Mercato Europa: la disfatta di marzo, -51,8%

Mercato Europa: la disfatta di marzo, -51,8%
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Vendite più che dimezzate nel vecchio Continente chiuso per pandemia: l’intero comparto è messo in ginocchio dal blocco delle attività produttive.
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
17 aprile 2020

Grandina forte a marzo, ma potrebbe essere solo la premessa ad un aprile ancor peggiore: il -51,8% che Acea ha registrato nel terzo mese dell’anno sul totale europeo, infatti, è fin troppo facile prevedere sia solo il prologo di quanto accadrà nel mese in corso, nel quale tutte le attività legate al mondo dell’auto sono sospese in forma più assoluta rispetto al recente passato. 

Il mercato dell'auto in Europa consuntiva a marzo 853.077 unità, pari appunto al -51,8% rispetto allo stesso mese 2019.

La curva negativa dei singoli mercati nazionali riflette in modo speculare l’andamento delle procedure di lockdown decise man mano dai Governi nazionali: non a caso, il dato peggiore è quello italiano, crollato dell’85,4%, perché siamo stati il primo Paese ad accedere alle pratiche di chiusura totale delle attività; seguono, in questa non certo lusinghiera classifica relativa ai cinque maggiori mercati europei, Francia (-72,2%), Spagna (-69,3%), Gran Bretagna (-44,4) e Germania (-37,7%).

Il dato trimestrale europeo si attesta a quota 3.054.7093 veicoli, il -26,3% nel confronto con il 2019, quando di nuove auto nel furono vendute 4.146.152.

In tale panorama di bufera, FCA ha immatricolato 27.326 vetture, pari al -74,4% sullo stesso mese 2019, con quota di mercato attesta al 3,2%. Nel computo trimestrale, il gruppo ha venduto 170.327 vetture, corrispondente al -34,5% sul 2019, con quota che passa dal 6,3% al 5,6%.

Germania

Nel mercato tedesco sono state immatricolate a marzo 215.119 unità (-37,7%); nel primo bimestre 2020, le immatricolazioni si attestavano a 486.243, -9% rispetto al 2019, mentre nel cumulato 2020 si arriva a 701.362 unità (-20,3%).

I dati mensili descrivono la più grande crisi del mercato automobilistico, in un solo mese, dalla riunificazione della Germania di trent’anni fa: gli ordini domestici hanno registrato un tonfo del 30%, e se nel primo bimestre erano in ribasso del 18%, nel primo trimestre la flessione tocca il 22%; a loro volta, gli ordini esteri sono in contrazione del 37% a marzo (-14% a febbraio) e nel primo trimestre calano del 18%.

Il bilancio del mercato di marzo per alimentazione evidenzia una quota del 50% di vetture a benzina, in calo del 48%, e del 32% di diesel (-39%); nel mese, le vetture ad alimentazione alternativa valgono il 18% del mercato, così ripartite: +9% per le auto a metano (quota 0,2%), GPL -90%.

Le ibride vendute sono state 28.735, al 13,4% di quota, pari al +62% su marzo 2019; nel dettaglio, le ricaricabili con 9.426 unità sono al 4,4% del mercato, in aumento del 208%; le vetture di elettrico puro sono state 10.329 auto, in crescita del 56%, pari al 4,8% delle vendite; le plug-in superano quota 19.500, conquistando un nuovo record mensile delle vendite.

Francia

Nel mese ci sono state 62.668 nuove immatricolazioni, pari al -72,2% su a marzo 2019; nel primo bimestre, la flessione si attestava al -7,8%, per un totale di 302.011 veicoli, mentre nel primo trimestre 2020 le vetture immatricolate sono 364.679 (-34,1%).

Le immatricolazioni di vetture diesel si riducono del 75% e la quota si attesta al 30,8% (era del 33,8% a marzo 2019); le auto a benzina, con il 49,7% del mercato, perdono 10 punti di quota su marzo 2019, con volumi in flessione del 77%; le auto ad alimentazione alternativa valgono il 19,5% del mercato a marzo (erano il 6,5% un anno fa), con 12.188 unità (-17,4%), di cui 5.511 elettriche (+19,4% e 8,8% di quota), 1.804 ibride plug-in (+19,5% e 2,9% di quota) e 4.671 ibride tradizionali (-43% e 7,5% di quota).

PFA (Plateforme Automobile, che riunisce costruttori, componentisti, fornitori e altri attori del sistema della mobilità francese), fin dall’inizio della crisi ha costituito un Comitato strategico della filiera automotive, impegnato in riunioni con i rappresentanti del Governo per seguire le misure d’urgenza, preparare il riavvio delle attività industriali e predisporre un piano di rilancio per il settore.

Il Comitato riferisce che tutte le imprese del comparto sono mobilitate per l’applicazione di protocolli di sicurezza molto severi per poter riaprire gli stabilimenti produttivi in tempi brevi, per scongiurare l’indebolimento del tessuto industriale nazionale e un impatto negativo sull’occupazione.

