Cross-Country. Italian Baja. Vasilyev e G-Energy

Cross-Country. Italian Baja. Vasilyev e G-Energy
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Scoperta “operativa”. Il Team G-Energy, la più importante presenza russa nel Mondiale Cross-Country delle Auto, si avvale di un vero e proprio laboratorio “racing” di analisi dei lubrificanti. Ecco a cosa serve e che vantaggi porta
2 luglio 2018

Pordenone, Giugno 2018. Interessante visita tecnica all’Italia Baja, grazie a Vladimir Vasilyev, al Team G-Energy e ai tecnici di Gazpromneft Lubricants, divisione lubrificanti del gigante russo Gazprom. Parliamo di lubrificanti e, attenti, in questo caso non andiamo a scoprire l’acqua calda. È assai interessante, invece, scoprire un processo per così dire “incrociato”, utilizzato dai tecnici della Fabbrica e messo a disposizione del Team, ovvero della Macchina, per monitorarne il comportamento e stabilirne con un gran margine di sicurezza efficienza e affidabilità. In effetti non ci avevamo mai pensato.

Ecco l'ultima mini in versione Raid
Ecco l'ultima mini in versione Raid

Come funziona. Gazpromneft-Lubrificants mette a disposizione del Team uno staff di tecnici, due di solito, e la strumentazione per l’implementazione di un laboratorio mobile di analisi degli olii utilizzati dal partner agonistico. Tecnici Gazpromneft-Lubrificants, componenti fissi della Squadra di Vasilyev. Di solito succede che la collaborazione è di tipo “passivo”, ovvero realizzata attraverso la fornitura “ad libitum” del lubrificante, di modo che il Team possa utilizzarne in abbondanza cambiandolo ad ogni occasione ritenuta opportuna dall’esperienza dei tecnici o… dall’estro del momento. È un metodo a senso unico, che presenta dei vantaggi ma anche dei limiti, poiché consiste nell’utilizzare sempre olio motore fresco, cambiandolo ogni volta che è possibile. Il “metodo G-Energy”, invece, funziona nei due sensi, andata e ritorno, e in tempo reale nell’ambiente di “lavoro”, ossia durante la Corsa e nei laboratori di sviluppo e test del prodotto. Vediamo come.

Di solito succede che la collaborazione è di tipo “passivo”, ovvero realizzata attraverso la fornitura “ad libitum” del lubrificante

A disposizione dei Tecnici, sostanzialmente, degli analizzatori di spettro a raggi infrarossi e una “inquietante” stazione a raggi X portatile (tranquilli, 1000 per mille protetta), tutto in versione portatile, immediatamente operativo e interfacciato con un PC, il quale a sua volta è connesso, quando possibile, con i Tecnici e analisti dei laboratori centrali di Gazpromneft-Lubrificants. In campo, invece, Stanislav Doroshenko e Alexander Volkov, gli esperti integrati nel Team che seguono Vasilyev e il Team G-Energy nella partecipazione agonistica, in questo caso la Italian Baja ma anche Dakar, Africa Eco Race e tutte gli appuntamenti di Coppa del Mondo.

Ecco i tecnici a Lavoro
Ecco i tecnici a Lavoro

A intervalli regolari, in condizioni standard e in quelle dipendenti dalla Corsa, e ogni volta che si ritiene opportuno o necessario, Alexander preleva dei campioni del lubrificante utilizzato dal motore di Vasilyev e li sottopone alla sua routine di test. Sostanzialmente vengono misurate la viscosità a diversi livelli di temperatura e in funzione del numero di ore/km di uso, le condizioni chimiche di “tenuta” dell’olio e la presenza di “clandestini”, siano essi impurità, intrusione di sostanze per “travaso” con i carburanti o il sistema di raffreddamento, o parti di metalli diversi “ceduti” al lubrificante dalla meccanica sotto stress. 
Nei due sensi, si è detto. Finora, infatti, avevamo visto metodi di test tesi a mettere in luce le caratteristiche del lubrificante per simulazione, ovvero semplici congegni atti a riprodurre condizioni esemplari di attrito. È un sistema che ha una sua validità ma che è utile soprattutto per mettere a confronto diversi tipi (o marche) di lubrificante.

Precisione, precisione e precisione
Precisione, precisione e precisione

In questo caso l’analisi dell’olio “nuovo” è un test di default cui Alexander sottopone il proprio lubrificante per calibrare gli strumenti con un prodotto dalle caratteristiche note e costanti. Il vero lavoro di Alexander, invece, consiste nel misurare la viscosità e tracciare con precisione la presenza di elementi estranei, al termine di un ciclo operativo che va, tipicamente, dalla tappa della Dakar (intervallo lungo) oppure, è il caso della Baja Italiana, al giro di prove speciali (intervallo cortissimo ma condizioni di utilizzo spesso estreme).
Il “prodotto” fondamentale del lavoro di Alexander e della strumentazione “da campo” Gazpromneft-Lubrificants, è l’acquisizione di informazioni vitali sul comportamento e sullo stato di salute del propulsore, provenienti direttamente dal gruppo termico o dai diversi cinematismi in attrito via il lubrificante. L’elaborazione dei dati fornisce informazioni strategiche.

