Inquinamento aria con mobilità e auto limitate: scendono gli ossidi ma sale il particolato [video]

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Con le restrizioni da Covid-19 messe in atto, limitando il traffico auto privare, il biossido d'azoto scende nella Pianura Padana, ma il PM10 in città sale. Interpretazioni e commento con Enrico De Vita
16 marzo 2020

Durante queste settime di restrizioni alla mobilità per l’epidemia di Coronavirus in Italia, soprattutto in Lombardia, si sono potuti registrare valori interessanti dalle centraline di rilevamento qualità aria. Nemmeno il più rigido dei blocchi circolazione sarebbe infatti capace di produrre degli stop così estesi, ai trasporti su mezzo privato. Nel nostro video, qui proposto, insieme all’ingegner Enrico De Vita valutiamo questi valori, analizzandone le motivazioni.

Spesso infatti, è facile fraintendere certi valori di abbassamento per elementi nell’aria. Certe mappe dinamiche, viste dall’alto con intensi colori che dopo le restrizioni vengono a sbiadire sulla Lombardia e la Val Padana: non sempre vogliono dire che l’inquinamento è sceso su tutti i fronti e che il “merito” è delle vetture ferme. Le auto messe in quarantena sono effettivamente tra le causa di parte del miglioramento dell’aria, ma il loro effetto non è preponderante, dopo una iniziale fase. Soprattutto non è legato direttamente a tutti i valori di qualità dell’aria, anzi. Se la prima parte di abbassamento valori nelle quote degli ossidi, potrebbe anche avere una correlazione con il traffico veicolare (per es. NO2) il conteggio sui valori di particolato (PM) non torna nei giorni più recenti del cosiddetto #iorestoacasa.

Le due cose non vanno di pari passo, perché non sono entrambe dipendenti dal traffico e dai motori sotto i cofani. Il particolato infatti può essere causato da spostamento anche di pochi veicoli su strada e dal meteo, che movimentano quando prodotto in precedenza e depositato al suolo. Sempre il meteo, con alcune piogge nell’ultimo fine settimana, ha pesantemente ridotto molti dei valori. Si tratta, nella tragicità del momento, di uno spunto utile per comprendere come a volte si valuti male la globalità del fenomeno dell'inquinamento aria, in particolar modo delle città.

Proprio nelle città infatti, il particolato non è sceso a oltranza, anzi, alcuni Comuni della ex-zona rossa lo hanno visto salire. Un paradosso? Per certo spiegabile con altre attività, che anche durante le prime fasi di restrizione per Covid-19 erano in essere. Industrie e ovviamente i riscaldamenti, con tutti a casa. Lato nostro, quello degli automobilisti e della filiera automotive, possiamo comprendere come si conferma grazie ai dati sui PM, che la demonizzazione dell'automobile moderna sarebbe esagerata, per ridurli. Mentre altri mezzi pubblici o le merci viaggiano infatti, le limitazioni della libertà personale e del mercato auto sono nette, in fasi come questa o nei blocchi ecologici costanti.

Analizzando a oltranza questi dati su zone più estese, correlandoli con i fenomeni meteo che hanno molta influenza, si potrà migliorare l’approccio ai problemi di inquinamento aria in Italia, con provvedimenti nuovi che diano all'auto il giusto peso.

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