Formula 1, impara dal WRC!

Formula 1, impara dal WRC!
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Nel fine settimana si è corso il Rally di Sardegma 6a prova del WRC. Atmosfera e cornice hanno contribuito a fornire un valido spettacolo per gli appassionati, trasmettendo forti emozioni. Cosa che la Formula 1 non riesce più a fare
15 giugno 2015

Formula 1 e WRC. Entrambe rappresentano l'apice del proprio settore di appartenenza all'interno del motorsport. I piloti che prendono parte a tali campionati, sono generalmente considerati tra i migliori del mondo, ma nonostante tutte queste similitudini, le due categorie differiscono profondamente, per via di approcci diametralmente opposti.

 

Nel fine settimana, si è disputato tra Cagliari ed Alghero il Rally di Sardegna sesta prova del WRC. A vincere è stata la Volkswagen Polo dell'iridato in carica, Sébastien Ogier, la quale ha preceduto le ottime Hyundai i20 di Hayden Paddon – primo neozelandese a terminare a podio una prova del campionato del mondo, dopo essere stato lungamente in testa per quasi la totalità dell'evento – e del belga Thierry Neuville.

 

Possiamo definire il Rally di Sardegna, senza timore di essere smentiti, un successo sotto tutti i punti di vista: affluenza di pubblico elevata, sopratutto nella giornata di sabato - tanto da costringerci ad abbandonare la nostra vettura diversi chilometri prima dell'inizio delle prove speciali, tanta era la folla accalcatasi per ammirare le vetture in gara – tifoseria “rumorosa” ma pacata e sportiva, pronta ad incitare ciascun pilota passasse, dalle auto degli apripista, passando per i volti noti, sino ai driver delle categorie inferiori, ed organizzazione professionale.

wrc italia sardegna 2015 14
Sébastien Ogier, vincitore del Rally di Sardegna

 

Giunti ad Alghero per assistere alla power stage ed alla cerimonia del podio, siamo stati stupiti dall'organizzazione e dalla cura dei dettagli apportati dalle case, Hyundai su tutte. Il marchio di Seul ha realizzato – come da tradizione per ogni appuntamento – un hospitality da fare letteralmente invidia alla Formula 1.

 

Disposto su due livelli, al piano terra si poteva assistere tranquillamente ai meccanici intenti ad operare sulle vetture di Sordo, Neuville e Paddon, mentre al primo piano la comodità degli arredi consentiva agli ospiti di riposarsi e ripararsi dal caldo, grazie all'aria condizionata presente. All'esterno, lo stando con le vetture Hyundai – tra cui la nuova i30 Turbo, dotata di un propulsore da 1.6 litri in grado di erogare 186 cavalli di potenza, ma “per nulla tamarra, non è nel nostro stile”, come ci confermano dalla casa – faceva da cornice ad un padiglione aperto al pubblico, all'interno del quale i visitatori venivano intrattenuti da un simulatore, diversi oculus rift per vivere l'esperienza di un pilota da rally e, per i più piccolo – ma non solo per loro – anche una pista con delle macchinine da far gareggiare sfruttando la propria voce.

 

Ciò che ci ha lasciato sbalorditi, però, sono state l'estrema umanità e cordialità dei piloti. Al termine di quello che è stato unanimemente riconosciuto come il rally più duro ad oggi disputato in questo 2015, con le energie fisiche e mentali ridotte ai minimi termini a seguito dell'aspro sterrato sardo, ciascun pilota, dai volti noti a quelli meno conosciuti, non si è sottratto all'abbraccio della folla, facendosi letteralmente fagocitare da centinaia di curiosi e tifosi pronti a chiedere un autografo o una foto ricordo.

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Paolo Andreucci, 8° assoluto e 2° di categoria nel WRC2

 

Tale modus operandi sarebbe quasi impensabile in Formula 1, purtroppo. I piloti, in quell'ambiente, si barricano all'interno di motorhome faraonici, senza mai – o quasi mai – entrare in contatto diretto con persone che, inutile negarlo, pagano cifre importanti per assistere ad un week-end di gara, quasi sempre senza tornare a casa con un autografo del proprio beniamino. Il dispiacere è tanto, perché entrambe le categorie, come abbiamo già avuto modo di dire, rappresentano il vertice del motorsport, e vedere due approcci tanto differenti fa male agli appassionati.

 

In Formula 1, da troppo tempo, si è perso il rapporto tra il tifoso ed il pilota, cosa che nel WRC, al contrario, è ben presente, facendo per certi versi la fortuna dell'ambiente, ed il principale motivo della sua rapida risalita nell'interesse del pubblico. Se alla Formula 1 interessasse davvero tornare nel cuore di milioni di persone, dovrebbe realmente prendere esempio dal WRC.

 

Marco Congiu

 


 

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