Dakar ‘18. IsatHub… il miracolo semplice di Intermatica

Dakar ‘18. IsatHub… il miracolo semplice di Intermatica
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Parlare, trasmettere, essere connessi in tre Paesi, attraversando frontiere, deserti, montagne e… buchi neri. Non è solo una questione di “roaming”, ma una delicata faccenda di affidabilità e di sicurezza, che non ammette eccezioni
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
5 febbraio 2018

La Dakar è tre Paesi solo nominalmente collegati, tra di loro e con il Mondo. Ciascuno, in verità, ha le sue problematiche di relazione, spesso “storiche”, o più comunemente legate alle scelte dei rispettivi timonieri. La tecnologia arriva ovunque, a grandissima velocità perché rappresenta prima di tutto un business, poi una vetrina di modernità, e infine un indice di aggiornamento, di avanguardia, del Paese. Ma la realtà quotidiana, dietro alla vetrina, è spesso diversa e a volte sconcertante. Per accorgersi di questo non bisogna andare lontano, tuttavia. Basta abitare in un paese satellite di una qualsiasi città… toscana, per esempio. Basta per esempio lasciarsi incantare da Infostrada e dai suoi indici pazzeschi di velocità. In città va, ma due chilometri fuori… sono tre anni che non superiamo la velocità del fax, e il telefono-voce non funziona, un deserto a due passi dal centro, arido come le risposte dei call center.Cordoba, 23 Gennaio

Nel Sud America della Dakar la situazione è generalmente migliore rispetto al fuori-città-toscana, soprattutto più chiara e onesta. Qualcosa funziona, qualcosa no, te lo dicono e ci sono ragioni oggettive. L’avanguardia è la telefonia mobile, naturalmente, e ormai per parlare, trasmettere ed essere connessi si parte da lì. Buona copertura e velocità in Perù e nelle città in Bolivia, frammentaria in Argentina perché le Compagnie, invece di andare in sovrapposizione, si sono spartite il territorio. Facile acquistare una SIM, voce e dati, in Perù, meno in Bolivia e Argentina perché bisogna appoggiarsi a un paesano, e in quest’ultimo Paese è difficile scegliere anche la Compagnia perché si dipende dall’area di preferenza.

Si può essere quasi certi che, viaggiando a rotta di collo per migliaia di chilometri come si fa alla Dakar, in capo alla giornata si riuscirà sempre a comunicare via mobile, ma se solo avete un appuntamento, quasi certamente sarete (saremo) nei guai. E noi quell’appuntamento ce l’abbiamo tutti i giorni, più volte al giorno.

Se poi si vuol vivere un autentico paradosso, si può sempre puntare sul servizio offerto dall’Organizzatore della Dakar che, a un prezzo indimenticabile ti offre incertezza e vintage in un’opportunità, per una Gara in continuo movimento per definizione, assolutamente… statica, ovvero solo al bivacco dove appunto se si arriva è tardi e senza orario.

Dunque per tagliare il problema alla radice siamo ricorsi alla garanzia dei “santi vecchi”. Ovvero di quei sistemi che, per risolvere a monte e completamente il problema della connessione, stanno al di sopra dei paradossi e della frammentarietà di copertura, prestazioni e affidabilità. In una parola: SATELLITE!

Sono quattro anni, ormai, che ci affidiamo ai sistemi di Intermatica e il problema è risolto alla base. In verità, la Società romana è tecnologicamente molto più avanti delle nostre necessità, e tutti gli anni ci propone un Progetto di connessione streaming di quelli che si utilizzano nelle regate oceaniche. Bello, ma dipendiamo da altre esigenze, purtroppo, comunque accontenteremo Intermatica il prossimo anno o al prossimo Rally, e adotteremo il loro fiore all’occhiello. Al momento, cioè anche quest’anno, la nostra esigenza era di avere garanzia assoluta di copertura e di connessione. Una sicurezza non minore del… 100% per un sistema che fosse attivo di fronte alla necessità e di backup. Alla scelta tradizionale di una stazione satellitare Inmarsat Explorer, backup solido come una montagna di granito, e alla perfetta soluzione Iridium per il traffico voce, abbiamo affiancato questa volta una soluzione più agile e moderna, iSatHub, una cannonata che da qualche stagione, ormai, sta prendendo il sopravvento su tutta la gamma satellitare per le sue caratteristiche di grande versatilità e praticità.

