Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Da oggi è attiva la piattaforma telematica del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) attraverso la quale Comuni, enti locali e forze dell'ordine dovranno comunicare tutti i dati relativi ai dispositivi di rilevazione della velocità installati sul territorio nazionale.
La novità, introdotta con un decreto dello scorso maggio e resa operativa da un successivo provvedimento del Mit, impone alle amministrazioni che utilizzano autovelox di censire ogni singolo apparecchio entro il 30 novembre 2025. Un termine tassativo che lascia circa due mesi di tempo per "mettersi in regola".
Per ogni dispositivo dovranno essere comunicati marca, modello, tipo, eventuale versione, matricola e localizzazione. I dati inseriti saranno pubblici e dunque ogni automobilista potrà sapere nel dettaglio quali e quanti autovelox sono installati sul territorio italiano.
La vera novità, che potrebbe avere conseguenze rilevanti per gli automobilisti, riguarda la validità delle sanzioni. Come specifica lo stesso ministero dei Trasporti, "l'inserimento dei dati relativi a ciascun dispositivo o sistema è la condizione necessaria per il legittimo utilizzo dei dispositivi o sistemi da parte di amministrazioni ed enti".
In altre parole, chi non comunica i dati richiesti entro il 30 novembre non potrà più utilizzare legittimamente gli autovelox sul proprio territorio. Le multe emesse da apparecchi non censiti potrebbero quindi essere dichiarate nulle, anche se non mancano dubbi interpretativi sul decreto e servirà probabilmente attendere i primi pronunciamenti dei giudici di pace e dei tribunali.
"Con grande ritardo parte finalmente l'operazione trasparenza sugli autovelox", commenta il Codacons. "Sarà finalmente possibile conoscere il numero di apparecchi installati in Italia, la loro ubicazione, e tutte le specifiche tecniche dei dispositivi usati da Comuni e forze dell'ordine".
L'associazione dei consumatori sottolinea però che resta ancora aperto "il problema sull'omologazione", un nodo irrisolto che "dura ormai da 18 mesi, da quando cioè la Cassazione ad aprile 2024 ha stabilito la nullità delle multe elevate dagli apparecchi approvati ma non omologati".
L'articolo 142 del Codice della Strada stabilisce che solo le apparecchiature debitamente omologate possono essere considerate fonti di prova valide per contestare infrazioni. Un principio confermato da diverse sentenze della Cassazione e da vari tribunali, ma su cui regna ancora grande confusione e non è mai stata pronunciata una parola definitiva. Di fatto manca ancora un decreto che faccia chiarezza sulla materia.
Secondo i dati del Codacons, "oggi quasi il 60% degli autovelox fissi e oltre il 67% di quelli mobili, oltre a non essere omologato, è stato approvato prima del 2017, data che fa da spartiacque in tema di omologazione e possibile utilizzo degli apparecchi". Una situazione che ha già generato una valanga di ricorsi da parte degli automobilisti multati, molti dei quali accolti dai giudici di pace.
Per gli automobilisti italiani la nuova piattaforma rappresenta un passo avanti in termini di trasparenza: per la prima volta sarà possibile consultare un elenco ufficiale e aggiornato di tutti gli autovelox attivi sul territorio nazionale, con la possibilità di verificarne le caratteristiche tecniche.
Tuttavia, resta da chiarire la questione dell'omologazione. Gli esperti consigliano agli automobilisti multati di verificare sempre se l'apparecchio che li ha sanzionati sia effettivamente omologato e, in caso di dubbi, valutare l'opportunità di presentare ricorso. La scadenza del 30 novembre potrebbe inoltre aprire nuovi scenari: eventuali Comuni inadempienti si troverebbero nell'impossibilità di utilizzare legittimamente i propri dispositivi, con conseguente nullità delle sanzioni emesse.
Il ministero dei Trasporti ha confermato che la piattaforma telematica è operativa da oggi e invita tutte le amministrazioni interessate a procedere tempestivamente con la registrazione dei dispositivi. Nei prossimi due mesi si capirà quanti e quali Comuni rispetteranno l'obbligo e quale sarà l'impatto reale di questa operazione trasparenza sulla gestione degli autovelox in Italia.