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Quanti autovelox siano sparsi per l'Italia? Nessun organo ufficiale è in grado di dirlo con certezza (secondo una stima dall’azienda francese Coyote Group nel 2021 in Italia erano attivi 14.297 autovelox). Per questo motivo, e non solo, un censimento degli autovelox è utile per non dire necessario.
Così il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha dato il via a questa attività che disciplina l’obbligo per enti locali e forze dell’ordine di inserire in una piattaforma telematica del Ministero tutti i dati relativi ai dispositivi per il controllo della velocità: ubicazione, marca, modello, numero di matricola, omologazione e altri elementi tecnici indispensabili.
La registrazione diventa una condizione necessaria per l’uso legittimo degli autovelox: senza di essa, gli apparecchi non potranno più essere utilizzati per elevare multe valide! Come succede però spesso nel nostro bel paese alle dichiarazioni d'intento non fanno seguito le azioni, ma non in questo caso, infatti sono già tracciate le modalità e i tempi da rispettare per chi deve registrare gli autovelox, infatti il censimento è partito dal 30 settembre 2025. Entro 60 giorni i soggetti interessati (Comuni, Prefetture, Province, Forze dell’Ordine) dovranno completare l’inserimento dei dati, quindi entro il 30 novembre 2025. Da quella data gli autovelox non censiti non potranno più essere usati per elevare multe.
Se un Comune e un autorità locale non registra l’autovelox entro i termini, il dispositivo deve essere spento e non potrà più elevare verbali. Inoltre le multe emesse da dispositivi non registrati risultano illegittime e possono essere contestate. Quindi, se si riceve una multa per limite di velocità si potrà verificare se l’autovelox è stato registrato e, in caso contrario, impugnare il verbale.
Certo, rimane aperta la questione dell’omologazione: apparecchi approvati ma non omologati sono spesso finiti nel caos giudiziario. Si stima che una parte significativa degli autovelox attuali non rispettino i requisiti di omologazione, dando luogo a contenziosi e richieste di cancellazione delle multe.
Molti dispositivi attivi sul territorio non dispongono di una omologazione conforme, anche se formalmente approvati. La Corte di Cassazione ha più volte ribadito che approvazione e omologazione non sono sinonimi, generando dubbi sull’efficacia delle multe emesse da apparecchi non completamente in regola.
Il censimento non risolve automaticamente il problema giuridico dell’omologazione (cioè non consente di “legalizzare” dispositivi non omologati), ma introduce maggiore trasparenza e strumenti per il cittadino di verificare la regolarità dei rilevatori.
Il censimento degli autovelox rappresenta una mossa decisiva — per molti attesa da tempo — verso un sistema di controllo della velocità più trasparente e regolamentato. Tuttavia, per essere efficace, dovrà essere accompagnato da una chiara disciplina sull’omologazione e un rigoroso monitoraggio dell’adempimento da parte dei Comuni. I prossimi mesi saranno cruciali sia per l’amministrazione locale che per gli automobilisti: chi non rispetterà le scadenze rischia di trovarsi con multe annullabili e apparecchi disattivati.
Speriamo che la "lobby" delle multe non intervenga per limitare l'applicazione e il corretto svolgimento di tutta la procedura. La sicurezza stradale passa sicuramente attraverso il rispetto delle norme e una guida dove le velocità sono sempre di sicurezza, ma in passato ci ha dimostrato che spesso l'attenzione di chi attivava un autovelox era risposta più agli introiti economici che a una viabilità senza incidenti.