Gran Bretagna

Il mercato inglese a marzo totalizza 254.684 nuove registrazioni (-44,4%); nei primi due mesi dell’anno, le immatricolazioni sono state 228.873, -5,8% sul primo bimestre 2019, mentre nel trimestre si registrano 483.557 unità (-31%).

Si tratta del peggior risultato a marzo da fine anni ’90, da quando è stato introdotto il sistema di cambio biennale delle targhe, ma sarebbe stato anche peggio se gli ordini anticipati raccolti per le nuove targhe 2020 non fossero stati evasi nella prima parte del mese.

Alla luce di questi dati, sono state riviste le previsioni di chiusura d’anno, a -25% rispetto al 2019.

In tema di alimentazioni, prosegue la contrazione delle diesel: a marzo, -62%, 36° calo consecutivo, con riduzione di quota al 18% (-8% su marzo 2019), mentre nel cumulato dei primi tre mesi la flessione è del 51%.

Le auto a benzina calano del 50% nel mese e del 36% nel cumulato, con il 60% di quota, e quelle ad alimentazione alternativa valgono il 22% del mercato di marzo (+61,5%).

Le immatricolazioni di auto elettriche a batteria crescono del 197% su marzo 2019, mentre le ibride plug-in aumentano del 38%; il mercato delle full-hybrid diminuisce del 7%, mentre è boom di vendite per le mild-hybrid diesel (+241%) e mild-hybrid benzina (+86%); le auto ricaricabili conquistano il 7% del mercato, le ibride tradizionali il 15%.

La quota di mercato dei privati a marzo si attesta al 52%, in calo del 40,4% (-31% nel trimestre), e le vendite di vetture aziendali, al 46,2% del mercato, sono in flessione del 47,4% (-30,4% nel trimestre).
 

Spagna

Sono state 37.644 le immatricolazioni a marzo 2020, il -69,3% sul 2019: nel primo bimestre dell’anno, il mercato era in flessione del 6,8%, con 181.063 unità, e nei primi tre mesi del 2020 si registrano 218.705 unità (-31%).

Le vendite di vetture diesel sono diminuite del 72% rispetto a marzo 2019, per una quota del 25%; le vetture a benzina sono calate del 73%, con quota del 55%, mentre le vetture con alimentazioni alternative valgono il 20% del mercato del mese (-38%); sono quindi in calo le vetture di tutte le tipologie, tranne gli ibridi tradizionali diesel, in aumento del 156%.

Le immatricolazioni in Spagna hanno accumulato flessioni da agosto 2018 e l’attuale crisi porta ulteriore incertezza: il ritorno alla situazione pre-crisi è possibile per l’Anfac, l’associazione nazionale di categoria, solo in presenza di un piano di rilancio per il settore che includa misure specifiche a supporto di mercato e produzione, con piani di aiuto all'acquisto, concentrati sul rinnovo completo del parco circolante.

I commenti delle Associazioni

«A marzo il mercato europeo dell’auto è paralizzato - rileva Paolo Scudieri, Presidente di Anfia - visto che in tutti i maggiori Paesi, almeno dalla metà del mese, sono state applicate severe misure di contenimento della diffusione del contagio, con conseguente chiusura di molte attività produttive e delle concessionarie. Inutile dire che in tutti i Paesi associazioni e rappresentanti dell’industria automotive si stanno adoperando senza sosta per organizzare la ripartenza delle attività produttive, o il ritorno alla piena operatività, collaborando con le istituzioni per garantire le massime condizioni di sicurezza ai lavoratori e anche per sostenere le imprese con misure adeguate, soprattutto a favore della liquidità, e per rilanciare il mercato, in un contesto di perdita di potere d’acquisto e aumentata incertezza dei consumatori. In Italia, Anfia ha ribadito più volte l’assoluta necessità di un coordinamento a livello europeo della fase di ripartenza, per via della forte interconnessione delle filiere tra le varie nazioni, e per evitare disallineamenti temporali che finirebbero per danneggiare gravemente alcune economie. Ricordo, in conclusione, che Acea ha stimato, a metà aprile, una perdita, a livello di produzione di veicoli in UE di oltre 1,9 milioni di unità, con una durata media delle chiusure degli stabilimenti produttivi di 24 giorni lavorativi».

«I dati di marzo - commenta Andrea Cardinali, Direttore Generale dell’Unrae - fanno purtroppo presagire un ulteriore peggioramento nel mese di aprile: per questo ribadiamo l’urgenza di provvedimenti a sostegno dell’industria automotive, adeguati all’estrema gravità della situazione e coordinati tra i diversi livelli di Governo, nazionali ed europeo, coinvolgendo tutte le istituzioni nelle loro articolazioni e nei loro specifici campi di attività.  In particolare, Unrae chiede urgentemente l’adozione di misure per un immediato ed efficace sostegno alla domanda di autoveicoli da parte di consumatori e aziende, combinando l’uso della leva fiscale con strumenti di incentivazione diretta. Abbiamo già presentato una proposta di misure organiche per tutti i comparti, dalle vetture ai veicoli industriali, ma resta cruciale il fattore tempo per non trovarsi impreparati alla riapertura, e anzi immersi in un’incertezza che paralizzerebbe ulteriormente il mercato sino all’entrata in vigore delle misure».

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