Ferrari GG50

Ferrari GG50
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Nata per festeggiare i cinquant'anni d'attività!
18 ottobre 2005

Cinquant’anni di attività sono un traguardo importante per qualsiasi professionista, figuriamoci per un genio creativo come quello di Giugiaro, al quale si devono innumerevoli splendide vetture e concept car. Per una ricorrenza tanto significativa, quindi, era naturale pensare a qualcosa di speciale e cosa potrebbe esserci di più speciale di una Ferrari fuoriserie, regolarmente immatricolata come esemplare unico?
Detto e fatto: il progetto GG50 era già partito…

Tutto ha inizio a Parigi…
“Per celebrare i 50 anni di attività nel car design, ho voluto farmi una Ferrari, da poter usare con la mia famiglia”. Con queste parole, di disarmante semplicità, Giorgetto Giugiaro spiega come è nata la GG50, un progetto nel quale è allo stesso tempo fornitore e cliente, e la cui sigla di identificazione nasce dall’unione delle iniziali del designer italiano con il numero di anni di attività nel settore dell’auto (contando naturalmente anche le esperienze precedenti alla Italdesign).
Il risultato non è una macchina di domani, ma di oggi, con una forte impronta personale che ricerca la migliore ergonomia e lo sfruttamento dello spazio.

L’idea di realizzare una Ferrari per celebrare i 50 anni di attività nel car design nasce al salone di Parigi nel settembre scorso, dove Giorgetto Giugiaro ne parla per la prima volta e personalmente con il presidente e amministratore delegato della Ferrari, Luca di Montezemolo che sceglie il modello che sarà la base di questo esercizio: la coupé 12 cilindri quattro posti, 612 Scaglietti.
Montezemolo fornisce anche due indicazioni a Giugiaro: il progetto, seppur da realizzare nella più completa libertà creativa, dovrà essere riconoscibile come una Ferrari e dare una sensazione di compattezza pur mantenendo un’elevata fruibilità.
Giugiaro, si mette all’opera nel febbraio del 2005, realizzando – come da ormai 50 anni – il figurino in

 

scala 1:10 con le quattro viste ortogonali, fianco, muso, coda e pianta, in modo interamente manuale: disegnando con una matita con mina 2H su carta da lucido utilizzando un normale tecnigrafo.
Questo figurino bidimensionale rappresenta la metodologia della “scuola Giugiaro” oggi seguita e perpetrata da Fabrizio Giugiaro, Direttore dell’Area Stile del Gruppo, e secondo la quale il figurino viene matematizzato per procedere a una verifica tridimensionale della validità del progetto attraverso le visualizzazioni in movimento in grandezza naturale consentite dall’avanzato Centro di Realtà Virtuale dell’Italdesign-Giugiaro.
Dopo il responso positivo della verifica in realtà virtuale, viene avviata la fresatura del modello pieno in gesso in scala reale, completata in aprile, in parallelo alla realizzazione di un manichino d’abitabilità in grandezza naturale per verificare l’ergonomia e l’accessibilità degli interni.

In coda è tutta nuova
La Ferrari GG50 è lunga 4 metri e 81 centimetri, dunque 9 cm più corta rispetto ai 4,90 della Scaglietti, pur mantenendo inalterato il passo di 2 metri e 95.
Giorgetto Giugiaro è intervenuto solo minimamente sull’anteriore, con lo sbalzo accorciato di 2 centimetri, mentre ha radicalmente rivisto il layout della zona posteriore così da ridurre la lunghezza totale.

Nella Scaglietti il serbatoio è posto verticalmente, alle spalle del sedile posteriore. Per la GG50, invece, Giugiaro ha chiesto ai tecnici dell’Italdesign di progettare un nuovo serbatoio da 95 litri che rimanesse interamente al di sotto della linea del piano di carico.
Il nuovo layout del serbatoio consente, abbattendo gli schienali dei sedili posteriori, di ottenere un piano di carico piatto della profondità di un metro e 40 centimetri. Rispetto alla capacità di carico della Scaglietti, pari a 240 litri, la GG50 dispone di 270 litri, che diventano 500 litri abbattendo gli schienali.

 

Per rendere più fruibile questo vano di carico ampliato dalla nuova disposizione del serbatoio, Giugiaro ha scelto di utilizzare un vero e proprio portellone posteriore, incernierato alla fine del tetto.
Dal punto di vista strutturale, i tecnici dell’Italdesign hanno dovuto riprogettare la traversa posteriore che, nella Scaglietti, collega i duomi delle sospensioni al di sopra del serbatoio. Allo stesso modo, per reggere il portellone, alla fine del tetto è stata aggiunta una traversa, collegata a due montanti rinforzati.

