Caos Ponte sullo Stretto: la Corte dei Conti ferma il progetto, Meloni e Salvini non mollano

Caos Ponte sullo Stretto: la Corte dei Conti ferma il progetto, Meloni e Salvini non mollano
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Si accende lo scontro istituzionale attorno al Ponte sullo Stretto di Messina, dopo la decisione della Corte dei Conti di negare il visto di legittimità alla delibera del Cipess sull’opera. Una mossa che ha di fatto bloccato l’iter del progetto e spinto il governo a convocare una riunione d’urgenza a Palazzo Chigi
30 ottobre 2025

Alla riunione, iniziata in mattinata, hanno preso parte la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, mentre Antonio Tajani si è collegato in videoconferenza dall’Africa, dove si trova per una missione istituzionale.

La convocazione è arrivata nella serata di ieri, con Meloni che ha chiesto un confronto immediato per “affrontare la questione” dopo lo stop. “L’obiettivo è far partire i lavori – si legge in una nota del Mit –. Il vicepremier Salvini è determinato a trovare una soluzione insieme a tecnici e manager, dopo la decisione della Corte dei Conti”. Il ministero delle Infrastrutture sta valutando le possibili vie giuridiche e amministrative per superare l’impasse, che rischia di rallentare uno dei progetti simbolo del governo Meloni.

In una nota ufficiale, la Corte dei Conti ha precisato che il suo pronunciamento riguarda esclusivamente profili giuridici della delibera Cipess e non entra nel merito della realizzazione del ponte. “Il rispetto della legittimità è presupposto imprescindibile per la regolarità della spesa pubblica – sottolinea la Corte –. Le nostre decisioni non sono sottratte alla critica, ma questa deve avvenire nel rispetto dell’operato dei magistrati”. Una precisazione che cerca di smorzare le tensioni politiche, ma che non basta a placare le polemiche.

Il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani ha parlato apertamente di “tentativo di ingerenza della Corte dei Conti”, ricordando di aver già segnalato in passato situazioni simili. “È il momento di riprendere in mano il disegno di legge di riforma per mettere ordine in questo conflitto tra poteri dello Stato”, ha dichiarato all’ANSA.

Più prudente la posizione del presidente del Veneto Luca Zaia, che invita a mantenere un approccio tecnico: “Il nodo va affrontato dal punto di vista tecnico-legale. Non è la prima volta che la Corte interviene nel suo spazio di competenza, e non sarà l’ultima. Poi toccherà al governo rispondere”. Zaia sottolinea inoltre la necessità di “capire se ci siano stati problemi di dialogo tra le istituzioni coinvolte”.

Sulla stessa linea anche il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Paolo Barelli, che difende l’operato dei magistrati contabili: “La Corte dei Conti ha fatto il suo lavoro. Se serviranno rettifiche, saranno fatte. Non credo si possa legare la questione del Ponte alla riforma della giustizia: sarebbe fantasia”.

Il Ponte sullo Stretto di Messina, infrastruttura simbolo e terreno politico sensibile, torna dunque al centro del dibattito nazionale. Il governo ribadisce la volontà di procedere rapidamente, mentre la Corte dei Conti richiama al rispetto delle procedure di legittimità. Resta da capire se l’esecutivo deciderà di impugnare la decisione o modificare la delibera per superare lo stallo. Quel che è certo è che il Ponte – ancora una volta – si conferma non solo una grande opera ingegneristica, ma anche un banco di prova politico e istituzionale.

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