Citroen 2CV 70th Anniversary-6. Le leggendarie 2CV del “Piano Marshall”

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Piero Batini
  • di Piero Batini
Rincorrendo documenti e racconti, ipotesi e sospetti, si finisce sempre per trovare quello che, talvolta, neanche si sospettava di star cercando. In questi casi la sorpresa è più grande. Greg Marshall e Train De Reves
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
13 luglio 2018

Sinalunga, Luglio 2018. Gli orrori della Seconda Guerra avevano drammaticamente relativizzato tutto. Persino il segreto del lento e difficile sviluppo della 2CV, per anni spostato da un nascondiglio bombardato all’altro. Pierre-Jules Boulanger, CEO di Citroen assegnato al rilancio della Fabbrica dal nuovo affidatario, Michelin, non voleva che il progetto finisse nelle mani dei tedeschi. Mancava solo, dopo aver realizzato la Macchina-Per-Tutti-I-Tedeschi, che quelli là mettessero le mani anche sulla Macchina-Per-Tutti-I-Francesi! Era evidente che, prima ancora di nascere tra le macerie del Vecchio Continente, la 2CV era una soluzione universale. Per questo Boulanger decise di far distruggere tutti i prototipi.

Fine della scellerata recidiva di massima sciagura, la prospettiva di ripresa dell’Europa era semplicemente disperata. I soldi veri erano già partiti, nascosti su navi, aerei e cesti di asparagi verso lidi più sicuri. Facile che, con risorse azzerate, ripartire potesse significare un altro bagno di sangue, in un senso ancor più tragico della metafora. Intervenne, allora, un’operazione che ancora oggi non ci si crede. Gli americani ebbero l’idea di spargere 15 miliardi di dollari, 10x oggi, per fertilizzare il terreno della ripresa europea in un clima di stabilità e solido ottimismo.

Altri eventi presero l’avvio in quel periodo in cui storie, aneddoti e, soprattutto leggende fiorirono come succede nel deserto dopo un acquazzone improvviso. Soprattutto leggende. Sì, perché non c’è niente di più bello di una bella storia a corredo o in sostituzione di una brutta realtà, deprimente e drammatica. Una balla, certo, ma a fin di bene per il morale. In mancanza di evidenze, contrarie o a favore inoltre, la leggenda è la regina della “verità” e dell’esagerazione.

Una di queste, senza dubbio affascinante, ruota attorno a due accadimenti apparentemente senza alcun legame tra loro, il Piano Marshall e il lancio della TPV di Citroen. Entrambi del 1948, concomitanza almeno sospetta. Tutto nascerebbe tra le ipotetiche pieghe di un viaggio di esplorazione del Vecchio Continente promosso urgentemente, era il 1945, dal Presidente americano. Ora, Citroen era il secondo produttore di Automobili in Europa. Per diventarlo, André-Gustave Citroen era andato di persona alla scuola del numero 1, Henry Ford, riportando a casa concetti industriali rivoluzionari dai quali sarebbe nata la leggendaria Traction Avant.

Comunque, alla fine del conflitto i presupposti per mantenere da soli il primato erano zero. Ci voleva un aiuto esterno e sostanziale. Secondo la leggenda la scintilla del gigantesco Piano americano di aiuti all’Europa sarebbe stata la scoperta degli avveniristici piani industriali di Citroen. In particolare la delegazione inviata da Truman sarebbe rimasta fulminata da due progetti senza precedenti, il Progetto TPV, codice della gestazione 2CV, e il fantascientifico Progetto VGD, che iniziava a mettere a fuoco contorni stupefacenti e che nel 1955 si sarebbe materializzato nella DS. Da quelle scoperte, non bisogna dimenticare che la commissione americana era composta in gran parte da tecnici competenti e appassionati, sarebbe nata l’idea di un aiuto economico americano, inizialmente mirato, guarda caso, direttamente all’industria. Il problema era nella grande, appuntita rivalità tra francesi e tedeschi. La soluzione fu la lungimiranza di Truman, il quale temeva che la Germania potesse spostarsi sotto l’ombrello del blocco sovietico, e il talento di George Marshall, che elaborò il Piano che porta il suo nome e che avrebbe costretto Francia e Germania a sedersi allo stesso tavolo.

Il 6 ottobre di quello steso anno, il Salone di Parigi rivelò, dopo anni di sviluppo segretissimo, la Citroen 2CV.

Non ho la minima idea di chi possa essersi inventato una simile storia, che francamente mi sembra inverosimile ma che, devo ammettere, ha il suo fascino. La riprendo solo perché, pur considerandola una balla, ne accetto il valore di leggenda, così seducente e istruttivo, addirittura esemplare.

Ma allora, se è tutta una burla, per quanto bella, che c’entrano le 2CV con il Piano Marshall? Beh, ci sarebbe un’altra voce leggendaria, secondo la quale George Marshall in persona avrebbe ordinato 25.000 “TPV” 2CV, da importare negli USA e distribuire a campione agli spreconi americani con la sigla “VSC-TH”, Very Small Car-Two Horses (tra queste una versione turbo per la città di San Francisco), ma lasciamo perdere…

Esiste, invece, un Signore che si chiama Greg Marshall, e che tra le tante ed esemplari passioni, ha anche quella per le Due Cavalli. Gregory Marshall è un americano che vive in Francia dal 2003. Figlio di un Pilota di bombardiere, Comandante di Plotone, Poliziotto, ha registrato e utilizzato brevetti nel campo dell’elettronica, è stato presidente della Fondazione Make-A-Wish dedicata ai bambini con gravi malattie e Presidente della Holy Nativity School e dell’American Cancer Society. Nel 2016 ha comprato una stazione ferroviaria e ne ha fatto un museo, un B & B e un luogo di svago e divertimento recuperando, restaurando e riutilizzando vagoni ferroviari storici.

