocità massima di 319 km/h.

Da notare che la DBR22 non ha il parabrezza ma solo un deflettore appena accennato, quindi andrebbe guidata sempre con il casco, e che la famosa griglia Aston ora riproduce la trama della fibra di carbonio: dietro di essa "batte" il leggendario V12 da 5,2 litri biturbo da 715 CV e 753 Nm di coppia massima con cambio automatico a 8 marce. A tenerla a terra ci pensano l'aerodinamica e le ruote da 21 pollici con serraggio monodado. Di prezzi ovviamente ancora non si parla, ma certamente sarà una cifra multimilionaria.