Autostrade: sarà rivoluzione per i pedaggi? Ecco cosa cambia

Autostrade: sarà rivoluzione per i pedaggi? Ecco cosa cambia
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Ministero contro i concessionari autostradali: oggetto della contesa, la revisione del sistema tariffario, tesa ad un maggiore equilibrio tra servizio erogato e costo per gli utenti.
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
21 giugno 2019

L’immagine è suggestiva: il ministro Toninelli indossa l’elmetto e si lancia alla carica delle posizioni di privilegio dei concessionari autostradali, cui i precedenti contratti hanno assicurato guadagni enormi.

E’ quel che sta accadendo nella querelle che contrappone appunto il Mit, il Ministero Infrastrutture e Trasporti,  all’Aiscat, l’associazione dei concessionari autostradali, a causa del nuovo sistema tariffario per i pedaggi varato dall’Art, l’Autorità di regolazione dei trasporti.

Per il ministro, che interpreta a suo favore il nervosismo dei gestori, «siamo di fronte all’inizio della rivoluzione promessa sin dal nostro insediamento e che aveva mosso i suoi primi passi con la pubblicazione integrale, mai avvenuta prima, degli allegati delle convenzioni autostradali, quelli contenenti le formule che arricchivano i concessionari privati a scapito dei cittadini. Se Aiscat oggi attacca così, vuol dire che siamo sulla strada giusta. Perché qui non si tratta di bloccare chi fa davvero gli investimenti e merita il giusto profitto. Si tratta solo di non ingrassare più chi gli investimenti li promette senza farli, con ripercussioni a volte gravissime per la sicurezza di chi viaggia. Sblocchiamo i lavori e fermiamo le mangiatoie».

Il sistema Art appena pubblicato, in vigore dal primo gennaio prossimo, vale intanto per le 16 concessioni i cui PEF (Piani economico finanziari) quinquennali sono già scaduti, ma via via sarà allargato a tutti i  nuovi PEF e le nuove convenzioni e prospetta un cambiamento sostanziale: finora i sistemi tariffari non consentivano di distinguere la quota di remunerazione legata all’attività di costruzione da quella derivante dall’attività di gestione e quindi non si potevano calibrare in modo mirato gli adeguamenti dei pedaggi, incentivando il concessionario all’efficienza della gestione e alla rapida realizzazione degli investimenti.

Con il nuovo sistema di calcolo, invece, la tariffa al casello di base sarà composta da una componente di costruzione, fondata sugli investimenti realizzati e programmati, distinta da  quella di gestione, determinata dai costi operativi pertinenti ed efficienti. 

«Sul fronte della gestione - aggiunge Toninelli - il pedaggio vedrà applicare un indicatore di produttività, fondamentale per raggiungere la cosiddetta “frontiera di efficienza”. Art ha calcolato che il recupero di efficienza, appunto, potrà superare di molto il 20% nel caso di alcune concessionarie. Grazie alla separazione delle componenti, si potrà quindi agire sulla qualità operativa del gestore senza che tale parametro sia “inquinato” dal recupero in tariffa degli investimenti. Proprio su quest’ultimo versante, i sistemi tariffari attuali non contemplano un meccanismo automatico di abbattimento tariffario nel caso in cui fosse accertata la mancata o ritardata realizzazione degli investimenti. E comunque questo aspetto non viene monitorato».

Il nuovo sistema, invece, prevede un automatismo tra l’andamento tariffario e gli investimenti effettivi, reali, con penalità in carico al concessionario in caso di ritardo. Inoltre, Art ha definito un meccanismo di premi e penalità per la qualità del servizio offerto al viaggiatore, con effetti diretti sui pedaggi, grazie alla possibilità di individuare indicatori e obiettivi, in modo da monitorare la performance dei gestori autostradali: tra gli indicatori previsti, ci sono velocità media di percorrenza del flusso veicolare e fluidità ai caselli; adeguatezza strutturale e tecnologia delle infrastrutture; soddisfazione degli utenti.

«Infine - chiosa il Ministro - il nuovo modello tariffario consente il contenimento dei ricavi del concessionario e trasferisce direttamente ai cittadini gli eventuali maggiori introiti legati agli aumenti imprevisti di traffico, meccanismo oggi è applicato solo di rado. In questo modo riequilibriamo i pesi tra interesse pubblico e interessi privati: è questo il cambiamento che Governo e ministero stanno imponendo al sistema delle concessioni autostradali. I profitti dei privati sono giusti, gli abusi no. E noi ci batteremo a favore della sicurezza e della qualità del viaggio di tutti i cittadini».

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