L'auto elettrica che si ricarica mentre viaggi. Idea del PoliTO

L'auto elettrica che si ricarica mentre viaggi. Idea del PoliTO
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Al politecnico di Torino si pensa ad una strada che ricarica le batterie attraverso l' “induzione dinamica”
29 maggio 2017

La ricarica delle batterie delle auto elettriche richiede ancora tempi piuttosto lunghi, durante i quali il veicolo deve stare fermo e collegato alla colonnina di ricarica. Ma che succederebbe se le auto con motore elettrico potessero ricaricarsi in movimento?

E' lo scenario immaginato dai ricercatori del Politecnico di Torino. Il gruppo di ingegneria elettrica del Dipartimento Energia del Politecnico di Torino, coordinato dal Professor Paolo Guglielmi e dal Professor Fabio Freschi e composta dai giovani ricercatori Vincenzo Cirimele, Michela Diana, Riccardo Ruffo, Alessandro La Ganga e Mojtaba Khalilian, ha realizzato un prototipo che si ricarica mentre è in movimento che è stato battezzato POLITO Charge While Driving.

Il prototipo si basa sulla tecnologia detta “inductive power trasfer” (IPT), che e altro non è che la ricarica a induzione a cui stanno pensando molti costruttori e già realtà nel campo dell'elettronica di consumo. Questi sistemi funzionano grazie alla trasmissione induttiva di energia elettrica tramite l’utilizzo di induttori risonanti, che funzionano grazie ad un principio molto simile a quello che permette di cucinare sulle piastre a induzione.

Tale tecnologia non richiede alcun contatto elettrico, ma al momento funziona solamente se l'oggetto da ricaricare, il veicolo in questo caso, è fermo.

La sfida dei ricercatori del politecnico torinese è quella di riuscire a caricare le batterie di un'auto mentre è in movimento. Il sistema sta per essere testato in un circuito di prova a Susa (TO) presso il centro Guida Sicura MotorOasi Piemonte nell’ambito di un’iniziativa di ricerca promossa dall’Ateneo insieme a 24 partner internazionali del progetto europeo FABRIC (Feasibility analysis and development of on-road charging solutions for future electric vehicles).

L’unità base di un sistema IPT per applicazioni automotive è costituita da una bobina fissa posta al di sotto del manto stradale, indicata come trasmettitore, e una bobina installata a bordo veicolo chiamata ricevitore. Nel circuito di Susa sono state installate 50 bobine trasmittenti, che invieranno energia ad un ricevitore installato a bordo di un veicolo commerciale leggero.

Oltre al vantaggio di eliminare i tempi morti, il sistema permette di ridurre la capacità delle batterie e dunque il loro ingombro, che ad oggi è un limite difficilmente superabile.

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