Auto e Van russi, Gaz: nonostante Putin l’azienda rischia di saltare per colpa di Trump?

Auto e Van russi, Gaz: nonostante Putin l’azienda rischia di saltare per colpa di Trump?
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La casa auto, ma soprattutto Van e Carri, sovietica è messa in seria crisi dalle sanzioni USA. Venne fondata anche grazie a Henry Ford
17 aprile 2019

Auto russe. Auto poco note e popolari da noi, certamente, auto che magari si pensano solo senza averle potute toccare: scure, poca superficie vetrata, poco attraenti, poco raffinate sotto il pesante vestito e via dicendo. Eppure, quando si dice Gaz si parla di una Casa automobilistica quasi centenaria, che ha messo in strada auto notevoli nel mercato interno, come la Pobeda, la Volga o la Chaika. Erano quelle “premium” dei benestanti sovietici, sono quelle che "non si rompono mai"; sono anche quelle di cessata produzione.

Oggi, al 90-esimo dell’azienda, la stessa è mutata rispetto ai tempi in cui nacque grazie a una collaborazione americana, Ford. Oggi Gaz vanta accordi tedeschi, per assemblare le Skoda Kodiaq, tanto per citare un moderno SUV, ma rischia grosso. Gaz sotto pressione non a causa dei limiti emissioni allo scarico cui sottostare, ma per questioni finanziarie, dovute alle sanzioni commerciali, mirate verso la galassia di aziende riferibili al suo grande capo.

E proprio il suo uomo forte al timone, nonché amico di Putin (più volte ritratto al volante di una Gaz) il signor Deripaska, alza la voce contro la politica, ovviamente internazionale, non certo quella al Cremlino di Vladimir. Lo dice parlando inglese alle maggiori testate USA, tuona contro il congresso americano.

L’avvio delle sanzioni penalizza seriamente l’industria automobilistica in Russia, tutta, quella dove operano più o meno direttamente anche Mercedes, Volkswagen, Skoda e appunto la Gaz. Soprattutto è lei che trema, con i suoi mezzi commerciali, van e camion a marchio proprio dove il Gazelle Next domina il mercato, per la sua semplicità, solidità e anche economia (circa un 30-40% meno della concorrenza estera, stimando anche le manutenzioni).

Ora si parla, forse anche per scopi politici, di chiudere tutto qualora arrivino i pesanti dazi e le limitazioni commerciali "mirate" al magnate russo. Ci sono circa 40mila dipendenti alla GAZ, ma i vertici aziendali dicono che con questo peso sul capo non si possono più fare piani di lavoro, per il futuro. Questioni di auto, di SUV, di Van, o meglio di prezzo finale dell’alluminio e di altre materie prime che viaggiano in Russia e interessano anche USA ed Europa. Vedremo se la politica risponderà.

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