Buongiorno Greg, puoi parlarci un poco di te? Dirci da dove vieni? Quanti anni hai?

Gregory “Greg” Marshall. Ho 72 anni. Vengo dagli Stati Uniti d’America. Da Boston, ma anche dalle Hawai. Sono arrivato in Francia nel 2003.

Se non sbaglio un Militare. Un “Capo”…

GM. “Sì, effettivamente sono un ex comandante di plotone di fanteria del Corpo dei Marine degli Stati Uniti. Quindi sono stato in forza alla California Higway Patrol per otto anni (la Polizia, i CHIPs per intendersi), guidavo una Dodge Polara da oltre 7 litri e quasi 400 cavalli. Dopo è stata la volta del business dell'elettronica. Infine, nel 2003, sono arrivato in Francia, per “amore”. Purtroppo mia moglie è mancata nel 2007, un cancro. Mia moglie ed io condividevamo anche una stessa passione, quella per l’aria. Eravamo entrambi piloti di corse aeree. Pensare che ho ancora il mio aereo, a Digione…”

Aerei, sì, ma anche la passione per il vintage, per i vecchi, antichi treni. Addirittura per cose importanti, come le case che hanno avuto una storia. Sbaglio?

GM. “No, non sbagli. A Maui, Hawai, sono riuscito a proteggere dalla distruzione l’ultima casa dove ha abitato Charles Lindbergh, l’aviatore protagonista delle leggendaria trasvolata dell’Atlantico nel 1927. Ho smontato la casa, e conservata per poterla far rivivere altrove.”

Soprattutto, mi sembra che ti piacciano le cose che possono far sognare anche gli altri. Come l’iniziativa del Train del Reves. Cos’è esattamente?

GM. “Train des Reves è il progetto di recupero di una vecchia stazione ferroviaria sulla linea Parigi-Lione-Mediterraneo, Dracy-Saint-Loup. È una stazione del 1882, da anni abbandonata. Ho potuto comprarla dalla Società delle Ferrovie e l’abbiamo trasformata in un luogo di ospitalità, di svago, di passaggio e di sosta. È un B&B ma anche un tuffo indietro nel tempo. Si può dormire e mangiare nella Stazione restaurata ma anche sui mitici vagoni dell’Orient Express, delle Grandes Lignes, sulla carrozza ristorante Mistral, ascoltare musica nella nostra “sala” vagone 8/40 o prendere un aperitivo o caffè su un pezzo in servizio tra il 1882 e il 1930. Sì, in effetti abbiamo creato qualcosa che è diverso e per tutti. Una parte importante della nostra missione è il fatto che il Train des Rêves possa rappresentare un’occasione di svago, di giornate libere passate in un’atmosfera gradevole e spensierata anche per i bambini disabili, per i veterani militari e per i sopravvissuti della Resistenza, per i deportati e per le loro famiglie, le loro discendenze.”

Insomma, si direbbe che ami i vecchi treni, vecchi luoghi notevoli e in disarmo, che ti piace recuperare gli oggetti della storia. Ci pare che ti piaccia godere della vita e fare in modo che altri possano farlo con te. Corretto?

GM. “Beh, sì. Direi assolutamente di sì. Non c’è, in effetti, altro che posso aggiungere.”

E ami le Due Cavalli. Perché questa particolare vetturetta? Cosa c’è di “special” nella TPV di Citroen?

GM. “Sì, le Due Cavalli mi piacciono molto. Direi che sono un effetto unito e parallelo del mio amore per la Francia. Non c’è bisogno di dire perché, della 2CV si è detto ormai tutto. È il fatto per cui è universalmente amata. Posso aggiungere qualcosa di personale. Le Due Cavalli sono molto divertenti. Ne ho ancora cinque. Nel tempo ne ho avute molte, le ho modificate, interpretate in modo divertente, ironico. Alcune sono state modificate in modalità “Militaire”, con armature blindate e cannoni. Funzionanti! Altre sono state interpretate partendo da un’altra delle mie vite, e modificate in modo “Policier”.”

Possiamo pensare che la Due Cavalli sarà la Macchina ufficiale della Stazione del “Treno dei Sogni”?

GM. “Sì, certamente. Ne abbiamo già quattro. Due servono per il lavoro e sono già operative su entrambe le superfici, ovvero sulle strade della Stazione e sui… binari, e altre due sono a disposizione degli ospiti per le escursioni in Borgogna e per i pic-nic nel Paese dei Vini.”

Possiamo venire a visitarti?

GM. “Certamente, quando volete. www.TrainDesReves.com, 2 Allée de la Gare, 71400 Dracy-Saint-Loup, France, contact@traindesreves.com, il telefono è +33 3 85 52 05 58.”

A parte le versioni “Militaire”, hai anche delle Due Cavalli “regolari”?

GM. “Sì, accanto alle “Policier” e alle “Militaire” ho anche una Charleston e una Acadiane, entrambe perfettamente restaurate e accudite, splendidamente funzionanti.”

Scusa, per caso hai un qualche legame con il Piano Marshall?

GM. “Eh? No, non ho nessuna connessione con il Piano Marshall della seconda Guerra Mondiale!”

Ah, ecco, mi pareva. Grazie mille

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