Ecco perché Autostrade è stata diffidata per la riapertura dei tutor

Ecco perché Autostrade è stata diffidata per la riapertura dei tutor
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Enrico De Vita
  • di Enrico De Vita
La società fiorentina che rivendica l’invenzione del brevetto ha inviato una lettera ad Autostrade per l’Italia nella quale contesta la riapertura dei Tutor e chiarisce che la Cassazione non ha posto fine alla vertenza sulla contraffazione, ma ha rinviato la sentenza all’esito di un nuovo processo
  • Enrico De Vita
  • di Enrico De Vita
23 agosto 2019

Il 14 agosto scorso la Corte di Cassazione emetteva il giudizio definitivo alla causa intentata dalla Craft di Greve in Chianti (FI) sulla paternità del sistema che rileva la velocità dei veicoli sulle autostrade

La Corte accoglieva alcuni dei rilievi mossi da Autostrade alla precedente sentenza della Corte d’Appello, ma non prendeva posizione sulla questione più delicata, ovvero la sussistenza o meno della contraffazione del brevetto.

Per questo la Suprema Corte ha rinviato il giudizio a un nuovo processo da tenere presso la Corte d’Appello di Roma, con un nuovo collegio giudicante.

Tuttavia il giorno dopo la sentenza della Cassazione, Autostrade pubblicava un comunicato col quale annunciava la riapertura unilaterale dei Tutor, senza citare il rinvio al nuovo processo.

A questo punto, il 21 agosto, la Craft scriveva ad Autostrade per l’Italia e al ministero dell’Interno (che gestisce i Tutor attraverso il Servizio di Polizia Stradale) una lettera che cita testualmente: “Vi ricordiamo che contrariamente a quanto potrebbe apparire dal vostro comunicato stampa, ripreso dai media nazionali, la Corte ha cassato con rinvio, e dunque la controversia è ben lontana dal’essere chiusa. Infatti il processo sarà riassunto di fronte alla Corte d’Appello di Roma che potrà ritenere sussistente la contraffazione. (…) Vi diffidiamo dal riattivare i Tutor e comunque dal compiere atti lesivi dei nostri diritti, anche per il passato”.

Secondo la Cassazione il nuovo processo dovrà accertare se esista contraffazione facendo riferimento al principio: “La contraffazione per equivalenti ricorre quando la soluzione di un problema tecnico viene attuata mediante invenzioni che presentino elementi delle rivendicazioni muniti di equivalenza, non nel caso di identità di un problema suscettibile di essere risolto con soluzioni differenti.”

In definitiva, la Corte d’Appello di Roma dovrà giudicare se il problema “misurazione della velocità dei veicoli” è stato accertato ricorrendo a sistemi equivalenti o totalmente diversi.

Perché dunque Autostrade ha deciso di forzare la mano e di rimettere subito in funzione gli apparecchi? Per completezza di informazione, non possiamo non citare il balzo in avanti dell’1,8% che il titolo azionario di Autostrade ha immediatamente subito il giorno dopo il comunicato.

Così come non possiamo nascondere che la riduzione degli incidenti e delle loro conseguenze fa parte della cosiddetta “produttività” degli investimenti autostradali, la quale a sua volta influenza l’aumento annuale dei pedaggi.

Tuttavia, siamo certi che i Tutor siano stati riaperti solo per ripristinare e sfruttare le doti taumaturgiche di questi apparecchi nei confronti della sicurezza stradale.

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