Et voilà: così il MIT si trasformò in MIMS

Et voilà: così il MIT si trasformò in MIMS
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il regolamento di organizzazione del MIMS, il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
9 marzo 2021

Piazzale di Porta Pia, si cambia: via ogni riferimento al MIT, il Ministero di Infrastrutture e Trasporti, e spazio alle nuove indicazioni per il MIMS, neonato Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, così come previsto dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 191/2020.

Per potenziare la capacità del Ministero di programmare e realizzare infrastrutture e sistemi a rete sostenibili, il regolamento prevede la creazione di un nuovo dipartimento che si aggiunge ai due precedenti e al Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera: il nuovo Ministero sarà quindi articolato su tre dipartimenti.

Il primo assume le competenze di programmazione e gestione delle infrastrutture e dei sistemi a rete (come i trasporti), alle quali si aggiungono quelle relative ai sistemi informativi, cruciali per monitorare tempestivamente la progettazione e la realizzazione delle infrastrutture, degli investimenti nel settore dei trasporti, delle reti idriche, dell’edilizia pubblica, ecc.

In parallelo, la rivoluzione digitale dovrà entrare nella progettazione e nella gestione di ponti, strade, edifici, dighe attraverso sensori e sistemi per la manutenzione “predittiva”, così da aumentare la sicurezza dei cittadini e la competitività del sistema economico.

Il secondo dipartimento si occupa di opere pubbliche e di altri progetti di grande rilievo per la qualità della vita delle persone e favorire il superamento dei divari territoriali esistenti nel nostro Paese: dai programmi di edilizia pubblica e rigenerazione urbana (come quello sulla “qualità dell’abitare”) all’ammodernamento e potenziamento delle reti idriche, attività fondamentali anche per contrastare gli effetti della crisi climatica.

Questo dipartimento sovrintende anche al funzionamento dei provveditorati interregionali per le opere pubbliche e provvede alla gestione delle risorse umane e strumentali.

Il terzo dipartimento, infine, ha competenza sulle diverse articolazioni del sistema dei trasporti (stradale, ferroviario, aereo, il trasporto pubblico locale, i porti e gli aeroporti), da cui dipende la realizzazione della mobilità sostenibile e il miglioramento della capacità del “Sistema Paese” di competere sul piano economico a livello europeo e internazionale; a questo dipartimento afferiscono anche le direzioni generali territoriali nelle quali opera la Motorizzazione Civile.

Da segnalare, inoltre, il rafforzamento nel Ministero della funzione di controllo interno, con la creazione di una struttura organizzativa dedicata al controllo di gestione, di regolarità contabile, di legittimità amministrativa, di vigilanza sulla regolarità delle società partecipate o controllate.

L’Ufficio avrà anche funzioni di prevenzione e repressione dell’illegalità, per quanto di competenza del Ministero, e il dirigente preposto sarà anche responsabile della trasparenza e della prevenzione della corruzione.

«La nuova organizzazione, che diventerà operativa tra poche settimane - sottolinea il Ministro Enrico Giovannini - è un’opportunità per attuare subito l’indirizzo strategico sancito dal nuovo nome del Ministero. È inoltre coerente con l’approccio di programmazione a medio termine e di integrazione tra le diverse dimensioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza relative alle infrastrutture e alla mobilità sostenibili».

L’attuale organizzazione potrà, nel prossimo futuro, subire marginali modifiche per recepire le linee programmatiche del Governo in materia di sviluppo sostenibile, come previsto dal citato Decreto-legge di riordino dei ministeri. 
 

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