L’Automotive europeo chiede sostegno al settore

L’Automotive europeo chiede sostegno al settore
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Piano d’azione unitario tra le associazioni europee che rappresentano l'intera filiera del settore, per assicurare la ripartenza del mondo automotive a livello continentale.
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
5 maggio 2020

Il flagello della pandemia unisce le varie anime del mondo automotive a livello europeo: per una volta insieme, Acea (l’associazione dei produttori di veicoli), Clepa (associazione dei componenti ed accessori), Etrma (produttori e distributori di pneumatici) e Cecra (concessionari ed operatori dell’autoriparazione), hanno stilato un piano d’azione congiunto per la ripartenza del settore e dell'economia in ambito continentale.

Un piano d'azione da intendersi come contributo delle associazioni della filiera automotive per fornire una risposta adeguata all'emergenza Covid-19 e ai suoi effetti negativi su tutto il mondo industriale, assicurando la salute pubblica, contenendo al massimo l'impatto sull'economia e conservando il focus sui grandi obiettivi della nostra fase storica, legati alla digitalizzazione e alla decarbonizzazione.

Il documento si articola in 25 raccomandazioni, tra le quali anche un programma coordinato di misure per il rinnovo del parco circolante dei veicoli in UE.

Piano di intervento in 25 punti

Il settore automobilistico europeo, colpito in modo particolarmente grave, propone un piano che comprende 25 azioni chiave per garantire un forte riavvio del settore e dell'economia nel suo complesso.

Destinato ai decisori politici a livello europeo e nazionale, il piano comprende raccomandazioni concrete per uscire con successo dalla crisi, frutto del lavoro di gruppo delle quattro associazioni che rappresentano l'intera catena di approvvigionamento automobilistica: fornitori di attrezzature e pneumatici, produttori di veicoli, rivenditori ed officine. 

Vengono richiesti interventi coordinati di rinnovo dei veicoli per ogni tipo e categoria in tutta l'UE: uno sforzo che aumenterà la domanda privata e commerciale, sosterrà la ripresa economica su tutta la linea e accelererà il ringiovanimento della flotta di veicoli sulle strade europee, a fronte di incentivi agli acquisti ed investimenti basati su criteri simili in tutta Europa, attingendo a finanziamenti nazionali e dell'Unione.

Eric-Mark Huitema, direttore generale di Acea, ha dichiarato: «È fondamentale rimettere in moto l'intera catena automobilistica: abbiamo bisogno di un rilancio coordinato delle attività industriali e di vendita al dettaglio, con liquidità assicurata alle imprese. Allo stesso tempo, appare necessario adottare misure mirate per stimolare domanda ed investimenti; la crescita della domanda aumenterà la nostra capacità produttiva, salvaguardando posti di lavoro e investimenti».

Si calcola che nel settore automotive siano occupati a vario titolo 13,8 milioni di europei, vale a dire il 6,1% di tutti i posti di lavoro nell'UE, mentre gli occupati nell'industria manifatturiera UE, circa 3,5 milioni di persone, sono per l’11,4% lavoratori del settore automobilistico.

«Per rilanciare la mobilità e l'attività economica - ha detto Bernard Lycke, direttore generale della Cecra - sarà essenziale riaprire quanto prima le concessionarie di veicoli e le officine nei Paesi in cui sono ancora chiuse. Incentivi all'acquisto e schemi di rottamazione per tutte le categorie di veicoli, oltre a stimolare la ripresa, daranno un contributo positivo alla neutralità del carbonio e alla sicurezza stradale».

Dalla tassazione dei veicoli a motore derivano ben 440,4 miliardi di euro di imposte per i governi dei principali mercati europei, mentre si calcola che l’industria automobilistica generi un surplus commerciale di 84,4 miliardi di euro per l'Unione; il fatturato generato dall'industria automobilistica vale oltre il 7% del PIL dell'UE.

Sigrid de Vries, segretario generale di Clepa, ha così commentato il piano congiunto: «Il riavvio del settore auto sarà motore della ripresa economica generale, visto il notevole impatto sull'occupazione e l'effetto a catena su altri settori. L'Europa ha bisogno di un forte ecosistema automobilistico per restare competitiva e portare avanti ambiziosi obiettivi ambientali, digitali e di sicurezza stradale».

Secondo i calcoli delle Associazioni di categoria europee, con l’investimento annuo di 57,4 miliardi di euro in ricerca e sviluppo, il settore automotive è il principale contributo privato europeo all'innovazione, valendo il 28% della spesa totale dell'UE.

Inoltre, la flotta di veicoli a motore dell'UE invecchia anno dopo anno: le autovetture hanno un’età media di 11,1 anni, i furgoni di 11 anni ed i veicoli commerciali pesanti di 12 anni; a fronte di tali cifre, la richiesta di contributi al rinnovo del parco circolante acquista una legittimità indiscutibile.

Fazilet Cinaralp, segretario generale di Etrma, associazione europea dei produttori di pneumatici e gomma, ha infine affermato: «Il settore è impegnato a uscire da questa crisi più forte di prima. Un riavvio concreto richiede un quadro normativo di supporto che protegga la salute pubblica, riduca al minimo l'impatto sull'economia e garantisca la transizione verso un'economia circolare e neutrale rispetto alle emissioni di carbonio. In stretta collaborazione con la Commissione europea, vogliamo contribuire a una risposta politica che porti a una riuscita ripresa dal Covid-19».

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