Bollo auto: le Regioni possono introdurre esenzioni

Bollo auto: le Regioni possono introdurre esenzioni
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
La Corte Costituzionale ribadisce la possibilità per gli Enti Regionali di prevedere esenzioni sul costo del bollo auto anche in assenza di analoga iniziativa da parte del legislatore nazionale
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
20 maggio 2019

Se il Governo da quell’orecchio non ci sente, potrebbero pensarci le Regioni: in base ad una recente decisione la Corte Costituzionale, infatti, chiamata di nuovo ad indicare quali criteri giurisprudenziali seguire in riferimento alla questione delle norme regionali per il “bollo auto“, ha chiarito che in materia le peculiarità attribuite alla tassa automobilistica impongono alle Regioni solo di non aumentare la pressione fiscale oltre i limiti fissati dal legislatore statale.

Quindi, secondo la Corte Costituzionale, per sviluppare un'autonoma politica fiscale in funzione di specifiche esigenze, azione che rientra nello loro competenze, le Regioni possono introdurre esenzioni pur se non previste dal legislatore statale.

E’ quanto riporta la sentenza n. 122, con relatore il giudice Luca Antonini:  tra i primi a commentarla, il vicepremier Di Maio: «E’ senz’altro una buona notizia, perché il bollo auto è una tassa ingiusta: se compri la macchina la macchina è tua».

L’argomento è delicato e di fondamentale importanza per le sempre vuote casse pubbliche: ogni anno, è stato valutato che per il bollo auto si spendono ben 6,7 miliardi di euro, importo cresciuto di ben il 17,7% negli ultimi cinque anni.

Lo rileva l’Eucoop, l'Unione europea delle cooperative, che ha analizzato i dati Istat: tra 2013 e 2017, le tasse pagate dagli italiani per la macchina sono aumentate al ritmo medio di oltre 200 milioni di euro all'anno, somma che ovviamente si aggiunge al costo dei carburanti, con notevole aggravio per famiglie ed imprese, i cui bilanci risentono della continua corsa al rialzo delle spese per il trasporto.

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