L'Euro 7 mina il futuro dell'intera industria automobilistica europea

L'Euro 7 mina il futuro dell'intera industria automobilistica europea
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  • di Sergio Croci
Un numero che si sta accreditando come il grande incubo dell'industria automotive europea in vista del 2025 quando le norme Euro 7 entreranno in vigore
  • di Sergio Croci
22 marzo 2021

Un vero braccio di ferro quello che è in atto tra i costruttori di auto e i "regolatori" - cioè coloro che a Bruxelles studiano e stabiliscono le norme sulle emissioni - sul tema delle future norme Euro 7 (che entreranno in vigore nel 2025). E che riguarda la possibilità di continuare ad omologare, e quindi vendere, modelli con motori termici diesel e benzina. La tensione fra i due contendenti è legata alla contrapposizione del mantenimento dell'occupazione nelle fabbriche e della prosecuzione di attività redditizie (indispensabili per finanziare ricerca e sviluppo nel campo delle auto elettriche e delle relative batterie) con il raggiungimento degli obiettivi ambientali fissati dall'Accordo di Parigi

Il numero 7 è diventato uno dei più grandi incubi per l'industria automobilistica europea. Indipendentemente dal fatto che si tratti di BMW, Mercedes, Audi o di un altro gruppo e anche di un costruttore di modelli sportivi, In pratica, i valori limite attualmente in discussione da parte della Ue equivalgono a un divieto di circolare per quasi tutte le auto con motore a combustione interna immatricolate dopo l'entrata in vigore della norma Euro 7 nel 2025. La criticità della situazione è stata ben chiarita da Manfred Schoch, presidente del consiglio aziendale generale di Bmw: "La norma Euro 7 potrebbe essere fatale per BMW", e arriva nella scia di tante dichiarazioni (alcune non correttamente interpretate dei media e dai social) sulla prosecuzione - o meno - dello sviluppo dei motori ICE dopo l'Euro 7

Tra pessimismo e ottimismo

Schoch durante un dibattito organizzato da Mobil sul tema della prossima normativa sulle emissioni ha dipinto un quadro cupo degli effetti dei futuri limiti sull'industria automobilistica tedesca. Vede lo standard Euro 7 come una minaccia enorme per la prosperità della Germania e teme che l'industria automobilistica nazionale possa ridursi a una condizione deplorevole entro pochi anni come quella dell'industria tedesca dell'acciaio. Nello specifico, ha affermato che un divieto del motore a combustione porterebbe la disoccupazione a livelli “come non l'abbiamo mai visto prima. Se i politici fisseranno questo limite, sarà molto buio in Germania".

Al momento - va ribadito - nessuno sa con certezza cosa ne verrà fuori e quali limiti verranno effettivamente introdotti nel 2025. E' invece certo che le Case automobilistiche necessitano di diversi anni di tempo affinché i motori siano in grado di rispettare valori prima dell'introduzione di una nuova norma, anche se le tecnologie e le soluzioni (come gli e-Fuel) sono già disponibili o lo saranno a breve. La posizione dei top manager sull'argomento - compreso il numero uno di Stellantis, Carlos Tavares - è chiara: a volere che il mondo delle quattro ruote si sposti verso l'elettrico sono i politici e non i consumatori, che in quasi tutti i mercati (senza maxi-vantaggi come in Norvegia) continuano a privilegiare benzina e diesel

Da uno dei big europei dell'auto, il Ceo del Gruppo Volkswagen Herbert Diess, arriva comunque una ventata di ottimismo verso un maggiore equilibrio nelle scelte energetiche. Nel corso della conferenza annuale sui risultati finanziari Diess ha mostrato una chart in cui le old auto (quelle con i motori ICE) vengono superate nelle vendite dalle new auto , cosa che avverrà nel 2030, per effetto del raggiungimento di una maggiore autonomia offerta dalle batterie e dalla riduzione del loro costo. Ma dopo la data del 2030 la linea blu delle old auto non scende più - anzi ricresce leggermente - e lascia ben vedere che nel 2035 e negli anni successivi le vendite dei modelli ICE resteranno attorno al 50%

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