Le batterie al litio: una rivoluzione da Premio Nobel

Le batterie al litio: una rivoluzione da Premio Nobel
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  • di Luciano Lombardi
Il riconoscimento per la Chimica è andato ai tre scienziati che, con i loro studi, hanno aperto e fatto evolvere un fronte, quello dell'alimentazione senza fili, fondamentale per il futuro della mobilità. E non solo...
  • di Luciano Lombardi
10 ottobre 2019

Nella settimana delle assegnazioni dei Premi Nobel, oggi è toccato a quello per la Chimica, “consegnato” a una delle invenzioni più rilevanti per il contesto automotive, oltre che in assoluto per la quotidianità degli individui di tutto il mondo: le batterie agli ioni di litio.

I tre scienziati che, il prossimo 10 dicembre, saliranno a Stoccolma a ricevere l'ambito riconoscimento dalle mani del Re di Svezia sono John Goodenough, Stanley Whittingham e Akira Yoshino.

“Hanno creato un mondo ricaricabile - si legge sul sito ufficiale del Nobel - e grazie al loro lavoro hanno dato vita alle condizioni per creare una società senza fili e libera dai combustibili fossili, portando un grande beneficio a tutto il genere umano”.

Si tratta di un terzetto nippo-europeo, con il più anziano del gruppo, Goodenough, nato in Germania nel 1922, il più giovane, il giapponese Yoshino, che ha 71 anni e il britannico Whittingham, 78enne.

È stato proprio quest'ultimo a dare il vero e proprio “la” quando, nel corso delle ricerche che stava conducendo sui materiali superconduttori, si imbattè nel disolfuro di titanio individuando “al suo interno” interstizi in grado di ospitare ioni di litio.

I primi esemplari, il cui anodo era composto in parte dal litio metallico permetteva di avere batterie dall'elevato potenziale (più di 2 volt) che, tuttavia, correvano un costante rischio di esplosione.

Partendo dai primi prototipi, Whittingham intuì che le vere potenzialità sarebbero state da individuare più che nell'anodo, nel catodo.

Fu così che, anche grazie all'abbandono dell'utilizzo di un solfuro a favore di un ossido riuscì, agli inizi degli anni '80, a creare un nuovo prototipo, ancora più efficiente, in grado cioè di produrre fino a 4 volt.

La svolta a metà degli anni '80

Dopo qualche anno, e siamo al 1985, Yoshino creò la prima vera batteria a ioni di litio che si prestava a utilizzi commerciali, e che si avvaleva del cosiddetto pet coke, un derivato dal carbonio in grado di intercalare gli ioni in maniera ancora più efficiente.

Sei anni più tardi, la prima batteria arriva sul mercato e il resto è cronaca, con una lunga di serie di passaggi evolutivi che hanno reso questo elemento fondamentale in un presente e in futuro prossimo che sarà sempre più dominato dall'energia elettrica, anche e soprattutto per la mobilità.

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