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Dopo il Dragone tocca all'Elefante? Le auto indiane stanno iniziando a conquistare timidamente il mercato europeo, segnando un possibile punto di svolta per l'industria automobilistica globale. Con una crescente domanda di veicoli economici e sostenibili, i produttori indiani hanno accelerato l'esportazione di una gamma di veicoli a basso costo, cercando di rispondere alla crescente pressione dei costi in Europa e al calo delle vendite dei veicoli prodotti in Cina.
Aziende come Tata Motors e Mahindra, insieme ai produttori locali di componenti, stanno entrando in un mercato competitivo, spinti anche dalla difficoltà delle case automobilistiche europee nel soddisfare la domanda di auto economiche. Secondo quanto riportato dalla Nikkei Asia Review, l'esportazione di auto indiane sta guadagnando terreno, con modelli che potrebbero presto competere con marchi tradizionali come Volkswagen e Renault. Secondo le stime del governo indiano, le esportazioni di automobili verso Regno Unito, Germania, Spagna e Norvegia hanno raggiunto quota 63 milioni di dollari tra aprile e agosto: appena il 2% delle esportazioni totali, ma quasi nove volte il totale delle spedizioni dell'ultimo anno fiscale.
L'aumento delle spedizioni delle auto indiane verso l'Europa segnala la crescente importanza di Delhi come polo manifatturiero low cost. Case automobilistiche come Suzuki Motor e Honda Motor, non a caso, hanno definito l'India come un ingranaggio cruciale nella produzione mondiale, anche per quanto riguarda i veicoli elettrici, in un momento in cui la concorrenza dei produttori cinesi si sta intensificando.
Proprio Suzuki, che a febbraio ha annunciato di voler investire in India 1,2 trilioni di yen (circa 7,7 miliardi di dollari) entro il 2031 per aumentare la sua capacità produttiva annuale locale da 2,5 milioni a 4 milioni di unità, mira a trasformare questo Paese in un polo produttivo di veicoli elettrici. Il colosso nipponico ha già spedito oltre 7.400 unità del suo primo veicolo elettrico, l'eVitara, in Paesi europei, tra cui Regno Unito, Germania, Norvegia e Francia. In generale, la spinta verso l'export delle auto indiane in Europa si inserisce in una strategia più ampia per diversificare le catene di approvvigionamento, cercando alternative alla Cina che ha dominato il mercato automobilistico globale per anni.
Come riportato da Business Standard, il settore automobilistico indiano sta puntando sulla produzione di veicoli elettrici e a basse emissioni, con modelli che potrebbero attirare i consumatori europei attenti al prezzo e alla sostenibilità. Alcuni marchi indiani – come Tata, Mahindra e Suzuki, che non è indiano ma che produce auto nel Paese in joint venture con Maruti Suzuki - stanno già progettando di vendere in Europa veicoli elettrici a costi competitivi, cercando di sfruttare il crescente interesse per le auto a emissioni zero.
In questo scenario, la sfida per le case automobilistiche europee sarà mantenere la competitività in un mercato sempre più affollato, con i produttori indiani che si stanno affermando come nuovi protagonisti. L'ingresso delle auto indiane in Europa non è solo una sfida per i produttori europei, ma potrebbe rappresentare una vera e propria svolta nel panorama globale dell'industria automobilistica.
Secondo Automotive World, l'interesse crescente per le esportazioni di veicoli indiani verso il mercato europeo potrebbe accelerare una ristrutturazione della produzione globale, con un spostamento delle centrali produttive verso l'India e altre regioni in cerca di alternative alla Cina. Se le auto indiane riusciranno a guadagnare quote significative di mercato in Europa, potrebbero ridisegnare le dinamiche competitive, aprendo la strada a nuove opportunità economiche per i produttori indiani e segnando una vera e propria evoluzione dell'industria automobilistica internazionale.