Portatile Iridium sempre sul cruscotto e stazione Sat sempre nel bagagliaio, dunque, ci siamo concentrati, e divertiti ogni volta sbalordendo, sull’utilizzo del piccolo, per certi versi rivoluzionario apparecchio iSatHub distribuito da Intermatica.

Intanto sta in tasca, o quasi. Si alimenta alla corrente alternata, a una batteria o direttamente alla presa 12v dell’Auto. Si interfaccia, anche via Web, con computer, tablet, telefono mobile, ed è votato alla trasmissione “leggera”. Pesa meno di un chilo, alimentatori e cavi compresi e “ingombra” 18x18x3 centimetri, una scatola di biscotti o di cereali per risolvere il problema della comunicazione.

A Lima, La Paz, Cordoba o Buenos Aires non c’è alcun problema di comunicazione, ma sulle dune affacciate sul Pacifico, sui lunghi attraversamenti andini, sulla strada del Salar o, anche, lungo la cordigliera argentina tra un villaggio e un altro, comunicare può diventare difficile.

Una storia. Una per tutti. La tappa di Belen, cruciale per l’evoluzione agonistica della Dakar 2018. La Corsa stava cambiando faccia, rivoluzionando le classifiche e proponendo quella che sarebbe stata la sua fisionomia definitiva, e non c’era modo di collegarsi. Con il mobile appena qualche sprazzo di segnale voce, internet pubblico niente, saturo, il sistema dell’Organizzatore agonizzante. Nessuna notizia in arrivo, nessuna in possibile partenza. È come all’aeroporto, quando ti cancellano tutti i voli. Panne, e un po’ di panico. A Belen la soluzione era una sola: andarsene al più presto. Oppure…

Oppure far finta di niente, come se il problema non esistesse. Abbiamo raccolto le nostre notizie, chiamato con l’Iridium per le verifiche e per le… indiscrezioni delle nostre “talpe”, fatto il punto della situazione con la redazione. Poi ci siamo messi al lavoro, sotto gli sguardi trasversali dei colleghi in difficoltà. Una volta pronti, ci siamo defilati un minimo, giusto per avere il cielo “pulito”, senza interferenze fisiche. E lì, scena. Abbiamo tirato fuori la piccola stazione e l’abbiamo appoggiata sul cofano della nostra Peugeot. Neanche il cavo, la batteria, che è staccabile e che mantiene il modem nella giusta inclinazione, è sempre carica. Come tutti i sistemi satellitari, anche l’iSatHub ha bisogno di qualche operazione per diventare operativo. Soprattutto il puntamento, essendo i satelliti geostazionari, deve essere preciso, ma ci si aiuta con gli indicatori luminosi della stazione, facile. Una volta puntato, l’iSatHub può essere connesso, e in pochi minuti il “ponte” è fatto. Il Ponte di Belen.

La velocità è buona, paragonabile alle stazioni satellitari convenzionali in modalità base, l’operatività eccellente. Se non si vuole utilizzare il software apposito, si entra nella pagina web, si configura la sessione e ci si connette, oppure si utilizzano le applicazioni Inmarsat per Android e Iphone. Un gioco da ragazzi, e infatti il sistema è pensato soprattutto per la connessione di basso livello, come il social. A noi serviva per mandare via i “pezzi”, qualche foto e un piccolo video a sessione. Qualche minuto e il gioco è fatto. Questa è la situazione tipo, vicino o lontani, ma privi di ogni forma di connessione “convenzionale”, e questa è LA soluzione.

La sostanziale qualità dei sistemi satellitari e di un fornitore di fiducia come Intermatica non è nella velocità, non nelle prestazioni pure ma, esattamente come il must di ogni Concorrente della Dakar, nella certezza di avere il meglio per arrivare al traguardo. Per noi una certezza semplicemente matematica, anzi Intermatica!

 

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