Germania, l’automotive in crisi: il settore perde migliaia posti di lavoro

Germania, l’automotive in crisi: il settore perde migliaia posti di lavoro
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Il settore perde il 7% dei posti di lavoro: una percentuale piccola, ma con numeri ben alti
5 settembre 2025

L’industria automobilistica tedesca attraversa una delle sue peggiori crisi degli ultimi anni: tra giugno 2024 e giugno 2025, oltre 51.500 posti di lavoro sono stati eliminati, pari a quasi il 7% della forza lavoro del settore. A rivelarlo è uno studio del cabinet Ernst & Young (EY), basato sui dati ufficiali dell’ufficio statistico tedesco Destatis, che evidenzia la fragilità di un settore strategico per l’economia nazionale.

Secondo l’analisi, le perdite nel settore automobilistico rappresentano quasi la metà dei 114.000 posti di lavoro industriali persi in Germania nello stesso periodo. Dal 2019, sono già 112.000 i posti scomparsi, un vero e proprio shock sociale per una filiera che resta il primo datore di lavoro industriale del Paese. Inoltre, come sottolinea EY, “nessun altro settore industriale ha registrato una riduzione così drastica dei propri organici”.

La crisi del settore non è solo congiunturale, ma frutto di fattori strutturali. La profitabilità dei costruttori è sotto pressione, mentre la produzione soffre di sovracapacità in un mercato domestico in calo. La concorrenza cinese è sempre più aggressiva, sia sui prezzi che nell’innovazione legata ai veicoli elettrici, e la transizione verso l’elettrico risulta rallentata da normative complesse e vincolanti.

A pesare sulla filiera tedesca c’è anche la domanda mondiale in calo: le esportazioni verso gli Stati Uniti hanno registrato un -8,6% nel primo semestre 2025, mentre la crescita cinese rallenta. L’economia interna non aiuta: dopo due anni di contrazione, nel secondo trimestre 2025 il PIL tedesco segna ancora -0,3%.

Il peso delle tensioni commerciali

Le tensioni con gli Stati Uniti aggravano ulteriormente la situazione: la politica protezionistica americana ha imposto 27,5% di dazi sulle auto importate, costando ai produttori tedeschi circa 600 milioni di euro solo nel primo semestre 2025. Tuttavia, anche se il recente accordo indica dazi al 15%, l’incertezza resta comunque elevata.

Secondo Jan Brorhilker, associato EY, il settore è oggi di fronte a una “polycrisi”: combinazione di calo dei profitti, dipendenza dai mercati esteri in difficoltà e necessità di ristrutturazioni in serie. Le riduzioni massicce di personale, aggiunge, erano inevitabili: “La situazione difficile dell’automobile tedesca rendeva queste decisioni necessarie”.

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