Fine delle batterie il 30 giugno, altra fabbrica fallita con 10 miliardi di debiti

Fine delle batterie il 30 giugno, altra fabbrica fallita con 10 miliardi di debiti
Pubblicità
Il colosso europeo delle batterie è appeso a un filo. Nessun acquirente all'orizzonte, mentre CATL valuta un intervento d'emergenza per evitare il fallimento.
26 maggio 2025

Il tempo stringe per Northvolt, la startup svedese che sognava di diventare il gigante europeo delle batterie e che invece rischia di chiudere i battenti già entro giugno 2025. Dopo anni di promesse e investimenti pubblici e privati, la situazione è ora drammatica: l'unico stabilimento ancora operativo, quello di Skelleftea, sarà costretto a interrompere la produzione se non arriverà un acquirente in grado di risanare un debito monstre da 10 miliardi di euro.

La produzione attualmente riguarda celle destinate ai camion elettrici Scania, ma le attività sono prossime allo stop completo. Il curatore fallimentare nominato a marzo dal tribunale svedese è incaricato di cedere beni e attività dell’azienda, ma finora nessuno ha formalizzato un’offerta concreta. Il 22 maggio, in una riunione in streaming con i 900 dipendenti del sito svedese, il direttore operativo Matthias Arleth ha illustrato la gravità della situazione: una comunicazione definita “necessaria” ma che suona come l’ultima chiamata.

Il rischio più grande non riguarda solo l’azienda. La città di Skelleftea, che aveva investito circa 10 milioni di euro per sviluppare un ecosistema industriale intorno a Northvolt, si trova ora di fronte alla possibilità di un collasso dell’intero indotto, con ricadute economiche pesantissime a livello locale.

Un’ancora di salvezza potrebbe arrivare dalla Cina. CATL, il colosso asiatico delle batterie, sarebbe in trattativa con alcuni creditori per sondare la possibilità di un intervento. Robin Zeng, fondatore e presidente di CATL, ha ammesso pubblicamente l’interesse, ma ha anche precisato che si tratta di un’operazione complessa, tutt’altro che definita.

Northvolt paga le conseguenze di un doppio colpo: da un lato la flessione della domanda di veicoli elettrici, che ha reso meno strategica la corsa agli accumulatori; dall’altro, ritardi produttivi e inadempienze che hanno minato la credibilità dell’azienda presso clienti e partner.

Il progetto Northvolt, presentato per anni come la risposta europea alla supremazia asiatica nel settore delle batterie, rischia quindi di naufragare proprio nel momento in cui la transizione energetica entra nella sua fase cruciale. E senza un acquirente disposto a ripianare un debito miliardario, il sogno potrebbe svanire definitivamente entro poche settimane.

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese
Pubblicità