Tutto tirato al lucido
Tutto tirato al lucido

Quelle immediate, per esempio: la Macchina di Vasilyev può ripartire così come è, oppure deve fare un cambio di olio, oppure ha bisogno di intervento meccanico. Quelle di secondo livello: un’indicazione precisa sul naturale processo di decadimento del lubrificante. Terzo livello di informazioni, non meno importante: “presenze clandestine” nell’olio, oppure riferibili a un utilizzo “improprio” del motore, per esempio il surriscaldamento. Non si tratta, ovviamente, di trovare pezzi di fasce elastiche o di pistoni, ma di rilevare natura e quantità, oltre il limite “ragionevole” derivante dall’usura, di metalli diversi. Questi dati possono “raccontare”, per esempio, di una perdita di efficienza e delle caratteristiche meccaniche del propulsore. Troppo zolfo, o presenza prematura di ossidi? In questo caso un testimone estremamente attendibile di denuncia di quei casi di eccessiva “partecipazione” all’attività del carburante di quell’elemento come additivo del gasolio o dell’“annacquamento” del carburante.
Strada a doppio senso di circolazione. Le informazioni sono immediatamente messe a disposizione dei tecnici del Team, e di conseguenza questi possono decidere di intervenire sulla parte meccanica, direttamente e tempestivamente, o prolungare l’utilizzo del motore. Sulla corsia di ritorno viaggiano tutte quelle informazioni, dirette, preziose e derivate da condizioni di utilizzo sempre particolari, quando non estreme, che tornano al laboratorio, e quindi alla Gazpromneft-Lubrificants, e che sono alla base dello sviluppo di un prodotto sempre più performante.

Tanta dedizione
Tanta dedizione


Il Laboratorio G-Energy Mobile è un esempio di operatività spinta e ispirata come opportunità dal mondo agonistico, ma il modello di monitoraggio e di sviluppo del prodotto è applicato da Gazpromneft-Lubrificants su larga scala nella rete di distribuzione, che si stia parlando di clienti particolari o di officine, con una singolare particolarità: la possibilità per gli utilizzatori di accedere ai dati di analisi del proprio lubrificante, residenti sui server Gazpromneft-Lubrificants.
Gazpromneft-Lubrificants produce in Italia una parte della gamma di oli lubrificanti, in particolare la Gamma “alta” denominata G-Energy che individua anche l’impiego Racing, e festeggia l’anno prossimo i dieci anni di presenza e di attività sul nostro territorio.

Verso l'infinito...
Verso l'infinito...

Vladimir Vasilyev, debutto internazionale proprio all’Italian Baja, nel 2011, vincitore dell’edizione 2012 e Campione del Mondo lo stesso anno con il Team G-Force. 2013 prima Dakar, dal 2014 G-Energy, l’anno scorso vincitore di Africa Eco Race. Buongiorno Signor Maestro dello Sport di Russia. Intanto ci dica per favore come giudica l’Italian Baja.
Vladimir Vasilyev. “L’Italia Baja è una bella Gara in una bella Regione, che fa parte di una bellissima Nazione. Detto questo, direi che preferisco i Rally Marathon, più lunghi. La Baja, quando cominciano sono già finite. Le Marathon, più lunghe e articolate, sono più interessanti.”

Faccia da guerra
Faccia da guerra

Dunque stagione di Coppa del Mondo, ma per l’anno prossimo, diciamo l’”inizio” dell’anno? Dakar, Africa Race, che altro?
VV. “Dakar. Senza esitazione alcuna!”

E che dire dell’incertezza che regna quest’anno sulla Dakar?
VV. “Situazione non buona. se riusciranno a organizzare la Dakar tutta in Perù saremo in presenza di una “Maratona” più corta rispetto alla tradizione. Non è un bel segno. Se avesse rinunciato anche il Perù, come per un attimo si è temuto, sarebbe stata la morte della Dakar, tutti sarebbero andati all’Africa Eco Race e Schlesser l’avrebbe avuta alla fine vinta. C’è da credere che Schlesser abbia tenuto duro per tutti questi anni proprio aspettando un momento come quello.”

Ti piace l’Italia, dunque?
VV. “Mi piace molto, l’Italia. Ci si sente bene. E in Italia c’è la gara alla quale sono più affezionato, l’Italian Baja. È stata la mia prima vittoria importante, e conservo tutte quelle emozioni buone che si sono generate in quell’occasione.”

Cos’è G-Energy all’interno del Team?
VV. “G-Energy non è all’interno del Team, è uno dei componenti, come uno di noi. È semmai il ruolo che è diverso, particolare. Un ruolo silenzioso, attento, indagatore. Duplice. Il materiale “gira” con noi, i Tecnici sono la chiave di volta del controllo delle nostre operazioni al cuore della Vettura!”

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