FCA e PSA confermano la possibile fusione: «Discussioni in corso»

FCA e PSA confermano la possibile fusione: «Discussioni in corso»
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Daniele Pizzo
I due Gruppi ufficializzano le trattative: a Tavares andrebbe la poltrona di amministratore delegato, mentre per Elkann ci sarebbe pronta la presidenza
30 ottobre 2019

La fusione tra FCA ed i francesi di PSA dopo le indiscrezioni affiorate sul Wall Street Journal ricevono una conferma dai diretti interessati.

«A seguito di recenti notizie in merito ad una possibile operazione strategica tra Groupe PSA e il Gruppo FCA, Fiat Chrysler Automobiles N.V. (“FCA”, NYSE: FCAU /MTA: FCA) conferma che sono in corso discussioni intese a creare un Gruppo tra i leader mondiali della mobilità. FCA non ha al momento altro da aggiungere», recita una stringatissima nota ufficiale del Lingotto replicata alla lettera e diffusa anche da PSA.

Oggi pomeriggio è in programma una cda straordinario del Gruppo transalpino, ma probabilmente se ne saprà di più anche nella giornata di domani, in cui è prevista la presentazione da parte di Fiat-Chrysler dei risultati finanziari per il terzo trimestre del 2019.

Intanto si fanno le prime stime: che struttura e che forza avrebbe un ipotetico, ma ormai molto probabile nuovo Gruppo FCA-PSA? Contando insieme le vendite dei due costruttori nel 2018, pari a circa 8,7 milioni, il nuovo gruppo si collocherebbe al quarto posto su scala mondiale appena sopra General Motors (8,4 milioni) e dietro Volkswagen, l’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi con cui era stato fatto un tentativo di fusione poi naufragato, e Toyota, tutte e oltre i 10 milioni di vetture immatricolate.

Le due aziende hanno una capitalizzazione simile: 18,2 miliardi di dollari USA e 22,5 miliardi PSA. La fusione andrebbe a creare, secondo il WSJ, un gruppo con un market cap di circa 50 miliardi e ricavi pari a circa 184 miliardi. 

Nell'azionariato di Psa ci sono la famiglia Peugeot con una quota del 12,23%, la cinese Dongfeng Motor con un altro  12,23% del capitale, e lo Stato  francese tramite Bpi France (Lion partecipation) sempre con  il 12,23%. I dipendenti hanno una  quota dell'1,92%. L'azionista di riferimento di FCA è invece la holding Exor, che detiene il 28,67% del capitale. 

Pare che sia maggiormente accreditata l’opzione di fusione alla pari, con l’attuale ad Carlos Tavares confermato nel ruolo ed una presidenza che andrebbe ad Elkann. 

I vantaggi di un’integrazione tra i due consisterebbero in una condivisione di economie di scala e know-how non indifferenti. FCA riceverebbe le recenti piattaforme dei francesi per la realizzazione delle compatte anche in versione elettrica (come Peugeot 208 ed Opel Corsa) e quelle medio-grandi per i SUV (oggi a marchio Peugeot, DS, Citroen ed Opel) e, grazie alla presenza nel capitale di Dongfeng, anche una chiave di accesso al mercato cinese in cui non è mai riuscita a penetrare.

Peugeot-Citroen tra i vantaggi di una fusione otterrebbe invece soprattutto un più facile accesso al mercato nordamericano, per altro già pianificato, grazie al “ramo” USA di FCA, molto forte soprattutto con i brand Jeep e Ram, ma avrebbe anche la possibilità di presidiare una fetta del mercato premium e lusso con Alfa Romeo e Maserati.

Dalla fusione, con la condivisione di motori ed architetture PSA-FCA otterrebbero però soprattutto maggiore liquidità per i consistenti investimenti necessari alla transizione verso la mobilità elettrica, resa necessaria dalle nuove norme che però sta comprimendo pesantemente i profitti di tutti i costruttori.

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