Filosofia della tecnica. Benedetta ignoranza

Filosofia della tecnica. Benedetta ignoranza
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  • di Carlo Sidoli
C’è una norma “fantasma” nel Codice della strada. E' scomparsa ma, secondo un recente sondaggio, due italiani su tre credono esista ancora
  • di Carlo Sidoli
5 settembre 2017

C’è una norma fantasma nel Codice della strada.
Per meglio dire è scomparsa una norma che, secondo un recente sondaggio, due italiani su tre credono (per fortuna) che esista ancora e invece non c’è più da tempo. Si tratta del divieto di guidare con ciabatte, pantofole, zoccoli, infradito, “ballerine”, tacchi a spillo, piedi nudi e forse anche scarponi da montagna, moonboot e doposci; divieto che era in vigore fino al 1993 e che invece non compare più nel Codice attualmente in essere.

Figuriamoci che ci tocca leggere che questo divieto sarebbe stato abolito «soprattutto in considerazione dei cambiamenti tecnologici che hanno portato le auto a rispondere più prontamente ai comandi del conducente», come spiega il portale “laleggepertutti.it” (informazione e consulenza legale).
Sarà anche vero, ma poiché nulla vieta che si guidi, anche ai nostri giorni, un’auto anzianotta che è sprovvista di “cambiamenti tecnologici”, significa che chi lo fa con calzature inadatte è in regola, ma corre tutti i rischi che il “vecchio Codice” intendeva evitare. Che poi, considerato che queste meraviglie tecnologiche moderne riguardano essenzialmente la “frenata assistita”, sarebbe da spiegare come mai con un tacco a spillo alto fino a 12 centimetri ci si trovi a proprio agio in caso di rallentamento improvviso, semplicemente perché c’è il servofreno.

Tanto più che esiste una sentenza della Cassazione Penale del 24 maggio 1978 n°6401 che recita: “lo slittamento del piede dal pedale del freno non costituisce caso fortuito, ma imperizia del conducente e quindi trattasi di condotta sicuramente colposa”. Diciamo allora che il Codice della Strada attuale non ha inteso abolire quella regola (ma di fatto la abolisce) bensì di farla rientrare nell’Articolo 169, comma 1, dove si dice “il conducente deve sempre conservare il controllo del proprio veicolo ed essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizione di sicurezza”.
Sanzione di 80 euro e un punto in meno sulla patente. Oppure la si fa rientrare nel più citato Articolo 140, comma 1: “gli utenti della strada devono comportarsi in modo da non costituire pericolo o intralcio per la circolazione e in modo che sia in ogni caso salvaguardata la sicurezza stradale”.

Due articoli che sono un bel paio di “Princìpi Generali” (roba da inserire nella Costituzione) che però avrebbero bisogno di una norma attuativa al riguardo delle scarpe da indossare. Invece si preferisce restare nel vago su tale argomento, dando luogo, di conseguenza, ad un largo spazio alla discrezionalità di chi viene chiamato a rilevare le circostanze degli incidenti.

Un po’ quel che accade per la fantomatica “guida pericolosa” che può essere sanzionata (giustamente) a discrezione della polizia anche a chi sta apparentemente nelle regole, osservando la segnaletica, ma magari si diverte a partire sgommando. Domandiamoci ora quanti dei protagonisti e degli intervenuti per i rilevamenti, in caso d’incidente, sono in grado di individuare nelle calzature la causa dell’accaduto. E quanti lo trascriveranno nei verbali? E, soprattutto perché, quella che potrebbe la causa all’origine di un disastro (calzature inadeguate) deve essere individuata solo dopo un incidente e non può essere perseguita per legge in anticipo?

In se stessa, un’infrazione all’uso delle cinture di sicurezza in automobile o del casco per i motociclisti può essere meno grave, perché le conseguenze riguardano la salute dei trasgressori; invece uno scontro perché il piede destro del guidatore non ha premuto a sufficienza il pedale del freno può essere all’origine di danni a terzi, estranei e incolpevoli. Che sia materia discutibile e controversa lo dimostra il fatto che le Società di Assicurazione non sono per niente d’accordo nel far fronte ad indennizzi dove all’origine ci può essere proprio il fatto che un guidatore indossava (o non indossava) calzature inadatte alla guida.

Per fortuna la gran parte degli automobilisti (e automobiliste) comprende benissimo che guidare con degli “impedimenti” all’uso corretto dei pedali non è una pratica raccomandabile e che tenete a bordo delle scarpe da usare per la guida non comporta alcun inconveniente, se non una minima perdita di tempo per indossarle, prima della partenza.

 

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