Il design esterno
Il frontale, rispetto alla Scaglietti originale, è più aggressivo, grazie alla griglia più bassa, ai due marcati profili aerodinamici ai lati di quest’ultima e all’andamento tagliente dei gruppi ottici.
La vista laterale, invece, mostra delle minigonne piuttosto evidenti, mentre la fiancata è “mossa” dall’ampia presa d’aria dietro le ruote anteriori.
In coda, infine, la GG50 perde il terzo volume della Scaglietti, mostrando un andamento più raccolto, o “fastback” come amano dire gli americani. I gruppi ottici tondi sono in puro stile Ferrari naturalmente, mentre convince meno il portellone, dalla linea forse più aggressiva, ma anche meno elegante e in definitiva più pesante rispetto all’originale.

Nell'abitacolo
Immutato come detto il passo, anche l’abitabilità è quella della Scaglietti, ma proprio lavorando sul manichino in grandezza naturale, Giugiaro ha deciso di rendere discendente il cristallo laterale posteriore.
“Entrare e uscire da un coupé 2+2 non è mai agevole, poiché l’accessibilità è direttamente proporzionale alla lunghezza della porta, che però non si può allungare all’infinito. Nella GG50 l’ossatura della porta è infatti quella della Scaglietti, ma rendendo discendente il cristallo posteriore, i movimenti della testa sono più fluidi, agevolando la salita e la discesa in vettura molto più di quanto si possa pensare. E non c’è che provare per rendersene conto”, spiega Giugiaro.

 

L’altra considerazione originale è che la mano destra del guidatore, tradizionalmente dedicata al cambio, ha perso la maggior parte dei suoi movimenti con l’utilizzo del cambio F1, dotato di comandi al volante.
Nella parte destra della plancia sono stati quindi riposizionati alcuni comandi tradizionalmente a sinistra, come quelli delle luci, oltre al freno a mano, qui elettrico.
L’intera strumentazione è identica a quella della vettura di serie, mentre la Plancia è inedita e ospita al centro un navigatore satellitare AVIC – X1R della Pioneer.
All’interno della console centrale, sia tra i sedili anteriori, sia tra quelli posteriori, sono stati ricavati due ampi vani portaoggetti, protetti da un apposito sportello.
I pannelli porta, caratterizzati da un’ampia tasca portaggetti, sono attraversati da una finitura in legno di faggio naturale decisamente inusuale per un Ferrari dei giorni nostri.
I sedili, rivestiti in pelle beige, utilizzano le ossature della vettura di produzione. In quelli anteriori, per aumentare la ventilazione, sono stati svuotati i prolungamenti laterali che generano la tipica forma “a vaschetta” dei sedili sportivi. Gli schienali posteriori sono abbattibili nella parte superiore dello schienale, in modo da creare un vano di carico piatto alla stessa altezza del nuovo serbatoio.

Un’occasione colta a metà
In redazione ci eravamo entusiasmati come da tempo non ci capitava quando abbiamo saputo del progetto di Giugiaro. La cosa più eccitante, infatti, è che la GG50 fa rivivere un’epoca d’oro – e ormai perduta – dell’automobilismo, quando era possibile farsi costruire realmente una vettura su misura, ricarrozzata secondo i propri desideri. Molti esemplari leggendari di Granturismo sono nati proprio dall’estro di clienti che non si accontentavano delle Ferrari o Maserati (tanto per restare in zona…) “di serie”. Poi, con i costi sempre più esorbitanti per l’omologazione di un nuovo modello, questa tradizione è di fatto scomparsa (con qualche eccezione, come la 456 station wagon realizzata anni fa per un ricchissimo cliente del Medio Oriente).
Un progetto entusiasmante, quindi, che tuttavia - a giudizio di chi scrive – poteva essere sviluppato meglio. Naturalmente l’importante è che la vettura piaccia a Giorgetto Giugiaro, visto che ne sarà anche l’unico utilizzatore, tuttavia il corpo vettura sembra sospeso da elementi fortemente aggressivi, come la calandra anteriore molto bassa, lo spoiler frontale o le minigonne, e altre zone in piuttosto massicce, come la coda e la zona posteriore della fiancata. Insomma, in redazione continuiamo a preferire la Scaglietti originale, sintesi sublime di eleganza e dinamismo. L’auspicio, comunque, è che progetti come quello della GG50 tornino ad essere un po’ meno rari, facendo rivivere la grande tradizione delle GT ricarrozzate in esemplari unici.

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